257 MDXXVI, APRILE. 258 contrazeranno in questa città nostra, excepti però dal presente ordine li nobili de l’isola di Candia et di altri lochi forestieri. Dechiarando che tulli li fìoli di nobeli nostri che nascerano da mò in avanti da matrimoni che de coctero si conlrazerano, quando i loro padri vorano dar in noia el suo nascimento, secundo la 172* forma de le leze siano obligati li Avogadori nostri de comun, sotto debito di sacramento e pena di ducali 500, far veder se ’1 sponsalitio sarà slà dato in noia modo quo supra (diversamente) tal doli non possino esser provadi. Et in caso che i loro padri non fossino in humanis, aut absenti da la patria, quomodocumque siano tenuti doi di propinqui parenti adimpir et exeguir quanto per le leze et ordini nostri è statuito: et siano observate in cadauna prova le leze de le pregierie. Et sia publi-cata la presente parte nel primo nostro Mazor Con-seio ad intelligentia de lutti. Die 29 antedicto fuit pubìicata. 1526 die 27 Aprilis. In Consilio X. Essendo etiam necessario proveder ad uno maximo inconveniente seguilo per il passato, che benché per la leze del 1506 a dì ultimo Avoslo presa in questo Conseglio sia slà sufìcienle provislo, che li pilli nasciuti che non fusseno slà dati in nota e provati a li Avogadori nostri di comun nel termine di zorni 8 più non potesseno esser notali et provali ex ipso semplice ofiìtio di Avogadori, ma venir doves-seno Ira el Serenissimo Principe, Consieri et Cavi deXL. ; tamen, contravenendosi ad essa parte ne sono stà notali et provadi da poi passali li 8 zorni statuiti da la prefata leze per essi Avogadori ex of-fitio suo de 3, 4, 5, et 6 mesi, et qualcheuno de do el tre el quattro anni el ultra; cosa aliena da ogni dover et poenitus devia da la continentia di essa leze, però sia statuito el preso: che tutti quelli pulì nasciuti che sono slà notati et provadi ex sim-plici officio di Avogadori di comun ultra il tempo et spatio di mesi tre dal dì del suo nascimento, non obslanle ipsa legge dell’anno 1506, debano essere iterum probali a la presentia del prefalo Serenissimo Principe, Conseieri et Cavi de XL per inlrodu-tion almeno di uno di A gadori di comun. A l’in-173 contro di le qual prove notade et fatte ut supra contra la forma di essa leze, debbano li capi di questo Conseglio far notar quod iterum probetur iux-ta legem. El perchè il tempo de zorni 8 statuito a dar in noia dilli pulì nasciuti è molto breve ed an- I Diari i di M. Sanuto. — Tom. XLI. gusto per diversi respelti, però, dove che li padri de essi putti o altri da le leze nostre permessi haveano el tempo prefato de zorni 8 tantum, iuxta legem, a darli in nota et provarli prout in ea, de coetero habbino tempo di mese uno da poi il loro nascimento de darli in nota et provarli; qual tempo de mese uno passalo observar se debbi quanto per dita leze è dichiarito, videlicet debbiano esser introduti fra el Serenissimo Principe, Conseieri, et Cavi de XL come è ditto, et etiam sia tenuto li Avogadori de comun interrogar li leslimonii de la legitima de cognitione et scientia matrum. Praeterea, prova alcuna over noia di puti na-sciuli, come de quelli se volesseno provar di anni 20 per esser imbossolali el zorno de Saula Barbara aut per alcun altro modo et forma per venir nel nostro Mazor Conseglio, non se possi far nel tempo che se reduràosarà redulo el Mazor Consejo; nè possi esser tollain noia per alcun altro, salvo che per uno de li doi nodari ordinari prenominati, el facendosene alcuna sia de niun valor et quelli la facesseno siano ipso facto privi di l’officio suo, el sotto pena de privalion de 1’ officio siano tenuti essi doi nodari ordinarli sempre avanti il provar del nascimento di tulli fìoli di nobeli exequir quanto è ditto di sopra, et cadano sì li Avogadori di comun, come li nodari, non exe-guendo le parte de 21 et 26 di l’instante el la presente, ad immediata privalion de l’ofieio, el de pagar ducati 500 a l’Arsenà nostro cadauno di loro con-trafacente, da esser exequida et scossa per cadauno di Capi de questo Conseio et de li Avogadori successori ad essi contrafaccnji, li quali etiam siano dadi debitori a palazzo; el essi nodali sotto le pene predille siano tenuti a ricordar ad essi Avogadori le tre 173* parie de quibus est facta mentio nella parte presa in questo Conseio a dì 21 del presente, et le altre parte prese in questo Conseio da 21 del mese presente et debbi etiam esser pubìicata nel Mazor Consejo ad intelligentia de lutti. Et die 29 fuit pubìicata. A dì ultimo Aprii. La matina l’oralor dii mar-chexe di Mantoa vene in camera dii Serenissimo per tempo, et li comunicoe alcune lettere con avisi auli di Milano, di ... . Di Roma, fo lettere dii Venier orator nostro, di 26. Non in risposta di nostre scriteli a dì 25 col Senato, ma coioqui auli col pontefice. Vene in Collegio l’orator di Milan, et monslroe lettere con avisi di successi di Miian, dicendo il po-pulo è in 'arme, el movendosi le zenle nostre un 17