23 UDXXVIII, GIUGNO. 24 vi entri vituarie. In Napoli havevano fallo dimo-slralione de allegreza, se dice per el soccorso de lanzinech che vie», et per la presa de Pavia, et haveano dato danari a li lanzinech, ma a li spagnoli no ; i quali haveano contenti restar loro senza aziò fosseno pagali et acquietali lanzinech. Scriveno colloqui hauti con Lulrech, qua! si duol grandemente de la tardità de la nostra armata, ut in litteris, et de la presa per inimici de Pavia custodita da tanta zente nostra. Item, de la tardità de danari se li dia dar per pagar le zente; che è gran summn, più de ducati .... milia, come appar per li conli. Item, de li avisi che lanzinech 10 milia solamente è de-sesi sul nostro, el non se li é opposito alcun. Et su questo parloe longamente. Et per una lettera partieular di Zorzi Ar-dizino, di 25, del ditto campo, qual è nontio del conte di Caiazo. Come ha ohteiiulo da Lulrech li privilegi del principato de Calabria et de la caxa de Napoli. Scrive, Oratio Baion fu morto; in loco suo hanno electo capilanio de quelle fantarie fiorentine el conte Ungo di Pepoli, fino che li Signori fiorentini vi provedino di capo, et questa electione I* ha falla il commissario fiorentino é li in campo, da poi la morte del signor Orazio, che fu a li 23. La sera medema, Napoli fece mirabile festa de campane, di foco et de artellarie, et per tre volle la rico-menzorno Monsignor illustrissimo Lautrech ancor lui fece allratanlo. Se ha inteso la causa de tal festa esser, perchè a Trento era zonto el soccorso che aspectano ; se dice sono 22 milia fanti et 2000 cavalli. La tagliala se fa da Pogioreal fin a la marina si persevera in farse : quando sarà fatta, quelli de dentro staranno molto peggio de quello stanno. Non hanno carne, nè vino, et la peste è già dentro. L’ armata de la Illustrissima Signoria non è ancora gionta ; ma se aspecla quella del re Christianissimo, sarà presto qui per quello dicono. Nel campo no-13* slro è morto gran gente, fra gli altri el baron de Aigramont et lo guido de la compagnia de monsignor de Lautrech, et assai altri. Leon Tasino morse su l’armata con don Ugo de Moncada, el qual slava con el marchese del Vasto. El marchese de Bi-tonle et lo duca de Poiano et lo signor Galeoto fratello del signor Sigismondo, ve salutano el confortano assai. Vene in Collegio l’orator de Fiorenza, dicendo haver hauto lettere di 30, di soi Signori, come haveano electi li capitanei de li 2000 fanti et li man-dariano quando fusse el bisogno. A questo, el Serenissimo li disse non intendevamo quando fusse el bisogno ; inimici vanno a tuor Bergamo, et loro voleano indusiar. Non sa che liga sia questa. Con altre parole alte, al proposito ditte. Et che havemo lettere del nostro Oralor, di.....che nulla era preparato. Esso orator disse, hozi se spazeria che mandasseno presto li fanti. Vene l’orator de Pranza, con lettere haute da monsignor de Lulrech, qual se duol li danari non vien da pagar le zente, et che per tulio Zugno do-verano haver per li conti srudi 68 milia ; però se provedi li babbi. Con altri lamenti et parole. Il Serenissimo scusò la cosa, dicendo se manderia, et senio su gran spesa. Vene domino Baldo Antonio Falculio oralor del signor duca de Urbino capilanio zeneral nostro, con lettere del suo Duca, che va a Brexa, uè mancheria. Veneno sier Alvise Gradenigo et sier Francesco di Prioli procurator, provedadori a le biave, dicendo che li fermenti l’altro dì valeva lire 7, soldi 10, beri et hozi cresce et sono a lire 9 el staro, che doveria calar, visinandose Parcolto, et però bisogna far provision, Collegio di le biave. Et fo ordinato redursi questa sera el ditto Collegio. Da poi-disnar, fo Collegio de la Signoria el Sa-vii, el fono prima con li Provedilori sora le biave, et p^rlò sier Francesco de Prioli procurator, dicendo bisogna far molle provision ; prima, dar doni a chi condurà biave, far compreda de biave, far che tulle le intrade de nostri siano condute in questa terra, e mandar uno Provedilor sul Polesine aziò tutti li fornipnli se bavera siano mandali in questa terra, che sarà forsi stara 100 milia; et allre provision. Et su questo fu parlalo assai. Et parlò conira sier Luca Trun procurator, savio del Conseio, dicendo non bisogna far queste cose. Bor fo rimesso a trattar la maleria di le biave Luni nel Conseio di X con la Zonta. Di Brexa, folettere (directori) etproveditor 14 Foscari, di 2. Prima, scriveno quella malina esser zonto de li el signor Capilanio Zeneral con li soi cavalli lizieri, con ordine el reslo di le zente venisse driedo. Et siali in consulto, Soa Exeellenlia ha termina che Zuan et Guido di Naldo con loro compagnie de fanti.... vadino in Bergamo, et cussi è sia expe-dili. Diman se manderà altri mille fanti. Inimici sono a Cocai el lì intorno, et fanno Irar danari a quelli lochi. Non si ha ancora Antonio da Leva babbi passalo Adda. De li ditti, di 3, liore .... Come in quella matina era zonlo de lì sier Carlo Coutarini prove-