29 MDXII, SETTEMBRE. 30 dinal Medici e il magnifico Juliano erano intrati in Fiorenza con l’ajulo dii viceré di Napoli e dii campo di spagnoli, e fo leto do letere, la copia sarà qui avanti, con una letera dii Cardinal proprio a dito Piero la presenti a la Signoria, di credenza, l’avisi di tal felice ingresso. Noto. Alexandro di Nerli è qui, qual rimase molto sopra di se per tal nova. 14 Simario e copia de una letera scritta per il reverendissimo Cardinal di Medici al Summo Pontefice. Sanctissime ac Clementissime Pater, post pedum oscula beatormn. Iloggi, dandosi per li spagnoli su le mure di Prato lo assalto valorosamente et per il muro rotto et per le scale introrno dentro circha a sedici hore. Hanno messo la terra a sacco non senza qualche crudelità de occisione, de la quale non si è possuto far meno. Vi erano dentro tre milia battaglieri de li quali sono scampati pochi ; è stato preso Luca Savello et el figliolo. La presa di Prato così subita et cruda, quantunque io ne habbia preso dispiacere, pure harà portato seco questo bene che sarà exemplo et terrore a li altri. De modo mi persuado le cosse de qua haverano ad exequire felice successo. Per essere io sforzato a mandare le letere per via di Bologna, son certo la Santità Vostra bacerà adviso prima del mio, pure non ho voluto manchare del mio officio, et de le cose sequiranno sarà tuttavia advisata la Sanctità Vostra, a li cui sanctissimi piedi humilissimamente mi ricomando. Ex fcelicissimis castris prope Pratum die XXVI1I1 augusti 1512. Ejusdem S.‘is V. liumillis IO cardinalds De Medicis. Copia et sumario di un’ altra letera scrita di Ferara a domino Petro di Bibiena in Vene-eia, per suo cugnato Sebastiano. Son certo che a questa hora siate advisato del felice introito di monsignor reverendissimo con la casa de’ Medici, et havemo deliberato venire a Ve-necia, e scrive la causa del suo restar, e come lì a Ferara gratamente è stato riceputo da la excelentia de madona duchessa etc. Io portavo certe creden-tiale de le particularità del felice successo de Fiorenza, benché credo de tutto siale advisato, pur non re- sterò de dirvi el tulio. Da poi la prexa de Prato et el sacho, come per la copia directiva a la Santità de Nostro Signore ad plenum intenderele, fu di tal sorte che si eomenzò a levare il populo, et veduto questo, li Otto preseno partito de desmeter el confa-loniero. Ebbe due fave in favore et sei in contrario, et poi dui genlilhomeni lo preseno per la mano et lo 14* menorono a caxa sua et non senza gran pericolo de esser tagliato a pezi. In sto interim, le pratiche grande et oratori veneno al nostro reverendissimo patrone, e d’acordo restorono finalmente che dovesse entrare el primo de setembre a 15 hore, et cussi ha falò. Li vene tuta Fiorenza incontro, con tanto triumpho che più non posso scrivere per non esser capaze ; più apieno vi advisarò per le altre mie, arivaio eh’ io sia a Bologna overo a Fiorenza che sarà fra poche hore. Questa directiva al Serenissimo Principe era credentiale in persona de quanto vi ho deto di sopra, sichè non achade darla, pur io ve la mando. Fo fato el confaloniere a 1’ bordine solito un de caxa Moreli, che sapete bene chi è meglio che mi, mollo scorporato de la caxa. El confaloniere, videlicet Piero Soderini ha voluto pagare 200 mila ducati al viceré, et lui non ha voluto, et ha lato da vero signore : tutti sta bene, come per sue lelere averete inteso. Missier Joan Alberto da la Pigna el io cenamo eri sera con uno missier Baldisera Malchiavelo, dove fummo a gran ragionamenti, et se vi ricomandano. Credo missier Joan Alberto venirà de lì de corto. Inpressa et non riveduta per la freta dii cavalcharc. Ferariae, die é septembris 1512. Magnifico missier Pietro da Bibiena mio patre et bene factore honorando. Veneciis, a San Stefano. 1512. Die 6 septembris in Bogatis. 15 Die 12 suprascripti in Majori Consilio. Sono molli zenthilomeni nostri, quali, da poi electi in alcun officio de questa cità nostra, se fanno licito de fare exercitare essi officii, che per la forma de le leze et de la sua eleclione dieno far loro pro-prii, a figliuoli et altri sui parenti. La qual cosa non sohm è injusta et aliena da ogni equità, verum etiam damnabile, e con mormoratione universale, et puoi de facili seguire qualche sinistro effecto: però essendo necessario proveder per ogni rispecto,