327 MDXII, NOVEMBRE. 328 el reverendissimo Curzense gionse lì secretamente, e quella note alozò in palazo dii Papa, ebbe audien-tia dal Papa. Prima l’intrasse, mandò a dimandar al Papa che ’1 voleva intrar in Roma in mezo di do cardinali, e ’1 Papa sopra zio fece congrega-tione, e propose questa dimanda a li cardinali, li quali per niun modo volseno consentir, perchè la raxon no ’1 portava, che non hessendo ancora Cardinal ma simplice vescovo, l’mirasse a questo modo; tandem per voler i cardinali compiacer al Papa, el qual desiderava che li fosse fato ogni gran sorte di honor, forno contenti che do cardinali tan-quam amici li andasseno incontra fuor di la porla in prati, et ivi lo acetasseno e lo metesseno in mezo fin a F intrar di la porta di Santa Maria dii Populo, e poi lassarlo come hanno facto. Eri, da poi disnar, esso Curzense, poi che F hebe disnato in Belveder dal Papa, fece la volta di prati per far F intrata solenne per la porta dii Populo. Li do cardinali, quel de Stri-gonia e lo Aginense li andorono incontra in prati, et ivi lo acetarono. Lo Cardinal de Istrigonia come più vechio e più amico suo rispelo dii re di Ilonga-ria, el qual era di Bohemia et elector de l’imperio, li fece le parole; da poi lui, el nostro oralor domino Francesco Foscari, et quel di fiorentini domino Antonio Strozi dotor feceno il simile, e lui fece risposta a tulli. Da pò questo, i cardinali el messeno in mezo e lo acompagnorno fin a la porta, dove poi lo lassorno. Per la strada di Ponte Molle fino a la porta dii Popolo, erano tutte le fameglie di cardinali per ordene, le qual fameglie a una per una li feno le parole, l’ultima fu quella dii Papa, e a lutti lui etiam fece risposta. Tutti li prelati di Roma, di ciascuna sorte da’ cardinali in fuora, li fumo incontra e la guardia dii Papa a piedi et a cavalo ; et dopo che i do cardinali forno partiti a la porla, el fu tolto in mezo de uno arziepiscopo et uno episcopo, et acompagnato da tutta questa gente infino- a palazo per mezo di Roma vene, dove el gionse a meza bora di note. Dismontò e andò dal Papa ; stete alquanto e poi tornò giù, et con lume di torze fu acompagnato a caxa, dove 185* li fu preparalo, videlicet a Monte Zordano nel palazzo di Orsini. Questo Curzense è di età di meno di anni 40, bello e biondo. Era sopra uno ronzinelo vestito con una vesta di velulo negro a la todescha, fodrata di pelle negra, con una bareta a la francese di pano con la pietà e con la spada a lato. Assaissimi ambasatori era con lui de più potenlie che lo seguitavano, domino don Piero d’Urea di Spagna, domino Petro Laudo veneto, dominode’ milanesi, domino Bartolomeo di Filippo Valori de’ fiorentini, dii Papa, de Borgogna, de’ Sguizari, de’ Senesi, Lu-chesi e altri assai, i qual tutti hanno fato la intrata con lui, e con li cariazi de ogniun inanzi per far ma-zor pompa. La qual intrata non potea esser stala magior nè più bella, si ben fosse intrato un Papa over Imperator; e cussi tutto eri fo festa qui. Ozi si hacominziato a lavorar. Prega Idio si fazi bona opera, che si possi ussir di guera. Li nostri oratori sono stati ozi a visitarlo, a li quali ha fato bona cicra, et tandem si spera di bene. Per altre lettere particu-lar, è questo, come erano assa’ trombe, pifari e altri instrumenti avanti et più di 130 episcopi, e in questa intrata è stato di cavali 5000 stimati; et zonlo a ca-stel Santo Anzolo, era sera, fu diseralo assa’ colpi di artillarie, et trato rochele in numero in segno di allegreza. A dì 11. La matina vene l’oralor yspano, justa 186 il solito. Di campo, fo lettere di proveditori nostri dal Dezanzano, di 9. Nulla da conio, solum lettere e avisi il viceré esser partito da Cedi e andato aio-zar a Chiari. Item, il governator ha expedito do soi nontii a la Signoria a luor licentia ; ha mandato le sue robe a Mantoa, etc. Item, zereha la praticha dii castello di Brcxa, scriverlo al Consejo di X. Dii Caroldo, da Milan, fo lettere. Come l’andava a Vegevano a trovar il Cardinal sguizaro; è stato col vescovo di Lodi etc. Item, coloquii con quelli capitani sguizari, quali è amici di la Signoria. Item, che il re di Franza ha otenuto da’sguizari di mandarli a parlar, et li manda monsignor di la Trimoglia, promesso avanti trato darli 50 milia ray-nes ; e altre parlicularità, e sguizari è sta contenti el vengi, e voleno aldir la proposta sua. È da saper, in questi zorni è zonti qui fomenti di Sicilia assa’ nave, si dice di raxon dii re di Spagna ; zereha stera 50 milia, ma vai podio. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et di sa- vii ad consulendum. A dì 12, l’orator yspano fo in Colegio dolendosi che la Signoria non voi, e ha tenuto modo che li danari è sta trali in Nerli e altri fiorentini, qual il thesorier del viceré venuto qui credeva averli, et non li hanno auti, dicendo gran parole : « Questo non è ofi-cio di bon amigo, è contra li capitoli di la Liga » etc. A le qual parole, il Principe rispose gaiardamenle che queste parole voleva dir altro ; dolendosi di spagnoli et erano sta causa de la perdeda di Brexa ; e questi non è li capitoli di la Liga, e al presente, hessendo