171 MDXXVI, APRILE. 172 raso negro con una bellissima fodra di gebellini, scufiotto di oro et seta negra. Et montale le sale, gli ussite la Regina incontro fuori de una sala per fin un corridore, et incontrali, il Cliristianissimo la abbra-ciete a la francesa a modo de una sua sorela senza basarla; et cosi di paro inlrorno in una sala dove vi erano 4 sedie in terra, sopra le quale senlorno il Crislianissimo di sopra la meglior appresso l’Imperatore, et poi la germana, et intrali in ragionamento cosi tulli quattro, dapoi il Cristianissimo con la mo-gliera parlorno una mezza hora, non se intendendo quello che dicevano; dapoi vi era il Viceré in piedi, ' col quale assai se interteniva il Cristianissimo dapoi parlato con la Regina. Et cosi pasando il tutto da 2 hore da poi che se assetorno, si levorno per partirsi, et accompagnandoli la Regina (in a la porta de la sala, nel licenliarsi volse la Regina basargli la mano, ma il Cristianissimo non lo consentendo, cosi come s’era abusata gli basette una galla, et remonlali a cavallo ritornorono ambidoi a due leghe dove erano dormiti la note antecedente. Ex littens eiusdem, datis in Sivilia, XV Martii 1526. Vostra Excellentia intenderà come lo Imperator intrò in Sivilia Sabbato passato a li 10 dii presente, essendo il Sabato natili entrata la Imperatrice et il Cristianissimo. Il Legalo entrò in compagnia con esso Iti* Imperator sodo il medesimo baldachino, et dappoi stati alla chiesa maggiore, introrno di compagnia nel palazo dove era la sposa, et per il dillo reverendissimo fumo dille le parole del sponsalilio et per man di sua reverendissima signoria dispensati. Et poteva esser a la italiana 2 ore di notte. Dappoi partili tulli, tra il cenar et altri iutertenimenli pas-sorno il lempo. Passala mezzanotte edam fu cantata una solenne messa per lo arzivescovo di Toledo, el finalmente fecero le noze, dormendo li sposi insieme. 112 A dì 13. Lamalina non fo alcuna lettera da conto, et fo dato longaiuente in Collegio audientia. Da poi disnar fo Conseio di X con la Zonla, el fu preso una gralia, che a sier Constanlin Zernovich fo di sier Zorzi, nato in questa terra di una da cha’ Erizo a la qual per il so’ viver li fo dato la podesla-ria di Torenova, et è nepote del sanzaco di Monte-negro vicino a Cataro, il qual por sue lettere e ora-lor ha instato con la Signoria nostra dillo suo (iol li sia ricomandalo, pertanto sia preso che al dillo sier Constanlin, qual si ha maridato in una ila fo di sier Zuan Malio Contarmi qu. sier Priamo, habbi in vita soa ducati 100 a l’anno di la tansa di la canzellaria di Piove di Sacco, ut in parte, netti di tansa. Item, preseno una gralia, posta zà tre volle, che la erosela con zoie che ave al lotto sier Francesco Grilli di sier Domenego e sier Davit Bembo qu. sier Alvise, posta per ducati 1000, i quali è contenti darla a la Signoria per anni 6 et poi li sia restituii di la caia dii Consejo di X ducali 800 solamente, overo possino scontar in le angarie soe et altri da anni 6 in là, con questa conditimi che tutti doi va-dino Soracomili da poi tulli li altri rimasti fin questo zorno. Item, fono sopra le possession del Polesine ave sier Filippo el sier Francesco Bernardo qu. sier Dandolo a conto del suo credilo al sai, perchè la Signoria è stà ingannà grossamente. El il Serenissimo è stà mollo caldo, et parlò do volte el tandem fu preso di comeler la cosa a li Avogadori exlraor-dinari, con questa condition, do di loro vadino super loco a mesurar li campi et inquerir di l’iutra-da, et poi iusla la forma del suo officio debbano terminar ditta cosa. A dì 14. La mattina, in Collegio, veneno alcuni zentilomani stali su la galla patron sier Francesco Mozenigo di sier Bironimo, qual bave fortuna in l’Arzipielago a Niearia, 40 mia di Syo, et si rompeva se uno Simon Calvo, fo fio di Rado Calvo eom-p igno di ditta galla, qual 11 in l’Arzipielago mostrò il sorzidor, richiedendo sia meritato. Et la Signoria comesse a li Savii ai ordeni dovesse in Pregadi meritarlo. Item, si fo con sier Zuan Francesco Gradenigo provedilor sora le fabriche di Padoa, intervenendo quel edificio voi far quel Jacomo...... Di Verona, dii proveditor zeneral Pexaro, 112* fo lettere di 12, hore 16. Zerca denari, et si vede disperalo. Item, per uno homo di Maximian Sforza vien da Lion, arivato de li et va a Venetia a parlar a uno secrelario dii suo patron, dice, come a di primo parti da Lion, et che il re Christiamssimo era a Bles et dovea partir la seconda o terza festa di Pasqua et venir verso Paris. Dove havea ordinà si dovesseno convocar lì il Conseio a dì 15 di questo, per tralar se Soa Maestà dia ratificar li capitoli falli con Cesare overo non. Perchè restituendo la Borgogna, si dice sarà la mina di popoli di Pranza,