505 MDXllf, GENNAIO. 506 da matina si dirà per il Principe tal deliberation dii Senato. Fu poi leto le opinion de savii zercha acordarsi con Franza. La prima, fo una letera si scrive a sier Andrea Griti in Franza in risposta di soe: come ha-vemo fato li capitoli, e in caso il Re non volesse assentir senza Cremona e Geradada che resli a Soa Majestà, in questo caso senio contenti debbi concluder; e di questa opinion è sier Antonio Grimani pro-curator savio dii Consejo e il resto di Colegio. L’altra 285 letera, è di sier Antonio Trun procurator, savio dii Consejo, voi scriver: come havemo fato li capitoli, e la raxon voi, hessendo in vera lianza, habiamo tuto il nostro Stado, però debbi instar con Soa Majestà a la conclusion, e altre parole ut in litteris. La terza opinion fo di sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma, qual voi indusiar e non scriver niente, perchè s’il Roy haverà voja de concluder, non starà per Cremona di farlo etc. Et andò prima in renga dito sier Gasparo Malipiero dicendo : « Semo traditi da Franza qual non voi acordarsi ma ne ha intertenuto a l’acordo con l’tmperador, et ha mandato questo secretano di missier Zuan Jacomo qui senza comission etc. Et si à corso troppo a furia a sotoscriver i capitoli con chi non ha comission etc. » Parlò poi sier Alvise da Molili savio dii Consejo, qual voi concluder con Franza ad ogni modo. Poi andò suso sier Antonio Trun procurator, savio dii Consejo, e per la soa opinion parloe, e venuto /oso, l’ora era larda el fo rimesso questa materia a doman e comanda strettissima credenza. Tamen dirò, cussi non si despula sopra il caso; di Franza l’acordo è certo, che di qui è in dubio, ergo etc. Veneno zoso a bore 3 e meza di note. Fo leto a la Signoria una letera di uno amico eli sier Ferigo Renier, è proveditor sora le Camere, data a Cividal dì Belun. Li scrive aver da Trento, esser slà fato proclamo, perchè il Conte Palatino era partito dii Stato e andato al Ducha di Geler. El qual si partì a dì 13 da Trento, dove era venuto mandati di lelere in lodesco e latini, che luti quelli passavano de lì che fosseno di quelli di esso Conte Palatino nemico di Soa Majestà, fusseno tra-ctati da inimici etc. A dì 22, la malina, fo le infrascripte lelere che vene. Di campo, da San Bonifa,zio, dìi provedìtor Capello, di 20. Come havea ricevuto le lelere dii Senato in materia del signor governador, qual li ha piacesto mollo, et dice voler far quanto voi la Signoria e star soto chi quella voi, dove el veda esser utele e benelìlio dii Stato noslro ; ben è vero ch’cl prega li sia racomandato il suo honor, et mandava uno suo secretano di qui a ciò che si expedissa li capiteli richiesti etc. ut in litteris. Di Salò, di sier Daniel Dandolo provedìtor, dì 18, liore 3 di note. Come erano tornati tutti li spagnoli che aeompagnarono todeschi in Verona ad alozar su quella Riviera ; dicono ben di levarsi fra do zorni e andar a lozar in Brexana. Tamen, di queste 285 * non è cerleza alcuna ; forsi in questo compir di Iriove ditti spagnoli vorano far qualche novità, per aver il comodo e non vi esser chi li obsla. Scrive, si dize el castel di Milan fa un gran trazer ne la terra, e uno zorno, hessendo il Duchelo in Domo con la sua corte et imbassatori e quelli signori, venne una balola di L. 200 dii castello, la qual deto nel Domo e tolse dentro una piera di l’altar, e insì fuora por una porta de mezo, adeo tulli si messemo in paura. Ozi hano nova ch’cl Consejo di Milan ha fate intender al Duca, che voriano saper chi sarano quelli die voij n an-tenirlo in Signoria, e diteli a queste lazi provision; la qual nova l’hano per via di Cremona. Avisa, lutti li spagnoli è ritirali di qua da Ojo e parte sono alo-zali a Cremona da 1000 in suso, e piarle alozati per ol pian dii brexan destesi sopra Ojo, e parie alozati a pe’ di monte a la volta di Brexa, comenzando a Gavardo. Su quella riviera di Salò è alozati 40 cavali, i quali bravisano assai per questi vilazi di voler sa-chizar Salò e tuta la Riviera, e voleno per la Liga fuor la terra, e di bora in bora a lui provedilor li vien tal messi con queste nove. Tamen, conforta tutti non habino paura ; ma queste fanno spagnoli per pelar villani e li comuni che stagino saldi, e li fanno gran danni. Scrive, la terra è tutta in fuga, e hanno spazato uno oralor a la Signoria nominalo domino Birotiimo di Bernardinis, a dimandarli presidio. Scrive, lui non dubita, e havendo licenlia da la Signoria, li svalisaria una nolo lutti dilli spagnoli alozati in quella Riviera. È slà dito bora el ducha di Ferara ha recuperato-uno suo castello Ira Modena e Rezo si leniva per l’imperador. Di Crema, di sier Nicolò Michiel provedìtor, di 17. Come l’altro eri gionse de lì pnrtido da Urzi nuovi, dove da lo illustrissimo capitano di le fantarie e da la comunità fu aceplalo, et eri il capitano li mostrò l’hordine di le reparation fate ; qual lauda molte, et è sicurissima, e diede intelligentia, solecitudine, core et fede ; la Signoria nostra non potria trovar homo più pieno di esso capitano. La terra è molto confusa per li alozamenti di soldati. Lui provedilor ha tolto il cargo dì adatarli, ancora che