DIARII I SETTEMBRE MDXII. — XXVIII FEBBRAIO MDXIII. 1 Dii mexe di septembrio 1512. A dì primo. Introno cai di XL a la bancha : sier Marco de Mezo qu. sier Francesco, sier Lodovico Querini qu. sier Jacomo et sier Doraenego Lion de sier Alvise. Cai dii Conscio di X : sier Zuan Zantani, sier Piero Querini et sier Francesco Bragadin. Tutti tre stati altre volte. Vene in Colegio il secretano del vescovo di Lodi, zonto eri sera, vien di Milan con lettere credential, qual, presentate a la Signoria et posto a sentar a-presso il Principe, come orator di Milan, ha abuto audientia con li capi di X. Espose : come il vescovo di Lodi di casa Sforzescha desiderava da la Signoria aver certe artellarie, et questo per batter il castello de Milan eh’è in man de francesi, et volendo la Signoria far intelligenzia insieme, la faria con questo tacite-, lassandosi intender che non potendo venir Maximian Sforza nè esser ducha, lui si faria ducila, et ha l’amor di milanesi e saria contento la Signoria havesse le sue terre e voria star ben con sgui-zari, dicendo aver mandato al Papa il prothonotario Sforza, con altre parole etc. Tamen, questo fo divulgato : la verità se noterà più avanti. Questa matina in Rialto, per li governadori de le intrade, fo dà il dazio del vin a sier Marco Braga-din qu. sier Andrea da San Severo, per ducati 72 mila et 700, e 1’ anno passato l’ave sier Bernardo da Leze qu. sier Jacomo, per ducati 70 milia, et ne perdono ducati..... Non fo lettere di campo questa mattina. Da poi disnar fo Conseio di X con la zonta : sopra certe obligation di danari, et nulla fu fatto. Di sier Marin Zomi el dotor, fo lettere date a Bologna, a dì 28. Come il campo spagnol con Medici erano apresso Prato mia 11 lontan di Fiorenza, e fiorentini si fortificavano in Prato, ed era venuto uno ambasador de’ fiorentini in campo dii viceré, et uno ambasador del viceré era intrato in Fiorenza ; e altri avisi come dirò di soto. Di campo, di proveditori venerali, dateapres-so Brexa, a dì 80, ìiore 3 di note. Come le bombarde e artellarie tiravano el liavemo butà zoso di la cortina e parte di uno turion e fato buso di una lanza di fante a pie’, e luta via tiravano, e se li bombardieri vorano far il dover, che erano mal pratichi, ruineriano il muro, e si dubitano che convegnirano indusiur a darli la bataia perchè a Crema è da 300 homcni d’arme et 3000 fanti. Item, esser ussito uno garzon di Brexa : disse le nostre artellarie aver eri amazato 16, et che stavano con timor. Item, che ha voluto esser menato dove si traze l’artelarie e fato meter una colobrina e uno cortaldo a la volta di certo buso, dove i nimici ussivano per una via coverta a la chiexia di S. Maria nel borgo di San 1 * Zuane, per far lote e portarle in la terra per far repari, e cussi hanno trato e amazato alcuni ; sichè è stà bona opera. Scriveno esser zonti li raines 2000 portati per li do cavalieri ; aspetano il resto di danari richiesti e le monition. Di sier Vetor Lipomano, vidi lettere di 30