125 MDXII, SETTEMBRE. 12G ccndo bisognava citar il podestà volendoli luor pena, e disse le raxon dii podestà, qual havia fato la soa sententia, et era officio suo et non di l’avogaria zer-cha contrabandi. Et iterum parlò sier Marin More-xini, dicendo questa terra è rota, non voi parte nè leze etc. E cargo il podestà di disubidiente, e come l’era ofìcio di avogadori. Volse parlar sier Zuan Zan-tani barba dii podestà in risposta; ma non fu lassalo per intrar su cosse di la terra. Fu posto, per li savii, una letera a Zuan Piero Stella: li demo libertà, concludi di dar per anni tre di provision a domino Jacomo Stafileo e altri sgui-zari fin raynes 1200, ut in parte, per tenirli ben edifichati con la Signoria nostra. Fu presa. G9 * Fu posto, per sier Lorenzo Capelo savio a terra ferma, atcnto ¡1 bisogno di la terra, ch’el sia posto do dexime al Monte Novissimo et meza tansa, ut in parte. A l’incontro li savii altri d’acordo messeno che luni il Colegio sia ubligato solo debito di sagramelo di venir con le sue opinion in materia pecuniaria a questo Consejo: et cussi d’acordo andò questa parte sola, et fu presa. Fu posto, per li savii d’acordo, atento la richiesta di domino Daniel dal Borgo orator dii Curzense, qual etiam ha mandato uno Zusto Celer novamente qui per aver il resto fin 50 milia ducati dia aver da la Signoria nostra per le trieve, e zà ha auto zercha ducati 40 milia et più: che li sia dato ducati 2000. A P incontro, sier Zorzi Emo el consier non era di opinion di darli, e chiarisse si voi observar la trieva o devedarne il passo a le artelarie nostre va a la espugnalion di Brexa, che è in man di francesi. Parlò sier Alvixe da Moliti, rispose sier Zorzi Emo. Andò la parte, 39 di no et il resto di la parte. Fu presa, e di questo fo sagramenlà el Consejo. A di 26, domenega, non fo alfro di novo, solum 1etere di Mantoa, di 24, di sier Piero Landò orator nostro. Come il Curzense partiva per la Mirandola per abocharsi con il viceré, qual si dice certo vien in Lombardia con l’exercilo, et il Curzense an-derà a Roma et lui lo seguirà justa i voleri di la Signoria nostra; e altre particularilà ut in litteris. Da poi disnar, fo Gran Consejo per far quelli 6 di Pregadi che mancha, che si doveva far la malina di San.Michiel, el il Doxe con la Signoria ha terminalo lassar quella usanza vechia, et non far Consejo, perchè si soleva far in tal inatina Consejo per fare quelli di la zonta e tuor per parte licentia di farla. Ilora che non si mete più parte, non achade far etiam quela matina Consejo, e non se desturberà il Colegio per le cosse di la terra ; e cussi fo deliberato. Fu fato, Ira le altre cosse, provedador sora la camera d’imprestidi sier Alexandro da dia’ da Pexaro, fo capitano in Cadore, qu. sier Nicolò, ed io Marino Sanudo fui nominato. Cazili, pazientia! Fu, avanti che si andasse a capello, leto, per sier Alvise Zamberli nodaro di avogadori di comun, una longa parte, posta per sier Francesco Orio e sier Marin Morexini avogador di comun, zercha quelli hanno fati conlrabandi dal 1508 in qua e navega robe divedade con nave el galie ut in parte, e ven-gino a dar in nota in certo termine, sub pcena eie. non venendo. È molto longa, la copia sarà posta qui avanti. Ave 62 non sincere, 363 di no, 737 de sì, e fu presa. Di campo, diprovedadori zenerali, date soto Brexa, a dì 24, hore 3 di note, et altre letere drezate al Consejo di X. Prima, di coloquii auli col governator zercha strenzer Brexa et presto, atento spagnoli vien, et ditoli parole etc. Qual rispose sapientissime voler ultimar ad ogni modo, e venendo le zente di Crema e il capitano di le fantarie, qual acontenta el vegni et li fanti dì Romagna, voi dar et far bataria a le fosse di le mure e dar la ba-taia a la Garzela; siché si mandi li danari amore Dei che manchano e presto, e non se indusii, perchè qui va tutto il Stado. Item, ha auto letere di Mantoa di 70 l’orator Landò, che di lì risona spagnoli vien in Lombardia, è contra de nui. Item, si ha il Cardinal Se-dunense era a Lodi, va a Milan per veder di liaver il castello. Condudeno veder le cosse de Italia in garbuio, et non resti de mandar dilli danari, chi voi far qual cossa. Noto. Fo scrìto per Colegio a Crema al capitano di le fantarie subito vadi con quelle zente in campo per ultimar le cosse di Brexa. Item, in dite letere di campo, scrivono da matina sì partirà de lì sier Nicolò Michiel provedador ai Urzi con il fiol di monsignor di Duraz per andar a Roman, perchè il capitano scrive se lo mandi, perchè quel monsignor consigliai la rocha di Crema subito. È da saper, per letere di 23 di diti provedadori, par habino mandato uno trombeta a la porta di Brexa da parte dii governator a parlar a monsignor di Obìgnì, el qual non lì volse parlar, e li mandò a dir dicesse quello el voleva. Qual disse da parte dii govcrnador che si volesseno render, perchè da la Signoria ariano bona compagnia e salvoconduto, et che bora mai non pono più tenirsi, nè voji aspetar le zente spagnole che vegnìno perchè non porano poi aver pati, e simel parole. Et andato a referir a monsignor di Obignì, quello disse che li dovesse dir al