543 MDX1II, FEBBRAIO. 544 seio qu. sier Filippo procurato!'. Et fo stridalo i ladri, 4 nobeli et 3 populari, nominati in li altri nostri annali, per sier Marin Morexini l’avogador. Item, lo publicalo molli libri di debitori venuti a palazzo, numero 10. In questo zorno, li savii reduli, ebeno letere di campo, e da Milan di Vicenzo Guidoto di....... il sumario dirò poi. E fo certi avisi di le cosse di Franza, come dirò di soto. A. dì 14 fo neve, et la malina pioza, nulla fo da conto. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii in materia pecunaria, et fo ledo varie opinione : domali sarà Pregadi. Di campo, di provedaclori zenerali, da San Bonifazio, di eri. Come haveano principiato a far le mostre, e altri avisi. Nolo. In questi zorni fo cavà Cao di XL, in loco di sier Hironimo Malipiero va provedilor a Cologna, sier Hironimo Bragadin qu. sier Andrea. Item, morite Domenego Taiacalze, qual era oplimo bufon, compagno di Zampolo.è bomo in queste cosse fazete di primi di la cita nostra ; e però ne ho voluto far noia. Volse esser sepulto a San Biaxio da li grechi. Fo per Colegio scrito in campo a sier Polo Capello el cavalier provedidor zeneral, non si partisse, benché avesse auto licentia di repatriar per il Senato, fino li fosse scrito altro. E alcuni savii voleno venir in Pregadi a revochar la licentia. Vene etiam in Colegio in questi zorni domino Bortolin da Terni citadin da Crema, fo alias conle-slabele nostro, qual è vechio, va con una mazeta. Veniva orator di la comunità di Crema a la Signoria, c a Verona fu retenuto da’ tedeschi, et è state zorni 92 in Caslelvechio, et à pagato ducati 400, e poi è sta lassato : sichè è venuto a inchinarsi a la Signoria nostra. Etiam, vidi assa’ citadini brexani in questa tera, tutti vestiti a la curia, qual è foraussiti di Brexa, e andono a la Signoria. Et nota : a quel domino Zuan Francesco di Ducbi, che è zerman di domino Thomaso di Duchi che fo squarti in Brexa quando francesi introno per il tratado fece con la Signoria e il conte Alvise Avogaro, et queste fuzì, li fo dato per spexe ducati 50. A dì 15, non fo nulla di novo, solimi in questi zorni a San Biaxio Catoldo seguite certa eustione tra loro monache, che si treteno i libri in la testa, ^¡tóeoandoe el patriarcha ivi, el udite le loro querele, et scoperse come vivevano inhonestamente, e trovò a una Faustina Manolesso una pchza damaschili bianco fodrà di martori, la qual si dice 1’ à fata sier Crislofal Capello savio ai ordeni di sier Francesco el cavalier. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii, e il Colegio di le Becharie sopra le banche: e balotono alcuni tenivano esse banche, e cazete li fioli fo di sier Nicolò Donado da la Becharia, soliti averle. A dì 10, fo letere da Milan dii Guidoto, il sumario dirò poi, per le qual si ha la conclusion di l’acordo con il re di Franza e la Signoria nostra. Etiam questo aviso si ave per via di Zenoa. Item, se in lese, a Brexa spagnoli haveano posto a sacho il castello e alcune caxe in la terra ; era si-gnal di partirsi. Da poi disnar, fo Conscio di X con le do zonte, ma quella de presoni fo licenliata, et restò quella dii State : et fono electi do di la zonla, in locho di sier Andrea Venier procuralor e sier Nicolò Bernardo si chazano con sier Zuan Venier è intrado nel Coliselo di X ordinario. Et rimase sier Crislofal Moro fo podestà a Padoa, e sier Antonio Zustignan el dotor savio dii Conscio. È da saper, in questi zorni el vescovo di Lodi, nominato domino Sforza, mandoe a dimandar salvo-conduto a la Signoria nostra, di venir in questa terra a parlar alcune cosse da parte dii Ducha. Et cussi li fo fato ditto salvoconduto per Colegio. Di sier Vetor Lippomano, qual è partito da Bergamo et va a Roma, vidi letere, date in Chastion di le Staiere in mantoana, a dì 10, Ime 3 di note. Come, cri el partì da Bergamo con domino Francesco d’ Alban, qual vien a Vene-eia; et eri sera alozono a Cochai. Questa malina si aviono verso Brexa, e a la porla volse saper chi loro erano. Et per aver uno slratioto con lui qual mena a Roma et ha una arma dii Papa, disse F era uno comisario dii Papa veniva da Milan. Et cussi subito fonno lassati intrar dentro ; ma non volse dismontar per il morbo, e mirò per una porta e insì per l’altra. In Brexa, scrive, non ha visto 4 spagnoli, e tutte le caxe serate, e le botege, di le 10, non n’è aperte una. Non se vede niuno per la terra, che l’è una com-passion a veder Brexa. A la piaza, non era niuno. El forzo di le botege di la terra sono ruinale. Tulli do li borgi, che è andato, sono bruxati, e in quelli non sono 10 persone dentro ¿che F è una compassion a vederli. Andono a disnar a Rezà, mia 5 lontan, e in questa sera zonse a Castion; da matina anderà a disnar a Mantoa. Dii dito, date a Manloa. a dì 11, tenuta fin 305