117 MDxxvm, cicg.vo. 118 Horangie andò a trovarli con molti capilanei et li disse parole assai, certificandoli che li venia uno grosso soccorso tanto per acqua come per terra, et li pregò che (ussero contenti volere servire per 20 zorni, et in capo de li 20 zorni facessero come li piacesse. Tutti risposero non volerne far niente ; li disse che almeno 15 zorni, nè ancora li volsero promettere. Fece però tanto che li fece scaricare li bagagi, et quel zorno medesimo si mandò per tutte le contrade de Napoli di casa in casa a ricoglier quel poco vino che ce era, et lo compartirno fra lanzchinechi et spagnoli. Certi fanti italiani usciti dicono, che italiani sono lì peggio trattati di quel campo, et che li danno una misura ben piccia al zorno del grano et del resto se ne vogliano se’l trovino da loro. Li spagnoli usciti affermano il medesimo de la carestia, et sollogiongeuo che inimici * ben tosto o partirano per andar in Lombardia a unirse al novello soccorso, o verranno a veder di far un tratto eontra di noi. Di l’uno et di l’altro, credo haverano poco buon partito. Hoggi debbeno uscire 150 cavalli di Napoli per rendersi; credo siano quelli albanesi di che zà in una mia scrissi a Vostra Excellentia. Quesla matina le galere de’Signori venetiani sono venuti sodo Napoli in ordinanze, a le quale il conte Filippino andò incontra con le sue, et fatto tra loro una salutatione de arlel-laria, unite insieme si voltorno a la terra, dove hanno tirato di molti pezi de artellaria. Parimenti la terra et da li castelli et dal porlo et da li bastioni tirò di molte artellarie a quelle. Fece poi Monsignore sparare tre volte tulle le artellarie de campo, et due volte fece fare una archibusaria, che parca qua che’l mondo andasse a romore. Non lassarò di scrivere a Vostra Excellentia, qualmente questi capilanei cesarei hanno dillo a lanzchinechi, che quesle galere sono venute per levar monsignor Lautrech, come altre volle zà le-vorno il duca de Albania, et questo per non bavere Monsignor luogo sicuro dove retirarse, nè polendo aspettar che’l soccorso loro arrivi qua. lo credo, se li lanzchinechi havesser del vino, che forse crede-riano questa baia ; ma il mancarli del vino non li lascia credere cosa alcuna. Un zentilhomo che beri matina uscite di Napoli, ha ditto che, dapoi quella mutinatione di lanzchinechi falla avanti hieri, che quelli signori capilanei dissero che preslo saria da pigliare partito a quello hanno a fare. Imperochè, quanto più stanno che peggio è, perchè, potendo l’exercito loro come fa, che si condurano tulli in tanta debilitale, che non sariano poi boni a cosa alcuna, et che per questo et per la estrema carestia che è in la terra, che non crede che debbano stare 8 zorni. Monsignor illustrissimo ha dillo parimenle, che ha aviso che li inimici non pono stare in Napoli da 8 in IO zorni. Illustrissimo signore, io credo et hello per fermo, che quando quesla mia sarà gionla a Vostra Excelienlia, che qua saremo espelliti de Napoli. El barone de Lyla manda una sua a quelli soi agenti che havea a ‘>an Guenzo. Desidereria intendere in questa perdita de Pavia, quello sia di loro successo. Et con questo fine a la buona gralia di Vostra Excellentia quanto più hu-milmente posso me ricomando. Dal campo conira Napoli, a li 11 di Giugno 1528. Ilavendo scripto quanto di sopra, ho inteso dui tamburini de lanzchinechi hesser venuti da Napoli a Monsignore. Sottoscri'.la : De vostra Illustrissima et Excel-lenlissima Signoria humile servitore Gerardo Cademosto. A tergo : All’ Illustrissimo et excellenlissimo signore, il signore duca de Milano patrone et signore mio singolarissimo, in Lodi. Da Cremona di sier Gabriel Venier ora-for, di . . . Scrive colloqui hauti col signor duca di Mila i), qual ha aviso Paulo Luzasco Iraditor nostro, al qual io dato taia, che a Mantova da condor-mia era morto. Itern, era eliam morto Guido Guaim a Piazenza da peste. Scrive allre occoreutie di inimici, et provision fate a Lodi et altrove Item, ha uno aviso, a Saona è zonle 12 galìe del re Chri-slianissimo, che vanno in reame. Da Brexa, di sier Zuan lerro capitanio, di 17, vidi lettere, qual scrive. Neri scrissi li inimici hesser passali Ada et del zonzer qui del signor Galeazo Visconte, el di loro fin ora non si ha altro. Questa sera si parte de qui il provedilor Moro, et va a li Orzi per expedir li 3000 fanti per Cremona trati di Bergamo, el si havierano per quella via a la volta di Zenoa, secondo però saranno li andamenti de li inimici ; i quali, se anda-rano a la impresa di Zenoa, questi 3000 fanti che si mandano a Cremona sarano avanti de essi inimici (1) La carta 89* 4 bianca.