263 MDXXVI, APRILE. mio sarà il medemo, perchè li arlisti viveno de li dinari de li mercadanli ; quali se non haverano dinari1, che li siali tolti, non polrano far lavorare nè dare guadagno alla povertà, che de altro non vive, maxime in questa terra. 1 Scripta a dì 15 del mese de Aprii 1526, in Scardona. Noi Turali-agà desdaro di Scardona et Cusayn Polhchlych vicecapilanio di Scardona et Nasup ce-caia fratello de Durud vayvoda de Bosna, facemo asaper et testifichemo a ogniuno davanti de chi per-vegnirà questa scriptura, come de questo mexe de Febraro proximo passato, li marthelossi subditi de lo Imperadoret deCarlovich depredorno tra Necue et tra Scardona alquanti animali et pastori et roncini. Et come intese questo el magnifico signor missier Andrea Civran provedador de Dalrnalia, saltò a cavallo cirn tutti li sui stralioli et andò a traversarli, et recuperò de le man de li ditti marthelosi subditi de P Imperador et de Carlo inimici nostri de tal animali 450, presoni 4 et uno roncin, et prese uno vayvoda, qual era capo de li ditti marthelosi, lo qual fece subito apicar, come intendessemo de li nostri homini quali havevimo mandati per causa di tal preda dal prefato magnifico Provedador. El qual da poi andò perseguitando il resto de li ma-rtholosi, el li fugò a la marina et ne anegò 19; quali animali 450 et 4 pregioni et uno roncin el prefato magnifico Provedador consigliò a noi, nè niuno altro homo domanderà più niuna cosa per li danni ut supra fatti apresso Mecuen. El prefato magnifico Provedador in questa cosa si ha portado ben et virilmente, et ha adempido el voler el comandamento cussi dell’ illustrissimo Gran Signor, come de la Serenissima Signoria deVenetia. Et questo scrissi mi Alia Fasicich de ordine del prefato magnifico desdaro et capitanio (che) gli meteranoil suo sigillo a questo. Testimoni : Celai Jreis et Mechmet Curchayineet Velia Blagaianin, Mechmet Cuccavinch. (di ignoto, da Roma) Se le cose non fosseno ridotte a tale exito, che ii privati pari mei che non ci vedeno senza ochiali non potesseno fare expresso iuditio di quello se expetla, io non ardiria rispondere alle vostre dolcissime lettere. Per tanto dico che Cesare è lo più prudente homo dii mondo, per non dir aventurato, perchè sa fare li falli soi come lo armelino. Qua in (1) La carta 177* i bianca. corte, sua Cesarea Maestà ha et vuole lo stato di Milano poiché lo iuvenelo Francesco Sforza a guisa di Adam si è lasciato tentare dal diavolo travestito in forma del marchexe di Pescara et del Morone nel mezo del Paradiso lerestre, et se bene la con-cupiscentia di la gola non sia.venula a lato del rnan-zare dii pomo, el bisognerà che habbia manzalo tanto che basti a pigliare la cassia qual li ordinarono in bochoni involtali in zucharo di terza cotta li doi phisici doctori, quali li manda Sua Alteza a locharli il polso et vederli l’orina, et se non vorrà pigliare la cassia Io lasseranno morir da fame, ex-ceplo se ’1 facesse volo di farsi frale et di andar ad uno de li heremi pazi di Spagna, come sarebbe Monferato et Guadalupo; per il che io vedo in figura di etilico etc. San Marco condutto ad Matres Christi et Marzocho a panalella senza sale. Noi altri attenderemo a farsi cusineti de piuma da mettere ne le braghe per ingannare el maestro quando a fare........perderà de le stafilate ; che Dio voglia non ci fazia slaciare le calze el ce le dia a natiche nude. Per le fresche nove di Spagna si ha, venir il felice Viceré (che) fa de# cervello del patrone quanto che nella patella fanno questi frati de la Certosa, quali dextramente al scotere la mano dano la volta a le fritate. Sua Alteza vide il disegno de Italia quale gli portò esso Viceré galante homo, et disse che li pareva bella et buona, et che presto venirebbe a locarli la mano, a basciarla et a chiavarla con ogni honesto modo. El qual consiglio è uno siroppo di brocato per la monarchia, et non è difflcultà alcuna, excetto se ’1 stomaco di . . . Francesco ... troppo debilitato noti potesse lenire il grave paslo di la pace, et che havesse prima a vo-mitir la pigliata medicina per liberarsi, che essa l'usse actuata dal calore (dello) stomaco, come saviamente .....il signor Alberto, qual tiene che ’1 Re non debbia bavere molto amore agli figliuoli, trovandosi un brazio di coda et due barile di semenza de dolfini in schena. Coeterum, in questo mezo venirà il signor Vi- 178* cerè per venire a Roma per la coronation di Sua Alteza, et Io signor ducila di Borbone venirà a Milano per tuor possesso per la medeiria investitura dii signor Francesco Sforza, idest nominibus tantum et agnominibus. 11 che sarà pur bello a vedere per qualche giorno quousque veniat qui dicat et tu de illis es, et per questo se li darà per moglie la re-zina di Bari in vita, poiché il ducha di Calabria non vuole la fatica di chiavare una botina de oglio in una cassa. El signor Viceré se porla il contato di Aste et