249 MDXJI, OTTOBRE. 250 con lui di tal cossa et eramo sassinati. E1 qual orator disnava e disse veria a hora di vesporo, aziò il Co-legio fusse ben reduto pervenir in Pregadi; et cussi veria l’orator Isernia dii Papa, qual fa bon olieio. Di Bologna, fo letere di sier Fiero Landò orator nostro, di 18, liore .. .di note. Dii zonzer quel zorno lì il reverendissimo Curzensc per andar a Roma, qual prima si partisse da Modena fece dir una messa dii Spirito Santo, etc. E la matina si partiva per seguir il suo camino. Di Ravena, de sier Marin Zorzì el dotor, orator nostro, di 20, fo letere. Come ringratìava la Signoria di la licentia auta et quel zorno montava in la barcha per ripatriar, et Hironimo Alberti suo secretario scrive rimarrà lui lì juxta i mandati; el ducha di Urbino è pur lì e altri avisi. Itern, è Francesco Duodo rasonato nostro con li danari per far li fanti per il Papa. Di sier Andrea Contarmi capitano in Po, etiam fo letere date in porto di Ravena, a dì... 140 Di sier Lunardo Emo proveditor, executor ' in campo, vidi letere di 20, ìiore 6 di note, date in campo soto Brexa, drizate a sier Zorzi suo fratello. Come, in questa sera, per uno messo dii conto Guido Rangon, si ha auto : come da poi molti consegli la terra se hanno resa a l’imperador con pato di farli dar salvoconduto dal Papa, sguizari et stado de Milan e da la Signoria, e ch’el noslro campo se debia levar di Brexa e star mia 12 lontani di la terra, et el castello li ha dato termine uno mexe; ma questa cosa ultima non ha per certa, perchè mai intendeno el vero. El viceré ha promesso al signor governator che subito gel farà a saper, e fina a hora non ha auto nulla.......Scrive esso sier Lunardo si ha messo al frate e il proveditor Capello è slà contento ch’el vadi a parlar. El conte Guido Rangon et il governator e lui l’hanno acompagnato e spera di bene. Dice si la cosa di Brexa è vera, judicha sia pessimo segno di mal animo di spagnoli conira de nui; però è bon consultar dove se habi a redur il campo. Si se va ai Urzi o a Ponte Vigo e non si habi bona e stretta intelligentia con sguizari e il stato de Milan, si sarà in uno cogollo sì per le vituarie e per i danari, e sarasi in grandissimo pericolo Pexereito; e questo moderno intrando in Crema over in Bergamo; e chi havesse intelligentia con li dicti, de gratia ne resti-tueria Brexa, et non havendola, saria di opinion munir ben Crema e avanti compisse la tregua far tornar questo exercito in vicentina, e tamen non si * levar de lì dove i sono, si ben il viceré li comandasse, fin non si habbi aviso di la Signoria. El go- vernador fa ogni possibele di haver la terra, e a ciò il viceré non fazi tal conclusion, ha facto che Alonso spagnol ha seminato per le finitane spagnole al tuto non asentino la terra si toy con salvar le robe a’fran-cesi, e cussi Zan Bernardin farà il simile. Diclo Alonso ha oferto bona parte di la fantaria che vegnirà di qua, volendo maxime 500 schiopetieri, e s’il fosse fatto per lempo quello si fa questa note, Idio harìa dato miglior fortuna a le cosse nostre. È bon proveder e non tenir le cosse in descrition d’altri. Si manda a Crema canoni 3 et cara 15 di balote, e lui voria fusseno stati 5 canoni, perchè ad ogni modo non sono in opera. Fra eri et ozi sono sta pagate compagnie G di fanti et 3 di balestrieri, et li balestrieri sono slà mandati per gli altri danari. Ozi ha facto la mostra el conte Bernardin, doman farà domino Antonio di Pii, e cussi di zorno in zorno seguirà; ma il dover saria, cussi come i fanno le mostre, stesseno in campo, perchè i non stanno. Sumario di una letera di campo di Piero Spoi- 140* verin, data a dì 20 Octubrio ltore 20, dri-zata a domino Lunardo Grasso protliono-tario. Come, a dì 18 di sera, ritornò in castello domino Zulian di Codignola a parlar a quel castelan per tra-tar acordo. A dì 19 marti. Come a liore 15 intrò in Brexa quel monsignor di Rois ancompagnato da cercha 100 cavali a parlamento con francesi, a fin, come è publica voce e fama, di aver Brexa a nome de Plmperador; sichè è da pensar in che termine si trovamo. Idio ci aiuti. Li par da tutto il mondo siamo sassinati: hormai fino da li contadini di questo paexe, perchè i comenzano a esser inimici, e hanno raxon vedendosi sachizati e morti quando se voleno difender. Ozi si sachiza una villa, doman l’altra, e lui presente, vene quelli di Val Trompia a lamentarsi a li proveditori che provedesseno che quelli dii campo non li andassero a sachizarli, altramente vi provede-riano loro, e cossi feno quelli di Val di Sabia, e comenzano a dir quando sentono spagnoli : « In malora sia, che pezo podemo haver di quel haveino? francesi mai non ferono tal cosse; come pezo va, forsi serà mejo per nui». In campo nulla si fa, si sta in aspetation du-biosa. ltem, il conte Antonio da Lodron, fiol che fu dii conte Francesco stava in Brexa, è con questi spagnoli e tedeschi di qua oltre e fa assa’ mali contra de nui in parole diavolose e lati pezor. Achile Boro-meo padovan è stato a Monzamban e a Ponti con il favor di queli tedeschi sono venuti di qui, che erano