445 MDXIII, GENNAIO. 440 e di Roma, per esser venuti do corieri con lelere di 21 et 27 di sier Francesco Foscari el cavalier orator nostro in corte. Etiam vene letere di Spagna di Foratoi’ nostro sier Zuan Badoer dotor et cavalier : il somario di le qual letere dirò di solo. Et cussi in questa raatina si mudoe undese di Colegio ussiti, et introe Cai di XL nuovi : sier Aurelio Michiel qu.sier Andrea, sier Hironirno Malipiero di sier Piero e sier Piero Loredan qu. sier Alvise ; et do soli di savii dii Consejo introe, videlicet sier Antonio Gri-mani procuratole restò sier Alvise da Molin ordinario ch’era di la zonta, et sier Lorenzo Capello intrò savio a terra ferma. Et prima l’orator yspano lexe una le-tera al Principe, havia di Crema di l’orator yspano, qual scrive liaver di Spagna di certa rota data per spagnoli a francesi. Da Roma aduncha, come ho dito di 21, et 27, questo è il summario : Che il Papa è molto perplesso e dubita non sia fato l’acordo tra la Signoria nostra e Pranza. Et scrive coloquii auli sopra tal materia con l’orator nostro, dolendossi di quello ha lato è sta per dubito dii Concilio. Item scrive dii partir di oratori, numero...... Sguizari, mal contenti dii Papa, quali volevano ducati 40 milia per cerio servilio vechio al tempo di tuor Bologna, e il Papa non li ha dato nulla, poi si doleno il Papa aver fato questa Liga senza aspetarli, et con la Signoria nostra sono ben disposti. Item, dii zonzer lì a Roma dii Cardinal di Mantova fradelo del Marchexe, et chome el signor Malatesta, lìol del signor Zuam Paulo Bajon governador nostro, par habi tolto tre castelli verso Perosa che dize apartenir a la sua moglie contra il voler dii Papa ; di che il Papa si ha dolio assai. Item, è letere di Spagna di l’orator Badoer, qual le manda. Scrive ch’el nepole di missier Zuan Giacomo Triulzi prothonotario, che è lì, ha dito certo è fato l’acordo e pace tra il Cristianissimo re e la Signoria nostra. 250 * Dì campo, di sier Polo Capelo el cavalier pro-vedador generai, di 30, hore 5, da Ronchi. Nulla da conto ; zercha danari et quelle zente. Di Mantova, di sier Piero Landò orator nostro di..... . Come vien via, et vera per aqua a Yenecia, videlicet per Po. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulen-dum, et questa matina e tuto ozi fa gran pioza. . Di campo, dii conte Guido Rangon condutier nostro, fo leto una letera data adi......dii passato. Come ha inteso, per relation di certo zen-thilomo venuto, esser sta imputato in Colegio lui di non aver fato il suo debito a Brexa, come di da- nari etc. Et si duol che là fede sua e di soi vaglia questo; per tanto è ato a justifichar il tutto da bon servitor, et la Signoria troverà esser lutto al contrario di quello è sta referito, e prega voglia far in-quisition. Et cussi fo scritto etiam di questo ai sindici. È da saper, in questa matina fo con la Signoria a messa, olirà quelli ho nominati di sopra, el primo-cerio di San Marco in mezo del signor Frachasso e dii conte Malatesta da Cesena noviter conduto a no* stri slipendii ; eravi etiam domino Benedeto Crivello milanese, era in Crema, in mezo di Cai di X. Ozi in Colegio, da poi disnar, intrò savio dii Consejo sier Antonio Trun procurator, che più volte in questa guera non è mirato, ed ha refudato. Manca a intrar sier Nicolò Bernardo e sier Alvise Pisani electi savii a terra ferma ; si dice non voleno intrar. In questa matina, vene in Colegio sier Domenego Contarmi, electo provedador zeneral in campo, e aceptò di andar volentieri. Vene in questa terra, di campo, Andrea Rosso secretano di sier Paolo Capelo el cavalier provedador zeneral in campo, di hordine di Cai di X,atento la relatione fece in Colegio sier Leonardo Emo, che lui, quando fo di tuor Brexa, disse al provedador Capello : « Meser non la tolè si non bave la rocha, perchè la Signoria vi farà tajar la tesla e altro. » Or è slà fato venir a caxa e mandato in locho suo Alvise di Piero, era secrelario con sier Cristofal Moro in campo. A dì do Zener. Vene in Colegio sier Andrea Con- 251 tariui venuto capitano di Po, per referir, qual vene la vizilia di Nadal alquanto indisposto, et fin bora è stato in caxa, et perchè sopravene l’orator yspano, non fo aldìto et licentiato. Vene 1’ orator yspano, qual con li Cai di X, ca-zati li altri fuora, fè un longo discorso con molle parole, disendo aver auto gran libertà dal suo Re di acordar le cosse non ostante la liga fata a Roma, dicendo si l’acordo è fato tra quella Illustrissima Signoria e Pranza non parlerà, si veramente non è lato, dirà cossa che piacerà a questa Signoria, e voi la Signoria habbi tutto el suo stado, con molte parole che fortasse scriverò di soto se le potrò intender. Et stete in Colegio sopra questi coloquii longamente ; è sapientissimo orator. 11 Principe li disse li savii con-suiteria et se li risponderia. Da poi vene uno secretano fiorentino dii Cardinal de’Medici, nominato domino Zentil Pindaro de Subiacho, con letere dii Cardinal, che è a Bolo-