427 HDXXVW, AGOSTO. 428 rubenli che mai fu veduto acialo uscire de focina si rubente, el non sarà la boca sì picola che non tiri 100 milia di spazio Et quelli che haranno fatto mo-nition de grano et altri cibi per le case el leranno neli pozi, commoverò dal cielo nque et venti tempestosi, non serano le case el torre et palazi si pomposi, fave grani al delluio infracidare cum forza de lerramoti sì periculosi, torre el palazi farò subissare. Mai non furno vedute simile molestie di tempo dal deluvio infine qua. Ad questi farò venir sopra la terra ruche el grigli rigogliosi che mai non furno odili, li frulli di la terr.i li farò magnare, farò fare ira lutti li animali sete el gran fame, carestie che mai non furno odile. Le donne gravede li para mille anni I’ bora del parlurire, et altri animali occheranno li figlioli per divorarli per rabia de fame. Farò secar arbori et herbe che la terra frullo non producerà, inimici, máximamente quel antico serpente, lo farò venir fuora de la catena in abisso de fora al mundo infra la zelile che sera viva. 0 quante provinlie ne farò essere le obscure et le do- * lento, comoverò penne che mai furono odile per li profeti. Li privarò del lume del sole, de la luna, et de le stelle. Le pietre le farò eomover, che Puna cum l’altra se sbaterano da per loro. Farò congregar ucelli da lontane parte insieme gran lamenti fare. Vederanno otnni luce in tenebria che non se cognoscerà dove eh’ el ciel se sia. L’ uno animale da l’altro non se cognoscerà. Lupi ara-biati abonderano, morti el «rivi devorarano. Farò vegnir zelile da lontana parte che l’un de l’altro non saperà, che voglio che lutto il mondo se reduca a l’obedientia d' un pastore. Voglio mandar et mando resolutamente, che me dè piacere de tutte le lingue. Apertamente dico ad tulle polentie che non vorano creder, le farò perir le soe forze con questo furore : non li haverò risguardo alcuno, non li ioverà dir io son papa o cardinale o vescovo, manco li gioverà de dir io son prete o frale, manco remission liaverà, di strazio mazor facto ne seni ancora più. Non gioverà de dir io son re o imperador. Mando P homo che pigli tutto il mondo. Non será lo re o imperator tanto polente, lo farò levar d’ogni bene. Di poi che sempre nel mazor feste staro unti de sangue et di grandi homicidii, voglio far levar via el popolo de Giudea, deslruzer la progenie de Marie, el al popolo cesareo deslruzer le sue forze, mandarolo in pestilenti», et altra zenle pagana come zà sapete li voglio far venir a rimovere le lor risse, el ciaschuna cità baptízala in el sangue mio et in P aqua se vorà arimover et ri- manere d’ogni vizio, mal che tien ; li mando l’homo che li darà la remision sua, rezereando penitenlia haverano la beneditione di sopra da quel che rege il cielo che porà a ciascuno crescere el multiplicar. ogni bene, serà liberato de peslilentia, serà liberalo da lo inganno del mio inimico, darolli meglior stalo che non dico, lo liberarò d’ogni male iniluentia che zà è scritto, et quelli che non obediranno cum lo effetto, quel che seriano non è niente a rispetto a la sentenlia clic mandarò dal cielo sopra de la terra, ne farà gran maceli che tutto il mondo, parà che sia una pinza che se coce in foco. Et siano advisati tutti li popoli, 50 dì habiano tempo de ciascun pe-cato penlir. Da li 50 zorni in là ne farò venir 50 altralanli tempestosi che mai vide la zenle venir tempi al .mondo sì ruinosi, et quelli popoli che au-dirano la nostra epistola parlare o chi la legi o chi la farà legere el zorno di la Santa Domenica, hab-bia 900 milia anni de perdonanza plenaria, et hab-bia remission de ciascun pecalo havesse fallo più maior male che mai non fu de ciascuna condilion se sia. Ma da li 40 zorni non ne facia più. Benedeti sarano li lor peccali scanzellali seranno, el quelli che la nostra epistola ascolteranno seranno benedette le castella o cità picole et grande, serano benedette tulle le creature'che ce seranno. L’homo eh’ io mando intrarà in Asia et benedirà lutti li regni de l’universo mundo, et quelli che seranno increduli de I’ opinion de Ferragon, in verità che seran submersi del gran furor. L’homo che mando per via ad voi da reducere lo mando cum questa iuslilia, che punisca lo popolo che non se voi pentir del peccalo, volerno quello sia da P homo abbra-ziato, et in quelle parie donde è re crudelle che tenga li costumi de Ferragon che per nisuna via vuoHassar Peror, li mando adosso l’homo che vadi a submerger lui el chi tiene li falsi costumi, come zà sapete altro tempo per Moises ho fallo submer-ger Ferragon et tulle le sue forze. L’ homo eh’ io mando per lo mondo visitare tulle quante le parte del mondo, quello che ben lo sederà ciascun se umilierà, et a ciascun conto li metterà tutto lo dominio suo, li benedirà de ognuno cenlo più lui ne renderà per humililà omni ben crosserà in quella parte che noi vederanno in perfelion loro, el li loro frutti andaranno in perdilion. Non serando li turchi si ferozi, et mori despietati li farò obedire de tutte le cose che lui dice. Non voglio più supor-tar li dispregii che fate ad me et a la mia sanela madre; a lutti questi arinegatori li faremo desolar li lochi dove habilarano, le zenle feroze non bave-