483 MDXXVIU, SETTEMBRE. 363 Copia di lettere di V Aquila, di G de Septem-brio 1528, a l’orator francese in fiorenza. Monsignor, In questo punto quelli de Sermona ci hanno mandalo un frate de San Francesco, che dice che’i campo se è retiralo a Somma el Benivento, et che non hanno perduto altro che le bagaglie che ha-veano man lato in Aversa Ungendo di volere andare là. Questo li ha dato tempo, li inimici stando alle bagaglie, di andare tuttavia a l’altro camino di ditto Benevento; et dopoi habbiamo havuto lettere del medesimo adviso, et non s’è perduto salvo 4 pczi de artelarie grosse. Il principe de Melfi tornò beri sera a qualro miliu de qui. Noi li habbiamo fallo intender tulio, el altre nove el maxime quello che ci havele scritto a primo, 3 et 4 de questo mese. Il signor Renzo non ha ancora (allo se non quello vi ho scritto per manzi, el è sialo advisalo che hora è tempo de far servitio a! Re, el de presenti il dillo Principe li ha scritto di venirsene qui, et noi lo aspelamo dimane per fare la resolulione di quello si debba fare. Et in questo punto il signor Camillo parte et se ne va al camino de dillo Sol-mona, che era slato advisalo poco avanti. Io ho a loro mostralo il doppio di le lettere che’l Re li ha scritto de 24 di questo mese passalo, el quelle che havea Sua Maestà scritto al quondam monsignor di Laulrech, et anche quelle di monsignor di Moreto per l’armata di mare; et ciascuna di quelle li ha fallo coraggio. Questa villa tiene e', lenirà firmo. Il capitatilo Lenardo ha anche parlato al principe de Melfi et si è partito per farsi guidare a Spoliti ; se potrà dapoi andrà ad avanciar li fiorentini. Io ho mandalo da (ulte parte et nessuno non è ancor ritornalo, se non uno da Orlona che dice haver veduto il marchese de Bitonlo el signor Joan Iliro-nirao da Castiglione a Orlona che andavano per guardare che le terre non rivollasseno. Monsignor, di zorno in zorno io ve advertirò expetando che 363* venga qualche uno de quelli che io ho mandato ad Aversa a monsignor Marchese. In questo mezo io farò tulio quello sarà possibile per il servitio del Re, pregando il nostro Signor Dio vi dia prosperila et longa vita. Copia di una lettera che scrive domino Andrea Doria a V abbate di Negri. Dopo la vostra parlila da me, il campo francese, zioè il residuo che era redulo a A versa dove andò quello de imperiali, si rese a patti el è restalo pre-gion il marchese di Saluzo el il conte Guido, et il resto redolto di lai sorle che ben sarà felice chi evaderà. Non è possibile pensar tanta deslrulion, che non si è salvato più uno homo nè cavallo, et di 900 homiui d’arme sono restali meno di 60. Dapoi l’armata de francesi con la veneta parli da Procida con due nave piene de homeni et cavalli avanti beri, et io, volendole sequire et intendendo che in Ponza dovea dividersi, veni a Gaiela de-dove questa notte passata la meza mi mossi, et per camino mi pigliò un tal temporale che non è slato manco di quello che passasti al vostro andare da Yschia a Gaeta, et havemo hauto tanto danno di paramenti et altre cose che bisogno hanno de una buona reparalion, et peuso converò star qui da dui zorni el expetar buon tempo. Pur ringralio Dio che con tutte le galee son salvo. Vi piacerà il tulio far intender a Nostro Signor, et basiarli il pie’ per parie nostra. Da Civitavechia, 4 Septembrio 1528. Summario di lettere di sier Toma lloro prò- 364‘) veditor zeneral, dal campo solo Pavia, a di 13 Septembrio 1528. In questa hora son stali in consulto lutti questi signori et francesi et italiani et oratori fiorentino et di Ferrara, nei qual longameute si parlò, maxime perchè francesi havea la nova di la perdita de Genoa et del romper l’armala francese, el voleano andar in Pranza. TJnde lo illustrissimo Capitanio Zeneral el lui Provedilor et il signor Galeazo Visconte orator del re Chrislianissimo, con molle razon li persuase a indusiar et favorir questa impresa di Pavia, et restar fino alla expedition, el tanto più che questa sera con il nome di Dio si comenzerà a baler Pavia. Et con questo li dilli francesi sono restali, che si scriva alla Illustrissima Signoria che poi se li dia aiuto ancor a loro per recuperar Genoa. Et il campo nostro è andato sotto Pavia, et cussi tulli noi adesso andiamo là. (1) La carta 364 * 6 bianca.