301 SIDXir, OTTOBRE. 302 modo di pagarli la laia, e sono già Ire giorni ne l’orto sopra la terra ditti corpi. A di 4. Si è certifichadi el nostro campo esser de qua da Ojo alozato a Pontevico, Variola vechia e Variolagixa, per quelle contrade. E l’aspeta, questa note over doman di note, Dio li doni vitoria. Eri sera, el castello trasse al vento e senza fruto de gran bote de arlellarie, e una se rompete e do peziamazò do francesi a la porta di le Pile. La peste è intrata nel castello, e ogni dì ne moreno qualche upo. Ozi, a hore zercha 13 7„ disnando lui, trasse 3 feribilissime sagile, l’ultima de le qual el ton fo mazor che ’1 sentisse mai, e ferì la cuba di la chiexia di Salila Maria del Domo, ha ruinado parte de l’organo e roto la preda di l’altar di S. Savin e Cyprian che iace sotto l’organo. E zercha le 18 hore, li stratioti si apresentò fin a la porta di San Nazaro e San Zuane, e prese un monsignor di la Mota capitano de monsignor de, Obignì, e cinque altri arzieri fo morti per questi 170 monti che sti vasconi andavano vendemando; siehé, tra amazadi, morti di morbo e presi, da un mexe in qua ne mancha a la mostra pocho men de 1000, e ogni dì anderà manchando. Crede non sia zente da defexa più de 3000 persone tra pe’ e cavalo, che non sono suficienti a difender tanto circuito quanto è questa terra. Si starà a veder l’exito. A dì 5 Avosto. In questo dì, questi inanegoldi brusa tuto el borgo de San Zuane ch’era quasi una ciladella de caxe, botege, ostarie. Brusano anche el borgo de la porta di Torre longa, e brusano tulte ha-bitation che sono circum circha la terra. E dice, li 11 savii deputadi quando el Iìoy mandò a dimandar Brexa, fo pur alcuno che disse : « Voleti vui rendervi senza boia di bombarda?» e risposeno li savii : « Vo-lemo aspelar el campo che ne desfaza le nostre chie-sure ?». Alora temevano di perder li albori e vide, e al presente va tuto in malora. Sono zente da poco; ma al presente che vedono la tolal soa ruina, sono desedali ; 1’ è meglio tardi che mai. Beati loro se quando vene domino Andrea Griti brexani liaves-seno fato quello che intende al presente i fanno e vogliono far, e quella impresa perì in gran parte per la sua avaritia che li ofuscò l’intelleto, che non veteno il suo pericolo. Lassemo andar il passado e si voi atender al presente, perchè prceterita magis reprehendipossunt quam corrigi, come disse Ilan-nihal a Scipione. A dì 6, zorno di San Salvador. Li stratioti in bona somma si hanno apresentato a le mure e alcune fan-tarie. È stato a visitar el conte Nicolò da Gambara. Li disse Milan era voltado a l’ubidientia del Roy, e tutto quel stado, e eh’ el nostro proveditor havea chiamali soi nepoti in campo e loro non havea voluto andar, c tutti li Gambareschi è fati ribelli di la Signoria e toltoli tutti li soi beni ; ma il campo francese potente veniva in socorso e faria e diria. Scrive, di queste cosso dite non crede nulla, salvo di beni loro tolti, maxime li soi e di fioli fo dii conte Zuan Francesco ; ma de quelli fo dii conte Mafio e quel fiol fo dii conte Piero, francesi dicono questi haver fato pontamento con la Signoria. E hano pocha de-vution nel conte Nicolò, e quel Costantin Yalzoi era banderai dii conte Zuan Francesco e a la rota era banderai del signor Bortolameo d’Alviano, e per la prova che ’1 feze el Roy lo tansò 150 scudi a l’anno, hora è banderai dii dito conte Nicolò, el qual dize che dito conte Nicolò, venga o venetiani o francesi, eh’ el farà mal, ancor che ’1 sia di l’hordine di San Michiel, zoè compagno del Roy. A dì 7. Molte fantarie e stratioti se hanno apresentato a la tera e acampati, ita che più niun non ardisse ussir di la terra a tuor uve e far mosti; nè le fontane butano più acqua e li fiumi etiam è tolti; non è vino, pocha aqua e poco strame; non se pò masenar, è stà fato molini da man. Scrive, non sa la causa quel monsignor di la Mota che fu preso terzo zorno è stà lassato per li nostri, e di questo la brigata si maraveia e fanno comenti sopra zio. Se aspe-tava questa note tuto el campo con l’artellarie. A dì 8. Questa ma lina li marcheschi se hanno apresentado a li muri, non però el campo. El castello e canton Monbello, dove hanno fato un bastion, han Irato al vento de gran bombarde, perché hanno polvere assai di quella fo di la Signoria. Fanno certi bastioni verso San Piero Olivier, e cazano li poveri homeni con bastoni a lavorar, li quali moreno da fame. Si sente li nostri far tirar le artellarie sopra el monte a l’incontro del castello, e fano bene; desidera al castellan e quelli tutti che son dentro, e maxime la damisela del castelan a la qual el voi tuto el suo ben. Dize siamo serali e nulla nova se sente. Ozi ha inteso el re d’Ingaltera havea preso Roan capo de Normandia, et scrive, è certo ogni dì e hora per hora se intende qui a Venecia el successo dii campo, pur ha voluto scriver questa lelera, la qual si potrà chiamar parai ipomenor, che secondo San Uironi-mo voi dir scripta dierum; ma non voi più scriver, e aspetar el campo grosso, e le arldarie comenza a lavorar e slrenzer la terra. Spera non sarà la festa di la Assumption che Tse depenzerà su le porte di Brexa San Marco glorioso, e allora scriverà el seguito, da poi dii serar di questi sfogii. Scrita su tri-