535 MDXXVUr, SETTEMBRE. 53(5 n l’artellaria, qual se rimanda de li; et dima» se parie li francesi per andar a la via di Zenoa. Et si ha aviso che ’1 signor Renzo di Cere è ne lo stato di Urbino con 2000 fanti ; tamcn non è di questo nova cerla. Vene l’oralor di Franza, dicendo liaver haulo lotlere di Pavia di monsignor di San Polo, come di ordine del re Christianissimo va a la impresa di Zenoa ; però acadendoli aiulo di gente o altro, si scrivi al Capitanio zeneral et Provedilor lo fazi Il Serenissimo li disse non si mancheria a tulio quello fusse a beneficio di l’impresa. Vene l’oralor di Milan, et comunicò il suo signor Duca partiva per Lodi. 403 Sumario di una lettera di sur Toma Moro provedilor zeneral, data in Pavia a li 25 Setembrio 1528, hore 3 di notte. Già dui giorni, come scrisse, fu chiamato in consulto da lo illustrissimo monsignor di S. Polo il signor duca di Urbino et lui Provedilor et Ora-tor, tulli li capilanei sì francesi come italiani, nel qual fu concluso andar a la expugnation de Bia-grasso, poi Monza et Como ; et si havea ancora bona speranza di far la impresa di Milano. Et heri cavalcando monsignor di San Polo cum il signor Duca et lui Provedilor, monsignor disse come li era slà scripto dal Christianissimo re che’I dovesse andar a la impresa di Genoa, perchè genoesi haveano scritto al prefato Christianissimo re che Genoa era in disposilion sua, et che era colpa per non andarsela a tuor, et che sohm era dentro fanti 800; et dimandò consiglio a la excellentia del signor Duca, poi a lui Provedilor, quali risposeno osser mollo meglio proseguir quanto era slà in consulto deliberato, et andando Sua Signoria illustrissima a Genoa cum le sue gente, lui si atrovava pochi fanti et poche genie, et smembrandosi dal campo nostro non sarà bona cosa ; et nui simelmente stando smembrati et separali ila vui saremo mollo mancho et le forze separale si smembrano et sminuisseno, et uniti insieme mollo più acresseno, et sempre, falle le imprese nel consulto deliberate, facilmente si potrà far la impresa di Genoa. Et disse molle altre ragion eflìeaze. El in consonanza parlò lui Provedilor el l’oralor Coniarmi, instandolo mollo a restar di qui. Tamen esso monsignor illustrissimo rispose : « lo ho deliberato andar ad ogni modo perchè non voria il re Christianissimo havesse causa di dolersi di me. » Et disse si voleva partir dimane ; pur ha diferilo fino a Domenica a di 27 per persunsion fatoli. Per il che il signor Duca et lui Provedilor hanno mandalo verso Santo Anzolo et Lodi l'artellaria grossa con alcune monitione, et si ha riservato di qui zerca 14 pezi di mezi canoni et arlellarie da campo, et reslaremo di qui qualche giorno fino si fortificherà il castello et la citadela di questa città; poi si retiraremo a Santo Anzolo, munita questa cillà ; poi si farà quel meglio ldio ne inspirerà. Scrive come le lettere di questa nocte sono stà 403* intercepte, benché erano scripte in zifra. El si duol che la impresa, quasi vinta et franca, sia così presto messa in disperation. 11 signor Duca li ha ditto: «Signor Provedilor, io ogni giorno slago solimi in difendermi di quarele di Venelia ; non so quello voi dir, voria me lo dicesseno et non star cussi. » TJnde esso Provedilor li disse : « vostra excellentia mi ha dato licenlia io possa dir ogni cosa cum vostra excellentia, et quella cum mi. Colui ha scritto a vostra excellentia tal cosse non è vostro amico. Vui sapeti Venelia esser libera, el se ben qualcheuno parla, non si atende a queste cosse. Io so quel dico a vostra excellentia ; quelli da Venelia vi ha in quel optimo conto che mai ebbeno la excellentia vostra.» Esso Duca disse: «So ben vui scriveli bene et me dali bone parole ; cussi fa la illustrissima Signoria, pur non mi recognoscono. » El poi laque. Item, scrive ogni zorno si trova corpi morti, et vien gitali in Tesino; et sono slà gitali più di 1000, quali veniranno al mar a ingrassar li pessi, per esser lodeschi molto grassi. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla. 404 Fu posto la parte, di acelar il parlido di poter fwr ad alcuni uno lotho di zoie per la valuta di ducali 14 milia, et loro presteranno ducali 12 milia, et esser falli creditori di l’una et mezZti per cento, con questo niun possi far altri lothi che loro fin mesi 18 apresso. Voleno poter meter uel lotho ducali 4000 di zambelolli. Fu posto il parlido di campi 300 sopra il Polesine, di sier Marco Antonio Fosca rini el fradello, di sier Andrea il Consier, a ducali 35 il campo, et danno zonla ducati 8 milia, et voleno esser fatti creditori a 1’ una et meza per cento. Fu posto una gralia, di sier Stefano Viaro qu. sier Zuane fo camerlengo et caslelau a Veia, el è in presoli in I’ Armamento, el questo per liaver inlacà la cassa, et fo condanni per il Conseio di X. Ilor si offerisse dar debitori di la Signoria per ducali 15