30 MDXlIj SETTEMBRE. 40 Di Buigo, di sier Polo Valaresso provedi-tor, fo letere di 7 nel levar dii Prcgadi. Come, justa le letere di la Signoria nostra, manderà Zuan Forte in campo, perchè non venendo altro exercito, con quelle zente l’ha è suficiente a vardar la terra. Et ozi non fo letere di eampo fino a la note, che zonse una posta di campo con letere di 7, hore 2 di note, et fono lede poi la matina in Colegio. In questi zorni in l’arsenal fu fato alcune barche longe, qual è necessario armarle, ed io a di 7 ne vidi do fate. È da saper, uno fiorentino chiamato Princival dal Scroa, andava vestito di bianco, era in exilio qui, volse amazar il Soderini confalonier di Fiorenza et scoperto fuzite, unde inteso l’intrar Medici in Fiorenza, si partì di qui e andò a Fiorenza. 19 * A dì 10 da matina in Colegio vene de more l’o-rator yspano. Di campo, di proveditori generali date soto Brexa, a dì 7 hore 2. Come atendeano a far fanti et aspetavano la resolution di Crema, la qual saria ben a la impresa di Brexa, e altre particularità ut in litteris; et aspetavano domino Thodaro dal Borgo, qual con la compagnia e altri cavalli lizieri haveano mandato a Vicenza a tuor danari, etc. Di Crema, di sier Nicolò Michiel provedi-tor ai Orzi nuovi, date in San Bernardino soto Crema, a dì 7, hore ... Come scrisse eri, che zonto lì trovò el tamburino di domino Benedetto Crivello, è in Crema, qual venia fuora di la terra el parlava col signor capitano di le fantarie e proveditorZivran, dal qual intese Benedetto Crivello predito havia fato amazar Hironimo da Napoli contestabele e preso una porta e el bastión, drizando Fartellarie verso la rocha, dove è francesi dentro, la qual porta leniva a nome di la Signoria nostra, e volendo esser a parlamento, volse obstasi dentro, e vi fo mandati do obstasi, el signor Mariano fo nepote di fra’ Leonardo da Prato capo di cavali lizieri, e domino Julio Manfron fiol dii signor Zuan Paulo eh’è prexon in Franza, con condiction che questa matina fusseno ritornati in campo. E cussi tornati poi questa matina, fonno mandati domino Zuan Paolo da Santo Anzolo condutier nostro et uno di primi dii capilanio di le fantarie, e cussi veneno fuora árente li borgi di la terra a S. Zuane, eli’è un tratto di man lontan, ditto Benedelo Crivello e certi fanti e il locotenente di monsignor di Duras, quali tandem concluse il francese che ditto monsignor vorria più tosto manzar li cavalli e uno suo fiol l’ha per brama di fame che haver vergogna, et il Crivello voi che francesi siano salvi e voi salvoconduto dal Papa e di la Signoria e da Mi-lan di andarsene seguri. Item, voi lui la paga passata di quello dia aver 400 provisionati che l’ha de presente, dicendo lenir la terra per la Illustrissima Signoria nostra. E stati alquanto a parlamento, introno in la terra, e li obstasi veneno fuora ; dicono etiam voler mandar in Piamonte a vedar si vien socorso de Franza perchè liano inteso veniva, e venendo soccorso i se voleno tenir. Dize non si scrive in campo a li proveditori, ma ben lui avisa il tutto. Di sier Leonardo Emo, di brexana, vidi letere di 8. Come dii nostro campo scampava assa’ fanti. El governador voria 1000 paesani per 8 zorni fino zonzino li Brixigelli, et chiamano li nostri proveditori lovi. Scrive lui ha pagalo Bortolo da la Barba, Vicenzo di Matalon, Scipio di Ugoni, e il resto di danari ha dato a li proveditori. 11 capitano de le fantarie è in opinion di andar a tuor Crema; quello francese è dentro ha mandato a dimandar salvoconduto; lui sier Leonardo lì ha dà quello mandò il Consilio di X per far a monsignor di Doigni, era in Brexa, et lo ha mandà per Alvixe di Piero secretario, a dito capitano. Noto. El dito sier Leonardo fo tolto di Pregadi ordinario. Ave de sì 405. Di campo, sonte questa matina, di 8, hore 20 li. Zerca avisi di Crema, et pratiche di coloqui dii capitano de le fantarie con quel Crivello, e altre particularità, e atendeno a far fanti. Di Trento, di sier Piero Landò, orator nostro di 7. Come il reverendissimo Curzense era zonto mia 30 lontan de Trento, e a dì 9 saria lì; et Maxirnian Sforza, qual era a Inspurch dove Curzense stete do zorni,’ poi si parlino insieme e veneno a Sterzen, nel qual loco ha lassato dito Maximilian Sforza lino il torni di Roma ; et quelli milanesi an-dono contra esso ducha, e presentatoli arzenti etc. per nome di milanesi, erano partiti et tornano a Mi-lan di malavoia, vedendo il ducheto non venir di longo. Scrive esso Landò, zonto sia il Curzense si avisaria. Di Milan, di sier Zuan Jacomo Caroldo secretario nostro, di 7. Di coloqui aulì col Cardinal et col vescovo di Lodi Sforzesco e altri milanesi, quali è malcontenti vedendo il duellino non venir di longo, e comenzano a esser più piacevoli verso la Signoria nostra, e sarano contenti si habi Crema, Bergamo e Brexa, ma Cremona per niun modo, e altre particularità, et che prima si era data a la chie-xia e fato capitoli etc. ut in litteris.