451 MDXIII, GENNAIO. ditor zeneral fai andamenti di questi cxerciti, e fa-toli intender el tutto, rechiedendo debi penzer de lì 400 over 500 cavali iizieri e qualche fantaria e venir a la volta di Pozolengo, e non sarà discomodo dii campo, e sarà causa clic Tarano partir essi inimici dove i sono,e la Riviera non patirà più tanti danni; et cussi scrive a la Signoria voglia ordinar siano mandati. Etiam dize ozi è venuto lì da lui uno messo dii capitano Charavajal yspano con sue letere di credenza, el qual ha exposto : che sentendo alemani li voi far dispiacer, che non se dubiti, perchè lui è per difender esso provedilor per la santa Liga. Esso provedilor si ha niaravegliato di questo, et risposto ut in litte-ris. Tamen non si fida di sue parole, e stanno riguardosi lutti e con li ochi aperti : si duol non haver persone de lì che habino cuor, e tulli sono impauriti, etc. Poi sier Piero Landò, venuto orator stato col Curzense a Roma, fece la sua relatione, qual fo lon-ga e tediosa. Et narò la soa andata prima a Trento poi a Mantoa ed a Roma col Curzense, et cl ritorno, qual zà havia scrito. Disse la età del Curzense anni 37, bianco in volto imo senza color, di statura mediocre, homo ch’era rispetoso e di poche parole, homo liberal : non ha inlrada olirà i ducati IO milia, et altre cosse disse ut in relatione; et di la con-dition dii vescovo di Trento; poi volse dir di 19 cardinali di Roma, di la condilion, qualità e inlrata loro. Et perchè eran do horc di noie, fo rimesso e fato venir zoso, perchè li savii voleano intrar in altre materie, et fo laudato dal Principe, e rimase in Pregadi per esser di la zonla. Li è riservà a intrar savio a terra ferma in loco dii primo vacante, s’il vorà, poi che Tè zonto qui. Poi il Principe si levò e fece una relatione di quello havia dito l’orator yspano in Colegio con li Cai di X, dicendo : « Serenissimo Principe, desidero far una bona pace; ma per questa terra è una fama che la Signoria Vostra è acordata con Pranza, sichè, se è, non acade dir altro. Si non fosse il vero, mi oferisco far una pace che piacerà a la Signoria Vostra, e farve dar Verona con qualche summa di danari, si ben dovesse andar fino in Alemagna da TImperador, perchè io ho la volontà del mio Re », e altre parole di questa substantia. Dicendo : « Dimandate quello volete e lassate operar a me. » El Principe li rispose justa il solilo si consulteria e si risponderia, e lasasse andar a le parole diceva il vulgo. E lui orator disse: « Credo ben, Serenissimo Principe, che non sia fato Ì) La carta 253 * è bianca. nulla, perchè saria la ruina de Italia, e non ben a la fin di questo Stato ». Et poi fo messo d’acordo, per li savii, la risposta che col Senato li rispondemo: che saremo contenti far la pace et Io acordo come sempre havemo ditto, purché habiarno el nostro Stado, con altre parole ; et che soa magnitìcenlia volesse dir che commission T aveva di parlar di farne haver Verona ; con altre parole ut in parte. • Fo conlradita, prima per sier Lucha Trun fo Cao 254 * di X, qual voleva non si dicesse lutto il nostro Stato, come dicea, e fo conzà ; poi sier Zorzi Emo, fo savio dii Consejo, andò in renga dicendo è mal si fazi questa risposta col Senato. Li rispose sier Antonio Zu-stignan el dotor, savio dii Consejo; poi parlò sier Piero Pasqualigo dotor e cavalier, è di la zonta, qual voleva che...........Hor andò la Parte et la risposta predita, e ave lutto il Conseio e fo CO' mandà grandissima credenza, et Pregadi vene zoso ‘a bore 4 di note. Et pur a Roma non si scrive di 9 Decembrio in qua: nè è stà spazà corier perla Signoria, di le qual letere si ha auto ricevuta. Noto. La caxa di T orator yspano conte di Cha-riati, stà a San Moisè in cha’ di sier Lorenzo Justi-nian, è conza con bancali con San Marco. Par per alcuni di soi sia stà cavà li occhi ai San Marci e taià etc., adeo Alexandro Frizier masser a le raxon ve-chie che vete questo, si dolse con T orator, qual si scusò molto : nulla sapeva. È da saper, domino Daniel dal Borgo orator dii Curzense è ancora qui, alozalo a San Zorzi, et quando sier Piero Landò dimandò licentia al marchese di Mantoa di partirsi e la soa barpha, disse il Curzense voria restasse e lui possa andar se prome-leva quando missier Daniel dal Borgo vorà partirse la Signoria el lasserà venir; e cussi li promise certissimo non era da dubitar, et li dete la barcha ; el qual sier Piero Landò laudò molto Paulo Agu-stini. Noto. Le galie di Barato, da la vizilia di Nadal fin ozi è a Parcnzo, e cussi molti navilii e nave con fermenti stanno; dubitano a venir per esser siroco. A dì 4 la malina. Intrò in Colegio savio a terra ferma sier Alvise Pisani dal Banco, qual voleva re-fudar. Etiam poi disnar introe sier Nicolò Bernardo ; sichè bora sono tutti cinque. Vene l’orator yspano, al qual fo dato audienfia secreta, et li fo leto la risposta dii Senato, el qual disse che li piaceva. Et sier Antonio Grimani proeura-tor savio dii Consejo, li dimandò s’il haveva com-