73 MDXII, SETTEMBRE. 74 e che ’1 lo voleva amazare, e che ’1 signor capitano 10 voleva impichare, e che lo pregava per lo amore de Dio non dicesse niente, che se lo signor ca-pitanio lo havesse saputo lo haria fato apichar ». E in questo parlamento vide lo Crivello, e subito lo dicto messo toruoe fora, el signor capilanio mando« uno altro al Crivello a dirli che uno suo li havea dicto che Hironimo di Napoli lo voleva amazare, e chi ge l’ha dito havea parlato con lui in la terra, unde el Crivello, havendo visto parlarli, pigliò sospeto et crele, e prese per partito amazare dicto Ili-ronimo e cussi 1’ amazò. E morlo diclo Hironimo di Napoli, lo signor capitanio mandò a dire a monsignor de Duraz, che la Signoria lo avertiva che ’1 Crivello lo voleva vendere a li sguizari, e fece con doi caporali dii Crivello che levorono quella compagnia in arme, a li quali promisse 200 fanti a l’uno, a l’altro 150. E vedendo la compagnia in arme, monsignor de Durazo dubitò e crete quello li havia mandato a dir el signor capitanio, e cominziò a parlar de acordo. E cussi seguitò lo acordo dii Crivello con li capitoli che ’I dimandoe, e poi lo acordo di francesi con alcuni altri capitoli. Et con queste stratageme et astuzie dii dito capitanio Renzo di Zere, si fermò lo acordo e si have Crema, et poi sopravene li sguizari con le gente milanese per haver Crema ; e il successo si vederi, per una letera di Alvise di Piero secretano de li provedadori di campo, stava apresso dicto signor capitanio sotto Crema, la copia di la qual è questa : Copia di una letera, data in Crema a dì 10 septembrio 1512, mandata a li provedadori generali in campo, scrita per Alvise di Piero secretano. Clarissimi domini. Questa matina a hore 14 scrissi a Vostre Ma-gnificencie repentinamente quanto era degno de sentire da quelle. Da poi, perseverando pur li messi nostri mandati a la volta de’ svizari che i venivano avanti, questo illustrissimo signor capilanio, presa et 38* posta bona guardia a la piaza et similiter a tutte le porte et assecurata quella che tiene il Crivello, qual lui fa guardare a la compagnia sua, non lassò intrare in la terra alcun de le gente nostre, ma li fece me-tere de fori tutte in arme a la strada dove venivano 11 sguizari, poste le zenle d’arme in squadra, el le fantarie a l’ordinanza, con alcuni falconeti. Sua signoria lo vide, subridendo li andò conira salutandolo et honorando li domandò che bone novelle, al che rispose « Bono » che ’I veniva con quelle gente a dimandare questa terra per nome di la Liga. A le qual parole sopra gionse 3 capitani de quelli cogno-sciuti dal signor capilano, etiam dissero el medesimo, tutti ridendo e parendo richiesta inhonesta. Facendosi l’una parte et l’altra grate acoglientie, el signor capitano, quasi con admiratione, li rispose che ’1 sapeva la bona mente de la nostra Illustrissima Signoria verso soe signorie, con i quali è per perseverar in ogni bona intelligentia e che li pareva de novo de tale rechiesta aspectando maxime questa terra a la Illustrissima Signoria nostra, a nome di la qual lui F ha recuperata et è per tenerla ; e che venendo sue signorie come amici, sicome voi la rasone, da lui erano per recever honore et cortesia ; ma quando volesseno usar forza per aver questa terra, lui era deliberato per mantenerla a nome de la prefata Signoria Nostra, a provar quale de le due parte bavera il capo più duro. El che inteso pei prefati capitani de Altosasso et li altri, cominziorno a ridere, dicendo eh’ erano sta menati a questo dal conte Ale-xandro Sforza, ma che non veniano da loro per aver questa terra a nome de la Liga. Li replicò sua signoria: « Bene, me intendete, questa terra son per tenerla a nome di la mia Signoria Illustrissima de Ve-necia. Se pretendete de averla, voi mandarella a domandare a lei ; eh’ io non son per darvela, anzi per mettere quello eli’ io ho per mantenirla a nome de li mei signori et patroni ». Udita per lo prefato capitano una tale risposta gagliarla, la revolsero a riso e se acombiatorono, et el signor capitano se revolse alquanto e mandò uno suo a visitar el conte Alexandro Sforza, facendoli dir che lui signor capitano era levato più per tempo d’esso conte Alexandro, et me-ravegliasse che non essendo ancora smorzato el fo-cho suo el coresse a pizarne uno altro, e che ’1 dovesse ben pensare dove che ancora el se trovava. Se escusò ditto conte Alexandro che era sta forzato dal reverendissimo cardinale Sedunense et dal vescovo di Lodi a tor questa impresa per nome di la Liga, e promisse doman da malina tornare indrieto et passar di là di Adda. Sono posti a Bagnoli, villa distante de qui da miglia 4 in 5, e F hanno tutta sa-chigiata, spogliarono homeni et donne fin suso le ca-mise. Le magnificentie vostre intendeno et sono molto ben chiare de li andamenti del reverendissimo cardinale et de’Sforzeschi, e comprender questa terra essere stà guadagnata con inzegno et astuzia dal signor capitanio di le fantarie, ajulato assai dal magnifico domino Angelo Francesco da Santo Angelo, el quale cri intrò in rocha e dipenseno el diavolo a