499 smxnr, GENNAIO, 500 Di Bergamo, di sicr Vetor Lipomano, vidi do ìetere di 13 et 15. In la prima : come a dì 12 scrisse esser slà manda da Milan a dir in secreto al provedilor di Bergamo come il duca di Milan et la soa Liga voleva mandar a dimandar quella terra si desse, per uno trombela, etiam andar a campo a Crema ; e quello mandò a dir tal cosse fo domino Francesco Chieregalo, eli’è citadin visenlin e sla col cardinal sguizaro; el qual nonlio partido dal prove-didor lo disse ad altri, adeo per la terra se intese, e tulli fo in gran paura. 'lamen si ha aviso per più vie, spagnoli dize si la Signoria non si acorda con loro, tutta Italia va in preda, perchè la Signoria si acorderà con Franza e schazerà tedeschi e loro de Italia, e zà si vedo che spagnoli vanno a la volta del cremonese, perchè hanno paura non li sia será i passi ; chi dize vanno a Verona. Scrive, quello è venuto di Franza è domino Cesaro da Martinengo da Brexa, e ha parlato col provedilor, e li ha dito il Roy è contento dar a la Signoria il Sialo suo ; sichè tien si concluderà. Dii dito, di 15. In questa matina hanno auto letere di Crema di 14 dii capitano di le fantarie. Come il provedilor Pexaro, era lì, è morto ; et li à mandato una lei era da Milan di 13 dii Guidoto, li scrive che li imperiali sono molto divisi fra loro, el è pra-ticha di acordo con la Signoria, e il viceré si fatieha mollo ch’el siegua ; minazano voler venir a tuor il possesso di Bergamo e vorano bergamaschi dagino una paga a le zente, et un’ altra li darano milanesi, e una l’Imperador si dice manderà ; ma questa moneda di 1’Imperador non è ancora slampada. Tode-schi dicono hanno pratica di acordarsi con Franza, e hanno dal Papa sufiziente mandato di mandar a farsi consignar Brexa. Tamen lui Guidoto crede il viceré non la farà consignar, e fa il tulio la Signoria si accordi, e dize il Re suo ha scrito che se 1’ Imperador lo richiede dagi le soe zenle, lazi quello voi esso Imperador : e dize che voleno andar etiam a tuor Crema; ma non l’averano per esser fortissima. Scrive esso sierVelor Lipomano: come, per alcuni spagnoli venuti lì a Bergamo, ch’el viceré ha letere di Spagna ch’el sia d’acordo con la Signoria. Item, scrive lui non ha paura di star lì in Bergamo, perchè in caso che i venise, anderà con li stratioti è lì in loco sicuro. Itcm, àdato al provedilor ducati 300, e fa-toli letere di cambio in la Signoria, i quali si manderà a Crema,e li stratioti li porterà sta note; sichè se lì manda ducati 600. 282 Dì sier Francesco Mar zelo capitano di Raspo, date a Ringuento. Vidi letere date a dì 5 Ze- ner. Come à di novo, in Gorizia esser slà fato una Dieia, dove è slà molto contrasto, el maxime questi capitani e castelani voleano si stangasse la triegua in queste parte fino San Zorzi fata Ira l’Imperador e la Signoria, zoè li subditi di l’una parte e l’altra non si danizaseno, e il conte Cristofolo di Frangipani e il capitano di Trieste non ha voluto, dove al conte Cristofolo predicto è slà dà il cargo di la guerra in questa provinzia per il vize agente per l’Imperador, e si dice aspetano 200^ cavali di corvati per venir in Ilistria. Scrive, venendo, si compirà di ruinar il paese, però sarià bon la Signoria mandasse qualche cavalo de lì per obstarli. Item, li sia mandato uno bom-bardier. Scrive, de lì in li subditi cesarei è fama ch’el signor Bortolo d’Alviano dovea venir in Ilistria-capitano di la Signoria. Item, il capitano di Pexin, l’altro eri li scrisse rechiedendolo con inslantia li facesse intender si esso capitano votava servar la trie-va fo facla alias per Alvixe di Mazuchi di Cao d’Hi-stria con lui capitano di Pexin e subdili imperiali lì vicini ; al qual li rispose non poteva risponderli altro ma scriveria di questo a la Signoria e quanto havia li farà intender, e li promiteva non inferirli danni a ditti subditi cesarei se prima loro non comenzavano. Scrive non voria, per sua opinion, si prolongasse tal trieva hessendo esclusi li corvati, i quali veriano a ruinar il paese, e loro imperiali sariano seguri non haver danno da li nostri : ma saria ben fusse prelon-gata la trieva e dirla zeneral, e dice : Dio volesse la non fusse slà fata l’altra eie. Fi dita lelera tata in Colegio e in Pregadi, poi per Colegio li fo scrito: laudava si facesse la trieva zeneral e cussi rispondesse al capitano di Pexin, includendo etiam li corvati. Di sier Nicolò Michiel proveditor in bre-xana, date a li Urlinovi, a dì 15, hore 18. Come eri ave letere dii capitano di le fanlarie di Crema, li avisava il mancar di sier Nicolò da Pexaro provedilor de lì confortandolo a venir lì subito, unde lui fe’ chiamar el Consejo e il protonotario Mozenigo e molli citadini brexani, e proposto partirsi lutti, una voce li disse: « Provedidor, noi non li abandonere-mo ; partendo ti, saremo sachizali da spagnoli. » L’abate Mocenigo disse : « 11 proveditor anderà a Crema, io resterò qui. » E lo lauda assai, e il podestà domino Zuan Francesco di Duchi zerman dii qu. domino Thomaso di Duchi fo squartà in Brexa col conte Alvise Avogaro. Noviter etiam restarà domino Mariano da Prato con la sua compagnia, e lo lauda perché el sequita le vestigie dii barba; etiam Schia-veto dal Dedo conteslabele con 50 fanti. Lauda molto il capitano signor Renzo.