533 MDX1I1, FEBBRAIO. 531 carga mollo la cossa, e «ara difusamente, ut in Ut-teris. De lngaltera, fo leto capitoli di ¡etere di sier Lorenzo Pasqua!igo, di 19 Dezenibrio, drízate a’ soi fratelli, la copia è qui avanti posta. Item, di Antonio Bavarin, date a Londra, a dì 18 Dezembrio, drízate ai Pexari da Londra. Come è stà terminato nel Parlamento, e cussi la'Maiestà dii Re ha terminato, a tempo nuovo di passar il mar in persona conira Franza con grandissima possanza. Se dice manderà a Venecia per galie bastarde, perchè Préjan, capitano dii re di Franza, è venuto in Bertagna zà più zorni con G galie, do bastarde et 4 solil, et ha passato per Spagna, Galizia e Biscaja; e questi è capitani dignissimi, merita corona. Et a Roano il Roy ha fato venir marangoni per far galie. Item, come il re d’lngaltera, in loco di la nave Rezenle che si brusò grande, ne fa far una mazor. È stà provisto nel Parlamento per l’impresa di gran suina di danari di L. 600 milia di sieriini, e passerà in persona, ch’è ducati..... Dii dito, di 18 Zener, replica la provision per mar c per terra si prepara per tempo novo per passar a danni dii re di Franza più che mai sia stà fata: e il Re passerà omnino in persona. Di sier Andrea Badoer orator nostro, date a Londra, a dì... . Dezembrio. Come, havendo auto de qui una lelera de li honori fati al magnifico domino Domenico Trivixan al Cayro, parendoli cossa notanda da mostrar al Re, la darà. Dize, che si non era la nova di la Liga fata a Roma, sperava far bon partido a la Signoria ; ch’el He deva ducali 1000 per galia al mexe,a galie 4 solil et do bastarde, che el voleva aver di le noslre. Scrive, il Re fa gran pre-paralione per tempo novo contra Franza. Dice non ha da viver : lui orator ha impegnà tutte le soe veste etiam una ugnola ; e tal parole. 300 ' Poi leto le letere, il Principe si levò e fece la re-latione di quanto havia dito l’orator yspano in Colegio, si dii partirsi e andar in Alemagna per concluder l’acordo co l’Imperalor, qual desidera saper quanto la Signoria voi dar in danari per rehaver le sue terre tutte da Cremona in fuora. Item, voi prolongar la Irieva per tutto Marzo, e in questo mezo si tratería acordo. Fu posto, per li savii d’acordo, di prolongar la Irieva con l’Imperador e li altri per tuto il inexe di Marzo, e dar libertà al Colegio di farla, zoè a li tre deputali col conte di Chariati. Parlò sier Zorzi Emo, fo savio dii Consejo, laudò el prolongar di le Irieve, ma inlrò in la materia con Franza, e si fortifichi Padoa e Trevixo etc. Andò la parte : 35 di no, il resto de sì, e fu presa. Fu posto, per li savii d’acordo, una letera a Zuan Piero Stella secretario nostro apresso sguizari, debbi ringratiar li magnifici oratori gallici di la comu-nication fata, e come volemo esser in la Liga con la Maiestà dii Re, et aspetemo risposta : con altre parole ut in litteris. E fu presa. Fu posto, per li savii, una lelera a li proveditori zenerali. Alento quelli di Schyo non babino voluto acetar il vicario mandato de lì per vicentini iusta il voler di la Signoria nostra ; imo havendo essi da Schyo mandalo oratori qui, uno di qual havendo in Colegio aquietalo la cossa, quelli di Schyo, dicendo aver parla contra ¡1 suo voler hanno sachizato la sua caxa e fato altre cosse contra l’honor e dignità di la Signoria nostra mostrando far poca existimation dei nostri mandati, di la qual cossa li oratori di la magnifica comunità di Vicenza sono venuti a dolersi a la Signoria nostra, però debino mandar lì a Schyo la compagnia di brixigeli a castigarli et domarli, maxime quelli capi fanno tal perturbatione, et fazino siano solo Vicenza. Andò in renga sier Luca Trun e fe’ bona renga, dicendo non si voi far in questi tempi tal movesta, e si mandi uno proveditor venetian che lo aceterano. Li rispose sier Lorenzo Capello savio a terra ferma e narò la cossa loro, e come i meritano esser cussi Iratati, aleuto la infedelità soa e la fede di vicentini. Poi andò sier Zuan Marzello,é proveditor al sai, sia- lo podestà a Vicenza, e parlò contra Schyo. Poi andò sier Vicenzo Valier, è di Pregadi, stato capitano a Vicenza e proveditor in Vicentina, dicendo .... .... Poi parlò sier Alvise Gradenigo, fo Cao di X, dicendo è da punirli e non lassar, come fu Antonio Sovergnan a Udine, che li fo perdona quanto fece ecc. Parlò poi sier Hironimo Querini el consier, dicendo è stà scritto per Colegio a li syndici è a Vicenza, vadino lì a far processo contra essi da Schyo, e però se indusii : el qual con sier Antonio Trun pro-curator, savio dii Consejo, messe indusiar. Li rispose sier Gaspare Malipiero savio a terra ferma. Poi parlò sier Marin Oriti, è di Pregadi, dicendo non è da far queste cosse, e a Constantinopoli janizari contra el Signor fé movesta e li disseno : « fio di una putana, » tamen suportò e poi fè anegar alcuni etc. llor alida le do parte, di tutto el Colegio fu presa l’indusia, et di questo fo comanda gran credenza : vene zoso bore 2 di note. Fo mandà in campo ducali tre milia, ch’è una 301