401 MDXXV11I, SETTEMBRE. 347') relalione del dillo Thomasino. El a voi mi rico-mando. Di Civitavechia, alli 4 di Septembrio 1528. Solloscrilta : Andrea Doria. Da Viterbo, di 5 di Septembrio 1528, al signor marchexe di Mantoa. Significai a Vostra Excellentia, per le mie di 2 del presenle, il riporlo de lo abbate de Negri mandalo da missier Andrea Doria da Ischia a Nostro Signore, con la nova della rolla dell’ exercilo della lega nel regno, confirmala dal Morone per lellere sue di 29 del passato a missier Gio. Mussetoia ; il qual Morone similmente fu quello che dette la nova al Doria. Non si passa senza grandissima maraviglia, che dapoi da canto alcuno non se ne sia inteso altro, for che da Gaietn. Esso Musetola ha lettere hozi de ultimo del passalo, che accusano altre lettere de Napoli de 30 che sono di Peres secretano de l’Imperatore, che si Irova lì, qual scrive confermando la dilla rolla, come li cesarei hanno guadagnato 36 pezi de artellaria grossa, el esser seguita una infinita mortalità delle zenle della lega, el li capi quasi lutti esser restali pregioni, nominando il conte Pietro Navaro, el fratello dei re de Navara, ¡1 conte Guido Itangone, el conte Ugo di Popoli, tulli li ambasciatori che erano presso monsignor di Lu-treeh', et molte altre persone signalate ; et che’l marchese di Saluzo era fugito con alcuni pochi delli suoi et redutlosi uel castello de Aversa nel quale havea haulo adito de mirare per una porta che vi è che risponde fori di la terra ; ma che’l principe di Horangie lo haveva fallo seguitare et in breve sperava haverle nelle mani. Esso missier Gio. Antonio lien per certissimo questa profliga-tione, et si fa beffe de chi dice altramente. Ma questi oratori della lega demostrano haver altra opinione, fondandosi che quando fosse vero un tarilo excidio et ruina, se ne baveria la chiareza per mille vie, hessendo hozi 8 dì che secondo questi a visi successe il caso. Dicono bene, puoler esser che’l campo se sii relirato et che in fare lai effetto si babbi haulo bolla con perdita di qualche pezzo de artellaria ; ma che siano tante cose non lo crederlo. A queste obietione se risponde per il Musetola, che le strade sono talmente rotte da viiani, che niuno (i) Ut carta 346* * bianca. po’ passare che non sii morto o preso ; et per via de mare non si è anco possuto venire per esser slato zà tre dì vento grandissimo che ha disturbalo il poler navigare. L’abbate de Negri ha dillo, che quel spaguolo che portò le lellere de questa nova a missier Andrea refferse a bocca che se intendeva che qualche reliquie de la zenle francese erano intrate in Aversa dapoi la rolla del campo ; ma questo non si credeva qui quando vene la nova, perchè vi era aviso che quella terra li havea se-ralo incontra le porle, come havea fallo anche Capila. Hora pensasi che possi esser vera tal relalione. Nostro Signore slà anche lui molto admirativo; nè Sua Santità sa che iuditio fare di questa cosa, la qual pur ragionevolmente sì doveria chiarir prima che passasse molto. Fu pur vera la morie di monsignor di Van-demon secondo li avisi del reverendissimo Colonna, qual scrive che, havendo elli lassalo che’l corpo suo fosse portato in Napoli et sepellilo in una chiesia dove sono alcuni suo precessori, pregò el principe de Oranges che volesse esser execulore di questa sua volunta, et che da sua signoria è stato fatto, llera anco morto el signor Paolo Camillo Triullio prima che succedesse questo caso. li signor visconte di Toreua zonse beri sera qui in posta da Venelia, nè si è presentato a Nostro Signore a far la relalione sua sin hozi dopo mangiare, et secondo sì ha potuto intendere, el reporlo suo non è zà di quella sorte che si saria desiderala. Da Viterbo, a dì soprascritto. Da poi la mia scritta hozi a Vostra Excelenlia, sono venule lettere di 4 del presente di missier Andrea Doria da Civitavechia a l’abate di Negri, ne le quali, non solum afferma la rotta del campo di la lega, ma dice esser mollo più di quello che imaginar si possa, perochè la occisione che è siala fatta per li cesarei et viiani del paese è tale, che olirà che quasi (ulte ìe fanlarie sono andate per filo di spada, di 900 homenì d’arme che si trovava in quel campo ve ne sono restali olirà 60 ; talmente che si po dir che quesla vittoria sia stata miracu-losa. Scrive, che ’I marchese di Saluzo et il conte Guido Kangon sono restati pregioni, nè de altri fa mentione ; nondimeno in lettere del reverendissimo Colonna da Gaieta, quale sono similmente venule hozi, si contiene che quasi tulli li imperiali (?) sono pregioni in conformità di quelo che per la mia alligala scrivo a Vostra Excelenlia. Esso Doria, deli*