199 MDXII, OTTOBRE. 200 ambasador non poteva obligar ol suo signor de far una sententia difinitiva senza l’aldisse el reo; ma ben ci promeleva che la Signoria, aldìto, faria juslicia. 11 Soldan comenzó a fulminar perchè è di natura superba c colerica, nè bisogna pensarse de contender con el suo cervello ma sborar le vele come el vento carga e lasarli pasar. L’orator disse: «Signor, dame tempo che parla a questo consolo e che lo esamina per saper quello l’ha operato contro la toa signoria, che se reputa tanto ofesa da lui ». El signor Soldan se aquietò e disse: « Falò venir a caxa toa ». E cussi si partì da sua signoria ; e venuti a casa, fo dato 112 licentia al prefato sier Piero Zen, che era inzima a la sua casa dove el stava, ch’el venisse da l’orator, e ai-dito, l’orator lo rimandò a caxa sua. Fu consejato di operar con il signor Soldan per mezzo de questi signori, che sua signoria contentasse che di questo lusso tratà tra el nadragas et el choza e alcuni altri mori, et che 1’ orator doveva prometer clic la Signoria facesse sententia difinitiva, over sìmpliciter che, di poi aldito, faria giustizia. JBreviter el signor Soldan contentò la cossa fusse remessa ai sopraditi, insieme con l’orator. E poi l’orator andoe a caxa del nadragas dove era tuli reduti. L’orator parlò mirabilmente, per modo che tandem tutti concluse ch’el non si poteva obligar a quanto el signor Soldan voleva, e se rimase che a una audientia publicha dii signor Soldan l’orator intravenisse con tutti do li consoli di Damasco e Alexandria c marchadanti, e lì davanti tutti, sentito di bocha dii signor Soldan le querele faceva soa signoria conira sto consolo di Damasco, che lui orator di sua mano li metesse la ca-dena al colo, et lo tolesse per consignato per condurlo da la Signoria nostra che li facesse justilia. Et cussi fu exequito : che andati a dita audientia dii signor Soldan in uno altro luogo di quello foel primo, che è in una corte per do volte longa è la piaza di San Marco, acosto el suo zardin, in superbo luogo era su un mastabè alto dito signor Soldan forsi pie’ 12 da terra, sul qual l’era sentato, e in piedi dai lai l’armirajo»grando, el diodargrando e tutti questi signori principali. L’ orator vestito d’ oro, con una vesta a manege dogai di zendado. E intradi dentro, fato le salutation consuete tre volte e reduti apresso el mastabè zercha 8 passa, e con tutti do i consoli e nostri marchadanti, acostati al mastabè, fo menati lì in caene docyprioti che furono presi da mori, quali acompagnorno l’orator di Solfi a Venexia. E il Soldan comenzò con colera a parlar, che l’ha una voxe alta, digando che sier Thomà Contarmi consolo de Alexandria era homo da ben, ma che questo di Da- masco non ha manchi per lui do metcrlo a le man con la Signoria. E parlava con colera, dimostrando i messi presi e ch’el haveva le letere del Soffi che li scriveva a la Signoria, sbufando molto. L’orator si forzava de indolzirlo con le più grate et honorevole parole dii mondo, e non vote l'hora di venir a lato, e fatosi dar esso orator la chadena, di soa mano la 112* mese al colo di sier Piero Zen consolo di Damasco nostro, et lo tolse per consignato come prexon di la Signoria, per consignarlo a Venexia acciò la Signoria fazi justitia. Poi el signor Soldan disse eh’ el dava cargo al suo coza ch’el fusse insieme con l’ambasador, e di le cosse di Cypro dii suo tributo, che l’era sta inganato, che non li veniva observà li soi capitoli, e simelmente dei capitoli ebe havea facto Tangavar-din con la Signoria zercha la marchadantie, digando che Tangavardin era un ribaldo e che lo el voleva reformar, e disse : « Ambasador, elezi uno de sii do partidi : o regola queste nostre cosse, o veramente tuote tutti i toi merchadanti e vatene via dal mio paexe. » L’orator li rispose che l’era venuto per confermar e augumentar la bona amititia che haveano insieme da centenara de anni in qua; che l’era reduto al nostro amor naturai come è quello del padre con i fidi e parenti conzonti: et con bone parole tolessc-no licentia e se ne ritornasemo a caxa. Et fo menato con l’orator ditto sier Piero Zen in cadene con tutti i soi merchadanti, e alozato a caxa di esso orator da quel dì a questo, e perchè è in una habitalion grande che alozeria 200 persone, e continue è lì da 100 franchi, computa questi poveri greci furono presi. Sichè dito sier Piero Zen si ha liberato, et è stuà sto focho dii Soffi e lutto è rimesso a Venexia. È stato poi el coza qui a caxa di l’orator querelando ch’el signor Soldan è sta inganà de li tributi de Cypro, e li è sta dà roba de pocha valuta, e lui l’ha ricevuta a bon conto, e cussi dize la so poliza dii ricever, e fa conto di dover ha ver da 40 milia ducati in su, e quelli à portato il tributo hanno auto pocha consideration, aversi fato far di recever per parte et non per resto. L’orator, a questo si ha schernito meglio ha potuto, con dir che la Signoria ha pagato i ducati 8000 a l’anno ai soi ministri, e si loro ha fraudà nel comprar di zambeloti, l’è necessario che la Signoria fazi venir a Venexia questi cyprioti che hanno auto tal cargo, e veder ste cosse, e inteso la raxon i diriano, la Signoria faria quel voi ogni dover che niun sia inganà, e per gratia di Dio l’è tal la iuslilia di la Signoria, che la luze per tutto il mondo. E cussi questo articolo si aquietò con remeterlo a la Signoria, che è sta ben fato, e pur se li meta tempo a le cosse di