169 IIDXXVIII, GIUGNO. 170 bene, di valore et eredito. Desiderano con le compagnie venir a servir la Signoria. Non è però da far questa spesa adesso, ma ben per intertenirli per uno o doi mexi, aziò bisognando se possi servir de loro, et saria bon farli dar al Proveditor qualche danaro. 127* In questa malina, seguite uno caso di uno bre-xan chiamato .... Vicenzo di Boehi, qual è assà è in preson, et questo per cerio caso di una garzo-na. Hor volendo li Avogadori esaminarlo per una allra delegation, intervenendo la morie di domino .... Averoldo a Brexa proditorie, et menato da li oficiali suso, li fuzite da le man, et suo fradello .... di Bochi li dete una spada et corse a la porta di la chiesia di San Marco et lì si fermò. Li oficiali con le armi et quelli di le barche di Cai di X con lanzoni per prenderlo, et ferileno suo fratello su la testa, et andati da drio via per la chiesia, non senza gran difesa falla per lui fu preso et iterimi con-dutto in prexoii, sì che lui lo il palazo hozi fo in arme; cosa di gran spavento a veder tante arme. Poi fu acquieta le cose et non fu altro. Da poi disnar fo Pregadi, et fo leto assaissimo ledere. Di sier Tomà Moro proveditor generai, de li Orzi, dì 25, hore 13, vene lettere. Come heri a Chiari pagoe la compagnia del signor Zuan Francesco Orsini, et hozi partiva per andar a Bergamo iusta l’ordine datoli per il signor duca di Urbino, et a pagar quelle zente sono de lì, et li 800 grisoni zonli, et mandarà 1000 fanti in le valade a far quel effecto scrisse per le altre. Item scrive, come si ha da 9000 fanti i quali bisogna pagarli, zente d’arme et cavalli lizieri iusta la poliza mandata, però si provedi di danari. Noto. Questa sera li fo mandalo ducati 7000, zoè a Brexa in man del proveditor Foscari, da esser fato il voler del Capitanio Zeneral. 128 Exemplum litterarum ex Yensono ad clarissimumdominum Locumtenentem Fatriae. Magnifico et clariss'mo eie. Hozi è zonlo qui uno Slephano milanese pratica a Buda et va a Venelia et ha uno fratello in Venelia, et hozi son zorni 11 se è parlido da Buda et è slato dui zorni in Viena, et ha portado una lettera ad uno nostro citadino de uno suo fiolo se atrova in Buda; ma non scrive cosa alguna da novo, ma di-cto Slephano dice che in Buda non se parla se non secrelamenle inira lor merchadanli. Dice che’l Vaivoda se atrova pur in Polonia, et dice che per quello el vede, el so dico dicto Voivoda se aspecta in Hongaria, el che il suo castello se lien trinzerà, et dice che per quello el sento le zente del Principe hanno havulo una slrecla ; ma in Buda non se olsa parlar. Et che uno baron che è gran richo non se ha monslrato anchora nè per lo Voivoda nè per lo Principe, et ha grande potere, et che’l non è seguro. Cinque milia lontan da Buda lo paese lutto va sottosopra de stradaroli et villani scampali assai dalli confini el vengono ad Buda con lo bestiame el lor fameie, et sono cinque millia vaccari che scorreno per Hongaria, chi tien per lo Voivoda el chi per lo Principe et chi per lo Turco. Et dice, che il Turco non è per venir se non a sio Avosto per quello i senleno, che per quello poi intender desiderano diclo Voivoda, et non dice altro de Hongaria. Dice che a Viena se fa barche assai in uno logo come uno arse-nal per metterle sul Danubio per turchi, el dice che lo Principe dovea per Io zorno de San Zuanne relrovarse a Viena. Et con questo Slephano milanese è venuto in compagnia uno nostro citadino che viene da Boemia de Prin de Moravia. È stalo a trovar uno suo fratello sta in quelle parie; dice che ’I Principe feva zente, tuttavia li mandava alle stanzie, lui de visu hvaer visto andar alle stanzio. Et a Vienna ha visto Nicolò Capellaro che litiga de 11, et hami mandato una sua li faza fede de una cosa li bisogna. Perchè scio vostra signoria lo aspe-clava, non è per venir sì presto fino non li mande-mo tal fede. Non ha scriplo cosa alguna per non esser trovate sue. Uno ser Bernardin Cesarino che avanti Nadale andò a Viena ; el qual si è de San Vido, viene da Viena, l’hano lasato in Vilacho, pe- j28* rò me ha parso farlo intender a vostra signoria. Do haver slado tanto de lì, se potria per suo mezo saper assai cose se’l volesse dirle. L’è ben voro che diclo sier Bernardino allo tempo passato stelle assai in Allemagna. Alla quale humile et devote se ari-coinandano a vostra signoria. Venzoni die 25 Zugno 1528. Magnificentiae Vestrae Servitor Antonio Bidermuzo Capitanio et Comunitas Venzoni. Fu posto, per li Savii, che il strenuo Chrislofal j og Albanese, quale è slato in campo in reame et la compagnia disfala, et ha servito la Signoria Vostra zi 14 anni, et è venuto di qui, li sia dato li 200 fanti