133 MDXII, SETTEMBRE. 134 di 25, in porto dì Havena, a hore 22. Come iti quella matina si partì de Prìmier e zonse lì a hore 17, et è stato a parlamento con il duella di Urbin e P orator nostro sìer Warin Zorzi, e conferito quello se habi a far. Tien doman sì darà principio a dar danari a le zente, e fornido se ritornerà a la impresa. Ricorda a la Signorìa mandi la paga per quelle zurme, etc. Dii dito, a dì 27, ivi, a hore 3 di note. Come el corier portava le lelere e quelle di Roma parli a dì 24 dì note, e per fortuna andò in terra a dì 25, con manifesto perìcolo dì anegarsi, pur scapolò, et ozi è tornato qui, per terra venuto, et per expedir tre man di letere venute di Roma di qualche importan-tia, le manda per barella a posta di longo tino a Chio-za. Scrive el Ducha li fe’ dir el voleva sì facesse uno ponte fermo per la bocha di Magnavacha, e poi disse volerlo per Primier, e in quanti zorni dimandò si l'aria. Li rispose, havendo le cosse necessarie, lo faria in zorni do, e questo per il numero di marangoni venuti con una barcha longa; e cussi ozi ha dato principio a farlo sopra burchii 14 e più s’il farà bisogno. Ha mandato questa noie a mesurar la largeza del fiume, domati spera fornirlo, ma tien, non si leverano 73 fino a sabado a dì 2 octobrio, per aspetar di Roma la paga di queste’fantarìe dìi Papa. Richiede balote per le spingarde hanno. Di campo, fo letere di provedador zcncrali, date soto Brexa, a dì 27, hore 4 di note. Come 1’ era zonto uno trombeta di Franza, partì a dì 21, qual porta lelere a loro provedadori dia andar in Brexa da parte di_quella Signoria a ordinar al conte Francesco Torelo capo di le zente fiorentine, è dentro, ch’è lanze... debano ussir per esser fata quella terra et rimossa di la devulion di Franza e intrata in la Liga. Lo manderano, ma tien da francesi non sarano lassate ussir. Dice questo trombeta, spagnoli erano sopra le rive di Po a Ostia per passar il ponte era fato, e doman passerano. Yieneno a la volta di Lombardia, e il viceré con lanze 500, 400 zanetarì et 800 fanti. Non sa se vieneno amici o no, benché fama sia vengano inimici ; per tanto scriveno a la Signoria quello habino a far etc. Sguizari sono a Son-zin e Calzé; voleano far uno ponte sopra Oio per passar di qua in diti lochi e si dice vieti conira nostri, e ha tiralo da la banda di là barche e porti tutti; ma loro provedadori credono sia per dubito di la venuta di spagnoli. Item, aspelano le fanlarie e spagnoli di Romagna, qual zonte vederano ultimar e dar la bataia di Brexa; e dicono, s’il capitano di le fanlarie fosse venuto, qual è zà zorni 18 che si ave Cre- ma, si aria fato l’efeto. Item, ster Polo Capello scrive che ’1 praticha una certa cossa, qual reussendo sarà honorifìcha per la Signoria et ulele. È con lui do altri che la fa, ma doman si converà scoprirla con altri, che prega Dio P habi bon exito, et inipono si tengi secreta eie. Aspetano li danari etc. Di Crema, di sier Nicolò da dia’ da Pexaro provedador, di 26. Come ha messo in rocha sier Jacomo Antonio Trivixan qu. Baldissera, era lì venuto con alcuni fanti, e ancora è monsignor di Du-razo francese, qual non aspeta filtro che il salvocon-duto per partirsi. Item, aricorda è quatro porte, pe-rhò si mandi 4 zentilhomeni, quali uno starà per porla e sarà più segura. Item, scrive nove di sguizari e dii Cardinal é a Lodi. Vene in Colegìo sier Alvixe Donado qu. sier Ili-ronimo doctor, vien di Verona, partì luni a dì 27 da matina, dize come a l.xola di la Scala era principiato a zonzer spagnoli di la compagnia dii viceré, quali passavano Po a Ostia, el erano venuti da Ponte Moliti a l.xola da la Scala et andavano a campo a Peschiera. Sono'dicono lanze 500 et fanti 9000. Tanien non fu vero, e fono li nostri fanti spagnoli, vieti in campo con noi ; ben è vero diti altri vien via. Vene P orator yspano, al qual foli dito, per il 73* Principe, questa venuta di spagnoli in veronese. El qual zurò et acertò venivano nostri amici, e disse a bora si partiva per andar a la volta dì la Mirandola; ma ben desiderava haver prima una letera dii viceré che non polea restar a zonzer. Vene in Colegio il conle Lodovico di San Bonifazio vestito di bianco con suo suocero sier Marin Griti, tochò la man al Principe, ringraliò dì esser slà liberalo di cabioni, eie. Da poi disnar fo Pregadi ,justa il consueto, per far li savii et tuor la zonta; et cussi reduti fo ledo letere. Fo fato tre savìi dìi Consejo in luogo di sier Antonio Loredan el cavalier, sier Alvise da Moliti, sier Zorzi Corner el cavalier procurator che compiono. E tolti numero 16, rimaseno: sìer Thomà Mozenigo procurator 136, sier Zacaria Dolfin 118, et sier Antonio Trun procurator 113, poi 110 sier Leonardo Mocenigo et 101 sier Francesco Foscari con tìtolo. Item, do savii a terra ferma, uno che maneha et sier Lorenzo Capello che compie. Rimase sier Piero Laudo 148, qual é fuora oralor al Curzcnse, et 111 sier Gasparo Malipiero, stati altre fiate ; solo sier Piero Pasqualigo dolor et cavalier è di la zonta, 102 con litoio; cazete sier Marin Zorzi el dotor, sier Antonio Condolmer et sier Sebaslian Zuslinian el cavalier, qual andò malissimo.