4-21 J1DXII, DICEMBRE. 422 Alvise d’Armer va baylo et capitano a Corfù, fo suo compagno sier Vetor di Garzoni, tutti do in cremisin a manege dogai, et udito messa andono a pranzo col Principe. L’orator dii Curzensc non restoc, ni etìam il signor Frachasso che mai manza fuori di caxa. I'o bel veder tanti oratori con la Signoria nostra, numero 6. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulm-dum. In questo zorno, era solito trar il palio a Lio, ma per la pioza fo rimesso al zorno di Inocenti. A di 27, in Colegio. Veneno l’oralor dii Papa e el Stafileo et li do oratori sguizari, et sentato li a-presso il Principe, pieno Colegio di quello vi poi star, esso Stafileo apresenlù il breve dii Papa di credenza, è molto ampio, la copia dii qual sarà notala qui avanti. Poi comenzò una oration latina elegante . confortando questo Stado a la pace e voler la quiete de Italia, a la qual la Santità di nostro Signor si fortificava, dicendo molle cosse sopra questo. Poi disse l’havea do gran cosse a le man, una a venir qui a tratar tal materia e persuader quello che la Signoria si havia fato intender per li soi oratori al Papa non voler nceplar, et che a Roma el sapeva de le pratiche si havia con il Cristianissimo re di Franza, poi venuto in ltomagua havia inteso si strenzeva più, e zonto in questa terra era quasi zerlificato, tamen voleva far l’oficio comessoli dal suo signor, e per lui non mancheria di far ogni cossa per acordar questa Italia, et se vardasse che questo acordo con Franza saria la ruina de Italia, e sapeva ben clTel Papa e Spagna saranno spazali in do mexi, ma poi che Franza ne spazeria nui et questo Excelentissimo Stato, e però si volesse ben considerar e non corer a furia, e che per il Nostro Signor non mancheria farli ogni cossa per meter bon acordo tra l’Impe-rador e questa Illustrissima Signoria; con altre parole di tal sustantia. L’altra, a venir a intimar cossa che lui non saria mai venuto a far lai oficio, per esser subdito nostro e bon servitor, e prima haria perso il suo vescoado di Sibinico che venir con tal monitori ; conclusive, fo parole zeneral per intrigar la pratica con Franza. Etiam li oratori sguizari, uno di loro parloe di la bona amicitia et benevolenti:! hanno li cantoni di la gran LIga di sguizari a questa Signoria per esser republiche conforme, et erano stà mandati qui e si riportavano a quello havea dito il Stafileo, ringratiando la Signoria di la bona com-237* pagnia li era stà fata a loro sguizari, venuti in campo a discazar francesi de Italia. El poi il Principe verso il Stafileo usò bone parole, ringratiando la mente dii Pontefice e il suo bon voler in voler meter paco in Italia, e per nui non ha mai mancato perchè non desideratilo altro che pace e aver il nostro Sfato ; et a li oratori sguizari etiam li usò bone parole, dicendo fosseno li ben venuti, perchè sempre li ve-demo volentieri. Et cussi sfati un bon pezzo, si parlino essi oratori di Colegio. Vene sier Cristofal Moro, venuto zà piùzorni pro-veditor di campo zeneral, ma per il mal di la gamba stato in caxa, et volendo referir, per l’hora larda fo rimesso a referir domati in Pregadi, e cussi nulla disse. Di Padua, di sier Piero Duodo e sier Alvise Emo rectori. Zercha stratioti et sier Zuan Viluri tornalo in campo, e li stratioti ... e molli capi sono ventili in questa terra. J)i Crema et Pergamo letere. Nulla da conto, de occurrentiis. Di Milan, dii Caroldo, di.... Come il Du-chefo è zonlo a Chiaravalle a la Badia, mia 12 de li, et che si preparava la intrata poco onorifica perchè tra milanesi è disension, poi il Cardinal Sedunense con il viceré non sono in amor, et è slà dito quelli di Novara aver tolto termine a scriver in Franza per rendersi. Li oratori sguizari è amichi dii Cardinal. Il Duca si dice intrarà a di 27, ch’è il luni di Nadal, el qual voi intrar per ponto di astrologia. Dii campo, di Ponchi, dii proveditor Capello, dì eri. Come,nel pagar le fantarie, ha voluto che li sindici ch’è a Cologna vengi; li qual non ha voluto esservi presente, ma tolto il etc. Da poi disnar fo Gran Conscio, fato clelion di luogotenente a Udene, tolto sier Vetor Foscarini savio a terra ferma et alcuni altri, et niun pnssoe ; etiam consier in Cypro non passoe ; fu principia a dar titolo podestà di Malamoco, che prima si deva oficiai e stava meglio; ma di qua avanti si dirà podestà a Malamoco. Nolo. A dì 20 di questo mexc, per Colegio, fo preso una parte di questo tenor : ch’el sia concesso a la fidelissima comunità di Muja, in memoria dii zorno setimo di Octubrio, nel qual oblenero vitoria conira li inimici che li haveano posto asedio a la terra, de poter fesligiar quel dì e far una fiera solenne ogni anno, a la qual posano convenir quelli di la Patria dii Frinì et altri lochi convicini con li panni el merce sue, con le patente del retor di Muja, il che cederà a beneficio di quella terra et de tuta lTIislria ; et cussi se scriva a quel retor nostro. Itr.m, per reparation di le mure e lorioni battiti el case minate per li inimici, li siano donate taole 400 el chiave over travi