175 MDXII, OTTOBRE. 17G tarmi et subilo se partirà per repatriar. Scrive sier Piero Zen, vene con lui, è rimasto in Cypro per passar a Damasco a conzar certe soe scriplure; e altre particularilà ut in litteris. Da poi disnar fo Pregadi. Et poi leto le letere, el Principe fe’ la relatione ili quanto li ha diio l’oralor yspano da parte di l’Imperador, poi intrò, si pareva a la Signoria, se interponeria a far l’acordo col dito Imperador, sicome il suo re di Spagna li scriveva saria bon concluder, et si oferisse esser mezo etc. Fo leto le letere di Spagna, dii Badoer ora-tor nostro, l'ultime de 19 avosto, da Grogno. Prima, in altre letere, dii zonzer suo lì a la corte, e come andò dal Re, qual subilo presentatoli le letere di credenza se tirò da parte, e cominziò a parlar ed exponer la sua imbasata. Il Re disse che tre cosse havia cazalo francesi de Italia : il fato d’arme di Ra-vena, sguizari con il nostro exercito, e il romper ha fato lui con Ingaltera di sopra; et che l’è amico di la Signoria nostra, e voi mantenir li capitoli di la Liga et le terre sia di chi jure aspeta, et à scrito al viceré siegui a cazar il resto di francesi de Italia e recuperar le terre di la Chiexia; poi disse saria bon la Signoria concludesse lo acordo con io Imperador. Item, parlando de l’impresa de lì, disse che la causa di la tardità è stà perchè li capitani englesi voleano andar di longo a Bajona e li capitani ispani voleano prima aquistar il contà di Bajona poi la terra, et che en-glesi diceva che in Italia la Liga titubava e non era quella bona intelligentia doveria esser. Fu posto, per li savii d’acordo, una letera sapientissima a l’Imperador notada per Bortolo Comm se-cretario, in scusation nostra di le do opposition ne è stà fato per nome di Sua Majestà ,ut in ea. Ave 165 de si, una di no; la copia sarà notada qui avanti. Fu posto, per li savii, uua bona letera a Vicenzo Guidoto secretario nostro apresso il viceré. Come questa venuta di soa signoria non è a proposito con l’exercito, perchè nui senio per dar la bataglia a la terra predicta, et che non havemo bisogno del suo ajuto: però soa excelentia poi restar in veronese, over andar di longo a Milan, con molte parole gaiar-de e quasi minatorie, come per la copia di la ditta letera che sarà qui avanti si vederà: la qual fo grata al Consejo. Have 20 di no. Fu scrito in campo a li provedadori zenerali ili questa letera, e solicitarli a far gaiardamente, et avi-sarli dito exercito e il numero l’é. Fu posto, per li savii, una letera a l’orator nostro in Ingaltera zercha che Soa Majestà debbi perseverar contra Franza, perchè qui in Italia nui semo unitissimi con spagnoli a perseguitar e sradichar il nome di Franza de Italia, con altre parole, e cussi Soa Majestà fazi di là insieme con Spagna, con altre parole, ut in ea. Contradise sier Antonio Loredan el cavalier, fo savio dii Consejo, dicendo è meglio indusiar e veder quello vorano far questi spagnoli, che è zà in veronese, di qual non è da fidarsi. Li rispose sier Piero Balbi savio dii Consejo per la parte, dicendo non puoi nuoser et zovar assai, maxime havendola richiesta 1’ orator yspano. Parlò poi sier Alvixe Gradenigo, è di la zonta, conta. Andò la parte et non fu presa di largo, et fo comandà grandissima credenza. Fu posto, per sier Piero Trun savio a terra ferma, che a la proposltion et oferta fata per l’orator yspano a la Signoria nostra di interponersi in acordar l’Imperador con nui, li sia risposto in forma che nui desiderano l’acordo e semo contenti Soa Majestà e chi altri se voia fazi questo bon oficio, el qual sempre da nni non ha manchato; con altre parole ut in parte. Et parlò per dita opinion dito sier Piero Trun; li rispose sier Nicolò Trivixan savio a terra ferma, dicendo il Colegio lutto non è di opinion, perchè si ofenderia il Pontefice qual ha la praticha in mano. Andò la parte de indusiar, et fu presa di largo, ave il Trun . . . sier Marco Bolani messe l’in-dusia. E posto, per i savii ai ordeni, che a Nicolò Mamoli dito Sbisao qual voi andar a recuperar la nave dii Corezi, e voi che con quelli artifici el farà niun possi usarli in vita soa etc. ut in parte, e fu presa. Et è da saper, Leonardo Brexan et il resto di prolhi di l’arzenal è tornati dicendo non trovano il modo di trazer la dita nave. Li arsili è restati lì, etiam Piero Corexi dii qual è la nave e sier Hironimo Barbo qu. sier Nicolò, fo fradelo di sier Marin Barbo si anegò. Ave 5 di no. Serenissimo et Excellentissimo Domino, Do- 98 mino Maximiliano Divina favente clemen-tia eleeto Romanorum Imperatori, semper Augusto, ac Austrice, Burgundice, etc. duci illustrissimo. Leonardus Lauredanus, Dei gratia Dux Venetiarum etc. commendatio-nem etprosperorum successuum incrementa. Magnificus dominus Joannes Baptisla Spinellus illustrissimus comes Cariati orator serenissimi et Ca-tholici regis, summ;e vir dexteritatis summique in-genii venit nuperrime ad nos, ac priusquam optatam