425 MDXXVIII, AGOSTO. 426 te ne pigliarono tutte le gralie che tieni, che sera d’altro furore che de lanzienech oh’anno facto ad Roma. Non solo ad le dico, ma ad ciascuna terra dico, picola el grande 'le campagna apertamente 10 dico. Ciascun rn’ intenda. Sete duri, cionchi et ciechi involti stati in li peccali obscuri ; sete simili a li pazi ehe’n lo fango stanno involti. Quanto più segni el ciel vi monslra, sete più superbi el crudi, sempremai stale indurali, non guardale li santi ¡¡orni che sono nel iusto Signore reservali. Queste sono le gralie eh’ al Signore del cielo rendete. Ma alchuu certo Iradilor inganna; non è nato il po-verliomo che’l suo sudor li haveli devoralo. Et che’l sia il vero, hor guarda il le;npio de Pietro et de Paulo romano come T havele adornalo. Fate mollo bene mò che non havele più presenti et richeze, andate ad spogliar le cose del lempio sacrate, senza alcun timore. Fate mollo ben ad lati-gerle. 0 principi et baroni, scorlichatori di poveri homeni, ancora havele animo meter mano adosso el li profeti lapidar. Non lo accorgi o pessimo homo, iniquo el scelerato. Tu dici mal del Juda eh’ ha fallo morir il Signor di 1’ universo. Non le acorgi eh’ io ho facla desolare quella disubediente cilà de Hierusalem, ho facto profondar Virona (?) et l’altre sue compagne, faclo submerger Ferragona et lo suo populo feroze, che di me era sì fiero inimico mortale. Per Moises el lo popolo delsdrael, * non pensi tu mal chrisliano scellerato, che li homeni non volevano obedir el preceplo zà li dicse co-mandamenti de la legie scrila ne lo cielo, che in terra si debbano ariguardar 1’ una parte et l’altra, che la Domenica sancta dovete ariguardar. Ne sete devenlali come carne de cani arabiali. Questi sono 11 sancii zornì reservati. Non sono tanto I’ anno le Domeniche spesse et altre vigilie feste grande et sancte. Tulli quanti sete pieni de homicidii el d’inganni. Questo è P amor del Signor. Sopra ogni cosa biasleme crude el scelerale senza timor l’usale. La superbia voslra per dar in la sua figura, questo è lo amor et honor d’amici et de parenti, che quel ch’ha faclo il ludo ben s’acorgendo in falso vostro costume. Li iudilii eh’ avete bauli del 27 et del 28, ad quelli che reslan vivi sopra di la terra è sialo zucharo et amandole confette. Stale forte duri, el siate increduli, quel ch’avete visto non crediate che ancora non havele vislo niente. Dipoi che’l iusto è stato in croce, 1524 anni tutta la gene-ratione è stala aspettala cum le braza aperte che se venga ad salvare. Ecco che passa 1528 anni, et tuttavia la zente é più cieca. L’anno del 2D el del I 30 alliora me richiederete tutta zrnle dapoi che l’eli voslra che ne nascete seie digni de fortuna, et a la fortuna farò dominar tutta la terra, poi che ciascuno non volt* obedire el Re eterno apertamente. Siate certi el chiari, quella provincia che non volle del santo zorno essere obedienle, cheson digni per li loro traditori inganni eh’ io li serro la porla del paradixo. Ciascun principe, barone, marchexe et do qualunque condilion se sia, li serro la porla de la gloria vita (?); a quelle provinlie apertamente voglio che se dica la porta del cielo è serrata da li 15 et li 50 zorni che ciascuno de qualche natura sia, poriu esser angelo, cherijbili del paradixo. De quel ch’io dico apertamente et scrivo voglio che sia obedilo. Come viep el zorno del Sabato ad bora di vespro, che sia abandonalo ogni exercitio insinente al Luni di matina. Cussi è il iusto et la razon. Chi del paradiso vorù parlicipation, el Sabalo ad hora de vespro abandonerà ogni exercitio. De poi che li mei christiani ciechi che voglian et aman guerra, et quelli che legerando et vederandola con lo efi'ello che non voranno obedir et ornili exercitio abando-nar et la santa Domenica ariguardar, ciascun stia in presenlia d’ogni suo peccato, et quelli che non voranno el Sabalo insino al Luni di malina serauo di mei inimici mortali, non li perdonerò; et siatene 351 certo el di questo ne sera l’effetto ; non haverù rispello se ben havesse la mia maire, non bavero rispetto a li pregi di la maire mia. Quelli che si colisi lerano in li beni temporali che non voranno obedire per alcuna via quel eli’ io dico, levarò potestà per la prima a la terra che in quella frullo non ce producerà, farò al mio popolo pessimo mal chrisliano, d’ogni ben lo farò privar cum pegior amaritudine che zà detti al popolo de Feragun per Moises. Ad voi dico se aparechiano queste grave pene. Ad quelli perfidi cani biaslemalori non voranno lasciar le biasleme pessime crude, usarò privar de P audir et parlar. Quelli che scranno coniunti in lo matrimonio non voranno seguitar segondo il matrimonio, li farò morir de sentenlia come cani arabiali. Q uelli che teranuo l’arie di Sodoma non se voranno riveder et far penilenlia di lor pessimo peccalo, li farò morir di senlenlia, cum furor de sangue farò profondar quel paese che’l peccalo conira natura se comelerà Quelli falsi sacerdoti che sono ministri indiavolali, clic non se vorano levar donanti al vizio de le meretrice, li farò privar de la vita cum crudeli slrasii, lassarò venir dal ciclo drago de fuogo ardente, boelie de numero ne licn ben 7, ciascuna bocca terrà carboni et dardi si