453 MDXIfl, CANNAIO. 454 mission da l’Imperador. Rispose di no, ma li bastava l’animo averla di brieve, et spazeria lettere in questa sera perchè cussi era il voler dii Catolico suo re che seguisse questo acordo, et si offeriva andar in persona fino in Alemagna, eie. Vene sier Nicolò Vendrarnin qu. sier Polo qu. Serenissimo, venuto di campo, e con li Cai di X re-feri molle cosse dii pericolo di T esercito e di colo-quii auli col governador noslro e altre cosse de lì. 255 Di campo, dii proveditor Capello da Monchi. Nulla da conto, come in dite letere si contien de occurentis dii campo. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta di X di presonieri.Fono expediti alcuni zaralini fo mandati de qui per sier Sebastian Zustinian el cavalier proveditor in Dalmalia per esser sediliosi e scandalosi, e fono confinati a star qui per anni....... Item, il canzelier di sier Lorenzo Corer conte di Zara, privato di la canzelaria di Zara et in perpetuo di canzelerie di Dalmalia. Colegio in questo mezo si redusse ad consti-lendum. A dì 5, la matina. Vene in Colegio el vescovo di Ixernia orator dii Papa, nescio ad quid; etiam poi vene 1’ orator yspano. Tutti continuano in Colegio, volendo divertirne di Franza. Da matina, si ave letere di Paulo Agustini. Come a dì 29 era intrato in Milan el Duca, accompagnato con assà cavali. Eravi il Curzense Cardinal e il viceré e jl signor Prospero Colona e altri signori ; al qual li vene conira il sufraganeo episcopo, perchè quel arzivescoado è dii Cardinal di Ferara, qual è andato in......., et con la umbrella dito Maximian Sforza, fo fìol del signor Lodovico, di età di anni....., introo nel duchalo. Tamen non fo sonato campane, perchè il castello trete assai, et haria trato più. Scrive esso Paulo altre parlicu-larità, eh’ el marchexe ha dito seguirà accordo con l’lmperador et la Signoria, come dirò di solo. Di campo, da Ponchi, dii provedador Capello. Fo letere, nulla da conto, zercha zente d’arme e altre parlicularità dii campo. Noto. Ozi vene sier Nicolò Michiel el dotor, qual è provedidor sora il flisco, stalo più di un mexe e mezo a Padoa per l’ofìcio, et in execution di la parte presa nel Consejo di X con la zonta, dete a domino Benedeto Crivello milanese, era in Crema, per la promision fatoli di haver una caxa in Padoa, la caxa fo di Bertuzi Bagaroto dolor, che fo api-calo, qual è bellissima ai Eremitani Etiam li dete la possession a Creola fo di Arturo Conte fo fiol di domino Prosdozimo, qual è mia 0 lontan di Padoa sora l’aqua, va alorno mia 10, e si cavalcha tre mia in mezo dite possession, qual danno de intrada ducati 1000. E noia: di caxe di rebelli, etiam fo data quella di Antonio Cao di Vaca al fiol fo dii conte di Pitiano. Questo Benedeto Crivello ha moglie zoveno a Milano non sposata, fiola di Biaxin Crivello, qual farà venir di qua. Da poi disnar, fo audientia di la Signoria e di sa vii. E da saper, eri nel Consejo di X fu fato vice Cao, in loco di sier Nicolò di Prioli è amalato, sier Andrea Magno fo Cao di X. A dì 6, fo il zorno di la Pifania. Il Principe fo a 255 messa in chiexia di San Marco. Erano li do oratori dii Papa Ixernia et il Stafileo, il conte di Chariati orator yspano, 1’ orator di Ilongaria, l’orator dii Curzense e li do oratori sguizari, el signor Frachas-so et il conte Malatesta da Sojano. Et l’orator yspano disse al Principe aver letere da Milan, di 2, che la roca di Trezo si havia resa a’ spagnoli a loro de-scrition ; la qual nova non fo credula, pur disse aver letere. E compito la messa, si redusse il Colegio in camera da basso dii Principe a lezer cerio lelere che erano venute questa matina. Da poi disnar, poi vesporo, si reduse il Principe con li consieri e savii di Colegio ad consulendum. Vene l’orator yspano in materia di 1’ acordo eli’ el voi tratar, et parloe proponendo alcune cose e far trieva, et vene mollo tardi, adeo andò via con le torze. llectoribus Paduce. Ilavemo deliberato con il Senato noslro a dì 2 del mese di Marzo presente, mossi da juste et conveniente cause, che tutti li acti, et sententie, et processi falli per li jusdicenti cesarci nel tempo che ste-teno in questa cità non siano de algun vigor; ma le parte tornar debano in'quel stato, grado el esser che le erano avanti che dita cità si perdesse; de il che ne habiamo voluto dar noticia, acciò vi sia nota la mente de il Senato nostro. Die 3 martii 1510. Fiantsimiles litterce liictoribus Vincentice, Monta,ffnance, Este. ili. D. XII die 6 Ianuarii in llogatis. L’anderà parie : clic per autorità di questo Con-