537 MDX1II, FEBBRAIO. 538 star sotto, et lia mandato alcuni di soi a la Signoria. Item, di quelle occorentie. Di campo, di proveditori generali Contari-nì c Capello. Come hanno ricevuto la lettera sentali per il Colegio, zerea meter a saco, per le zenle dii governador, di Cazan e altre ville de li ; exegui-rano dita letera. È andati dal governador qual si resentiva, e sono pur tulli alozoti lì a San Bonifazio. Rispondono non è vero tante cosse quante è sta avi-sata la Signoria, nè è seguito ìncendii, nè violentie ; solum tolto animali etc. per viver, per el mancamento di danari, che non hanno le page : vederano far pagar i danni falli. Solicita si mandi danari; e altre occorentie de li. De Ingaltera, di sier Andrea Badoer orator nostro, di 20Zener in si fra, venute a la ventura per via di Alemagna. Si duol è mexi 6 che non ha auto alcuna letera di la Signoria nostra, di avisicome el si liabi a governar. E per tulio si dice l’acordo tra la Signoria e il re di Pranza è falò, sì de li in Ingallera, qual in Scozia, e per tulle le isole de lì via, si dice questo ; el dicono la Signoria ha raxon. Ben è vero la Majestà del Re voria fusse seguito più presto acordo con l’lmperator et Spagna el la Signoria nostra. Et haveva ordinato el fa un gran pre- 302 paramento di zente et armata per tempo nuovo a passar a danni di Pranza; et danari gran numero è sta imposto trovar per l’isola .... di sieriini eh’ è ducali .... Item, scrive coloquii col Re e quelli dii Consejo, dicendo el Re ge voi gran ben. E che il Re ha scrito una letera al Papa persuadendolo a l’acordo di l’Imperador e la Signoria, la copia di la qual si averà per via di Roma. E che l’Im-perador ha scrito a quel Re iinproperando venitiani che non voleno l’acordo, e sono tirani e usurpalori di le terre de l’Imperio eie., ut in ea. Item, di uno nepote dii re di Spagna eli’ è venuto sopra l’isola e non li è stato fato molto honor; sichè tra loro do reali è alcuna zizania, e non se intendeno ben ; ma pur sarano conira Pranza. E altre particularità,come in ditte letere si conlien. Fu, poi leto le letere, posto per li avogadori di comun una parte, che sier Marco Zantani podestà di Chioza sia cazuto a la pena di ducati 500 per non aver obedito di mandar il contrabando di Fe-rigo Grimaldi e compagni in questa terra alsuoofi-cio, ut in parte. Andò in renga sier Zuan Zantani governador, barba dii podestà di Chioza, e dise le raxon perchè el podestà havia fato la soa senlenlia e spazà per conlrabando, e stante prò sentcntia, veritate habetur; et se par a li avogadori, dia me- nar la sententia e non la pena, dicendo l'olìeio di Pavogaria saveva di specie, e cargando non alende-vano a loro oficio, ma a contrabandi etc. Rispose sier Marin Morexini avogador, e ben ; e cargo li go-vernadori che savevano da carne, e per la Signoria era stà comeso lai cossa a loro avogadori, e che fe-vano loro ben il suo oficio secondo le leze, e mirò nel contrabando. Sier Zuan Zantani andò in renga per responderli. El Urne li savii d’acordo messeno una parte: atenlo che Ferigo Grimaldi e compagni si habino oferto in Colegio prestar a la Signoria ducali 0000 per do anni, et habi conlentà li oficiali, il podestà di Chioza e il dazier sier Marco Bragadin qu. sier Andrea, atento il bisogno dii danaro, che dito conlrabando li sia restituito esborsando li diti danari, la mità in 8 zorni et 1’ altra mila in altri 8, solo pena di perder lutto esso conlrabando et sia di la Signoria nostra : el pagi li dazij de l’intrata et do-pio dazio, e il dazio de l’insila ut in parte. Et visto questo, li avogadori lassono andar questa parte sola. Ave 35 di no, 130 de sì, et fu presa. El cussi è il voler di dito Grimaldo. Fu posto, per li savii di ordeni, che di questi tal danari siano tolti ducali 1200 et mandati per soven-zion a le galie è fuora : presa. Fu posto, per li savij, che il Colegio vengi limi a dì 14 de l’instante tutti con le sue opinion al Consejo in materia pecuniaria, exceptuando dexime e tanse sub poem etc. Et fu presa. Fu posto, per li savii, di far per scurtinio in questo Consejo do exatori a le Cazude, non obstante la parie fu presa, che non si facesse più exatori in Gran Consejo dii 1512 a dì.... E questi sarano electi, siano provedilori a le Cazude con 3 per 100,che prima haveano 5; siano electi per scurtinio ; stagi anno 302* uno ; vadino su l’incanto ogni zorno insieme con uno di signori di 1’ oficio a vender i beni di debitori dii suo ofitio. La qual parte non se intendi presa si non la sarà posta et presa nel nostro Mazor Consejo. Et fu presa ; la copia sarà di soto. A dì 11 la malina, nulla fu da conto. Da poi disnar, fo Pregadi et leto queste letere infrascrite. Di campo, da San Bonifazio, dii governador nostro Zuan Paulo Bnjon. Si scusa di quanto è stà imputato le sue zente haver fallo danni a Cazan e quelle ville: scrive non è vero, et carga Iliro-niino di Pompei che ha il castello di Ilasi, qual si messe in arme, eie. Dice non è seguito incendii, nè violentie, et talor bisogna tolerar qualche cosa che le zenle fanno per esser malissimo pagate : dice lui ha