99 MDXXVIII, GIUGNO. 1001 tulli ordinatamente. La universale opinione et parer di lutti è stata clie’l se facci due cose: una se scrivi a Vostra Excellentia cl numerò de le zenle et la condilion di questa terra, I’ altra, clic insta I’ or-70* dine suo se mandi ad intender con certezza dove se allrovino et l’uno et l’altro campo de inimici, per potersi poi governar et exeguir quello comandara Vostra Excellentia; il che subito è sta fatto. El numero de li fanti se alrova qui iti esser, sono de fanti 6260, olirà molti amatali. La condilion de la terra, che in molti lochi non è anco reparato al bisogno. Si attende ben con gran sollecitudine con man proprie de soldati a farlo. Tulli universalmente sentono che prima se vedi quello farà Antonio da Leva el l’altro exercilo, perchè seben Antonio da Leva fusse passato Adda, come in quest’ora hahbiamo, facevano il ponte a Spin per passar, non facendo altro progresso. Pericolosissima cosa sarla levarsi de qui per venir di là di Oglio a lo alloza -mento ricordalo per Vostra Excellcntia. Polrinno repassar in una notte, et hessendo inmuite le guardie come almen se minuiriano la mila, poiria farne qualche vergogna, el danno, che saria poi irrerne-diabile Saria ben opinion loro, per alleze ir la città el dar repulation a le cose dell’exercilo, uscir de qui el ponersi a Seríalo, et poi veduto con certeza il Leva drezarsi al camiti de passar Po, spingersi per dove paresse a Vostra ExcMIentia di cometiere. Mi parve de dirli et aricordarli la imporlaulia di Genoa, el che bisognava far le provision et farle a lempo, el che però questo pensasseno, se hessendo noi a Seríalo, over qui, declinando Antonio da Leva a quella parte di Genoa, over Alexandria, se potesse (tesser in tempo al bisogno. Tulli disseno che se poiria ben (tesser a tempo, el che prima se doveria attender ad servarsi noi con cerleza et poi sovenir dove Ittsse bisogno, accedendo a questo, che hessendo, conte si vede, in queste vallade il castellali di Mus con nove bandiere el molli cavalli de spagnoli, itilenden lo il nostro allontanarsi de qui, poiria facilmente farne qualche inconveniente el vergogna. Concludendo, che sapendo Vostra Excellentia hesser ili natura che ode et intende lutti volentieri, confidentemente haver ditto il parer suo, reporlandosi però ad ogni voler, disposi -tion el ordine di Vostra Excellentia, da. la qual si ¡ispéela definitiva resolution, per poter,.come è opinion sua de far, promptanienle eseguirla, lo Ito voluto il lutto notificar a la Excellentia Vostra, la qual supplico, come è sempre consueto suo, udito il lutto benignamente, risolversi in che la vole. La supplico ben sii conlenlo farmi mandar presto li danari, perché in ogni caso saria impossibil cavar de qui nè manco lassar que'li fallii, de li qual sono venuti li tempi de le paglie sue. Li notifico insuper, che havendo per diverse vie ¡illeso che alcuni del castellati de Mus, quali ne era aflirmato hesser 71 in numero 500 a uno loco ditto el Zogno in Val -brembana, el che haveano fallo grandissimi bulini el pregioni de zenlilomeni et zenlildone, vedendo noi, per quello ne era dillo, la cosa poleva facilmente reussir in recuperar le cose tolte et presoni, hessendosi l’inimici dislongali de qui, deliberassimo il conte Mercurio, il magnifico Capitario di la terra et alcuni capitani el io, mandarli una banda de ar-chibusieri al numero 1000. Li capi furono, il capitario Cagnol, Filippin da Sali, Baplislon da Faenza, una insegna del signor Malalesla da Rimino sotto il capitario Moro, et Andrea da Corezzo, olirà alcuni archibusieri di questa terra. Andorno ier sera, et zonli al loco, havendo inteso che erano da otto bandiere el molli cavalli, ma sparsi, mandorno un messo da me a farmi intender in che termine se al Irò va va le cose, et se voleva che i combattessero. Io subito li mandai a dir che per niente dovessero risegarsi, ma al tutto, senza far altro, ritornar adietro. In questo mezzo che’l messo vene qui, presono dui li quali andavano da Antonio da Leva non sapendo el fusse levato, a farli intender ilei buttino fallo ; qual messi li affirdtavano erano porri et divisi, et che haveriano vittoria. Parse a quelli capilanei, non aspettata altramente la rcso-lulion mia, dar lo assalto ad una giesa dove erano reduli molti et li ruppero, et infrorno nella terra, onde cominciorno attender al butlinar et non al combatter. Li inimici, sentilo il romor, se miseno insieme, adro che fu forza a li noslri retirarsi, con perdita però da la persona de Batttslon da Faenza qual fu morto da arihibuso, alcuni altri Cerili, ma pochi. Si feceno forti al Sasso, scarainuzorno assai, tamrn sono ritornali con alcuni pregioni, cavalli el altre robe. Allro non mi altrove degno di Vostra Excellentia, a la qual mi ricomando; il simile a questi datissimi rettori. Da Bergamo a li 13 de Zugno 1528, horc 24. Carolus Contarenus provi sor generai is. A dì 16. La niatina, vene in Collegio sier Ste- 731) (1) Lt carte 71", 72 sono bianche. 0