233 MDXXVI, APRILE. 234 de missier Gasparo dal Mayno, et li altri ne li palazi vicini. Si parlirno ditti relatori questa maUtna di ore 10, et lasciorno la terra quieta. Di Austria, di sier Carlo Contarini orator, date a Tubing, a dì 19 Aprii. Come di qui è stato scoperto uno trattato fazevano a Hyspruch contra l’Archiduca, et è sta tagliato la testa ad alcuni et confiscali li sui beni. Li villani di Salzpurch banno principiato sublevarsi, tamen provocati dal Cardinal episcopo di Salzpurch, qual non li Ita voluto alender a quanto è sta iudicato. Scrive ancora non haver inteso quello voleva quelli dii conti di Tiruol da questo Serenissimo Principe, llem, tulli li cantoni di sguizari si hanno pronunziato conira Lulero excepto Zurich, el qual voi prima che ’1 sia convento el suo piovano nominato Zuinglio, qual ha scritto molle cose, et è sta stampade in questa materia in favor di Lutero. Et per questo si è convocato uno Conzilio in Basilea, dove andarano molli zentilomeni, el si dize farsi a li 15 del futuro mexe. 561) Da poi disnar fo Collegio di la Signoria et Sa-vii, reduti in Gran Conseio, et fo per aldir una dif-ferentia dii conte Zuane da Tolentino, qual non ha fìoli, ha una fia, voria dar in dota la mila di (San Polo), et a l’incontro li nepoti dicono è condilio-nato e feudo gentil, nè poi andar in donne. Et parlò per .... domino Santo Barbarigo avocato, et per ....., domino Tomaxo Zanachi doetor, avocalo el fo rimesso che’l Collegio consullarà tra loro. Hor reduto il Collegio vene lettere di le posle, qual è queste. Di Crema, dii Podestà et capitanio, di 26, hore 1 di notte. Come questa mattina scrisse quanto accadeva. Bora, essendo venuto in questa terra il signor Pietro Puslerla uno de li primari zentilo-* meni de Milano, qual dice che li agenti cesarei cum el popolo de Milano se haveano assetali in questo modo, che una parte et l’allra dovessero depouer le arme, et che li cesarei promettevano reinelter ogni inzuria a tulli, exceptuando ad alcuni, el perchè lui era stà uno de quelli haveva tolto le arme in mano et per esser capo di uno quartiron di la terra, se haveva absentato da Milano. Item, dice che ditli cesarei hanno promesso al populo non li dimandar più danari, et che ’1 populo havevano preso le porte et el campanon del domo, et che tulio el popolo dubitavano non li servasse spagnoli la promissione, et che ’1 crede che ’1 populo torà le arme in mano gaiardamente se ditti cesarei non li obser- (1; La carta 155' i bianca veranno quanto li hanno promesso. Item, scrive esso reltor, queste genie spugnole erano in Gorada-da a parie a parte se vanno levando,el chi vanno a Lodi et chi a Milano. È venuto in questa sera uno nostro cavallaro che era andato a Cremona per suo facende. Riporta come iu el ditto castello di Cremona è stà discoperto uno Iralato, et che questa nolle passata fumo apicati tre, el poi quelli apicati a li merli dii castello un i de li quali era capo di squadra. Item, dice haver inteso da alcuni cremonesi sui 156* amici, che li cesarei haveano scritto alla lerra di Cremona che volesse far le spexe fin Domenega a dì 29 alti soldati, perchè poi li manderiano la sua paga et che se fariano le spexe loro ; i quali hanno detto che passata Domenica non li dorano più niente, perchè non banno el modo de poder sustenlar loro, nè altri, el se vorano li fatino le spexe i sarano a le man cum loro; con altri avisi, ut in Ut-teris. Da Bergamo, di rectori, di 26, di 2 hore. Mandano avisi. Zuan Jacomo Reboia et Francesco da I’ Orto milanesi, riferiscono parlirno questo inalimi ad.hore 10, et dicono che beri sera da bore zerca 23 zonse Zuan da Orbili capitanio spagnolo con molti homeni da conio, el qual con li soi compagni volse alnzar in porta Ticinese per forzia usando superchiarie, et se messeno milanesi per questo in arme, principiando li a dieta poita, et poi (ulta la lerra fu in arme el andorono a prender il domo et preseno il campanon ; et fu questo zerca bore una di notte. El olirà li altri lochi che davano a martello, deleno etiam el campanon, et tutta notte sleteno in arme continuamente scaramuzando et eombatcndo forte. El preseno la Corte vecbia bru-sando le porle el melendo a saco tutta la corte, amazando 200 fanti taliani che erano a la dilla guardia. El che quelli dii castello etiam davano fora pur combatendo. El qual combatter et scara-muzar è duralo tutta nolte fin questi mattina al partir loro con gran mortalità, et laseiorono ancora che combattevano. I quali relatori sono levali, con cavalli che hanno guadagnato et che banno lasciato li lanzehinech. Et quelli pochi spagnoli che sono rimasi, che se erano fortificali et reduti in ordiuan-cia tulli in porla Co^iasina a Ponte Vetro, et che pur quelli zentilomeni dal Maino el signor Visconte cer- 157 cavano di acquietar el pacificar; et che dubitando essi relatori che se si pacificava il tumulto dover perir per haver molto travaglialo questa nolte, se sono levati del pericolo ; el che da poi parliti hanno sempre sentilo gran strepilo de campane el de