671 MDXXVI, GIUGNO. 672 le porle di Milan sono in man de spagnoli excepto porla Romana et porla Comasena dove non è fanti. Spagnoli voleno danari da milanesi et hanno tolto le arme, et alozano a descritione facendosi patroni di le caxe. Scrive, sguizari non vien sì presto, il Ca-pitanio zeneral ha ditto voria haverne 10 milia in campo, non dubitaria et voria vincer senza operarli solurn facesseno spalle a li fanti nostri, maxime li fanti primi stati tifato con nui, che sono da 4000. Scrive haver scritto col Vendano a domino Gaspa-ro Sulman lassi vegnir li sguizari, etiam al Gran-gis. Scrive se li mandi danari acciò non manchi. Item, per uno venuto, scrivendo, da Milan, dice non è altro del consueto, solum che spagnoli alozano a descrition in le caxe;'voleno danari da li patroni et li apreno le casse et toleno la roba, dicendo esser sua et di Cesare; voleno di la terra ducali 100 milia, per adesso. Poche botege si apreno, hanno sachizà li amiamoli, tolto tutte le lanzeet piche hanno trovalo vendersi, et milanesi stanno a mal partito. Scrivo il Capitanio zeneral sia ben et cavalca e dice facendo ogni fatione si opererà. Scrivezerca il signor Alvise di Gonzaga ha parlato, et dice lui ha F onor per haver deflìdalo et non esser venuto, et non è interesse di altri che per honor di la Signoria nostra; con altre parole ut in litteris. Scrive haver in campo 9000 fanti e continue va zonzendo. Da Udenc, del Locotenente, di 21. Manda una lettera di Venzon. Magnifico et clarissimo signor nostro obser-vandissimo. Praemissa humillima mnendatione et reverenda, eie. In questi zorni non habiamo haulo nova degna de significatione, nè bora l’abiamo, et la occasione del presente scriver è per continuar nel nostro solito inslituto, et ancora perché 1’ è zonto uno mercadante homo da bene qual ha referito ad alcuni soi amici eie., che l’è zerca 8 zorni fa che pontieri deteno la bataglia a Rostoch et furono fin suso li muri, tamen per non saper seguir la vittoria furono rebatudi et ne morite de villani da zerca 80, et che in brieve sperano haverlo, perchè quelli de Rostot nou hanno victuarie. Item, dice che lo signor Zorzi de Fransperg non è per vegnir a questa impresa, et che ’1 dice che ’1 non voi vegnir a insanguinar la sua spada in villani. Item, dice che nel campo de rustici è uno qual fa profession de heremita, et ha dato a pontieri per insegna una erose di legno et ha profetizzalo haver a seguir un grande conflitto tra nobili et villani ; tamen che villani debeno restar vitoriosi ; ma che questo sia la verità o che esso mercadante lo dica perchè l’è di la parte di pontieri, non poteno far vero iuditio, perchè un et l’altro poi star. In eoe-teris dice che li villani stanno parati et provisti a li passi, et che anche li nobeli fanno apparali assai ; ma non lutti li nobili in genere, ma solum li parenti et amici del vescovo di Salzpurch con li lor seguazi. Nec alia; felix fausteque valeat Magni feentia vestra cui de continuo humiliter eie. Venzoni, die 20 Junii 1526. Sottoscrilta. D. V. servuli devotissimi Capitaneus et Comunitas terrae Venzoni. Item, ditto Locotenente manda una polisa scritta per . ... da Novara, contestabile in Cividal, di 21 Zugno, la qual dice cussi : et non fo leda in Pregadi per ditto del fameio del castellali di Gorizia, qual dice el signor Zorzi de Fransperg esser con 2400 fanti per andar a la volta di Milan ; et el conte Nicolò de Sol a trovar-se ancor lui con fanti bohemi numero 1800 per andar pur a Milan, et haver danari per far 4000 lanzchinech ; et el conte Christoforo esser inviato alla volta di Ilongaria con 30 milia a piedi et a cavallo di ordine del Principe ; et per uno schiavo somaro dice pontieri haver tolto Rostacb, li quali hanno dato di molte bataie et persoli assai de sua gente, alfin 1’ hanno hauta ; qual dice esserli ancora zonto 2000 sguizari. Item, in vai de Intol era zonto circa 6 over 7000 tanti pur a favor de li nobili per andar adosso a villani ; ma che l’era zonto el Principe a Salzpurch a farli soprastar dicendo volerli accordar. Da poi disnar fo Pregadi, et lecle le soprascritte lettere et assai ; et lezendosi le lettere fo mandi per il Serenissimo il Canzelier grando da . . . ! Fo poi con grandissima credenza letto le letere prima da Milan di uno amico scrive a 1’ orator Taverna, di 16, di quelli successi ; di 18 fin 19, et di la bona voluntà di quel popolo, et si vengi, in conformità di quelle ho scripto haver per via del Podestà di Crema. Poi fo lede lettere intercepte da Milan, di 12, del marchexe del Vasto et Antonio da Leva, qual