39 MDXXVIII, GIUGNO 40 di Urbino, al qual li è forza obedir, che i staranno con li cavalli di fora; per il che tutti questi di paura fugono via con le loro robe. Tamen si ha lettere di Brexa, che’l signor Capitanio Zeneral manda do qui di hora fantarie che sono in camino, et voi sia C000 fanti ; ma bisogneria fosse uno capo grosso. Siamo in fatiche intollerabili, et maxime per quesli soldati. 23» Da poi disnar fo Pregadi, et fo lello una lettera. Di sier Agustin da Mula proveditor de l’armada, di 18, da Monopoli Qual scrive il partir del Capitanio Zeneral con le 16 galie per Corfù. Di Pranza vene lettere piti vechie di le altre, del Justinian orator, di Poesì, di 21 et 23. Co me a dì 21 vene de li per via di Asie la nova del perder di Pavia. 24 Di Brexa, di reclori c Proveditori Zenerali, di 5, hore 24 ,...... Di Bergamo, di rectori di . .. Come orano zonli li altri fanti mandali, siehé stanno s curi, et etiam erano zonte di le vituarie in la terra. Il ponte sopra Adda si feva el mancava sohm 4 bur-ehiele a compirlo. Inimici erano a Roman el Marti-nengo, el quel capila ilio havia mandalo uno trom-bela in la terra a dir al signor Mercurio si ’I voleva faria bona guerra, et prendando li homeni d’arme li lorla le arme et cavalli et lasseria andar, se cussi li piaceva di far etiam lui. El qual Mercurio li rispose non stava a lui a risponderli, ma al signor Capitanio Zeneral, qual è in Brexa, al qual li scriverò. Di Cremona, di sier Gabriel Venier orator, di, . . Come il signor duca di Milan havia fatto far la mouslra di soi fanti ; ne havea più di 900 el. . . 24* Fu posto, per i Consieri, Cai di XL e Savii una parie, che sier Pasqua! Grudenigo qu. sier llironi-mo; qual è debilor per conto di suo padre del qual non ha hauto i beni, et volendo refusarli li obsla la parte presa del 1524 zerca il refular de beni, pertanto sia preso che ’1 sia commesso che li pro-veditori sopra la revision di conti debbino far inquisitici), el non havendo hauto di beni, quelli possi refudar, non obslantela parte in contrario. 156.2. 5. Fu posto, por li Savii di terra ferma, dar eon-duta a uno stralicio nominalo Dimitri Clada, fo fio! di Manoli Clada morto li mesi passati a li servi-rii nostri, el qual si ha portalo ben a la impresa di Camarin, come fa fede il procurator Pisani, et ha 4 fradelli et tre sorelle, li sia dalo cavalli 10, et a la persona sua ducati 12 al mese, come si paga li altri capi di slralioti, ut in parte. 147. 7. 2. Fu posto, per li Savii, una lederà a POralor nostro in Pranza in risposta di soe. Fo poi posto, per sier Burlolomio Zane savio a terra forma la parte, che ’1 capitanio zeneral sier Piero Landò vengi in questa terra el resti..... Et li Avogadori di Comun a l’incontro che ’1 non 25 poi metter questa parte, e lui che la poi metter. A la fin la fece lezer. Et dillo sior Marco Antonio Coniarmi da la Pallà avogador di Comun andò in renga per contradir. Et il Serenissimo che non sente questa opinion, disse ai Cai di X licenliasse il Conseio el chiamasse Conseio di X con la Zonla, come era sia ordinalo, et loro voleva prima si expedissa questa maleria, unde il Serenissimo solo fé licrnliar il Conseio, et restò Conseio di X con la Zonla. Di Pranza, vidi lettere partieular da Poesì a dì 27.. Qual scrive, a dì 2-3 zonse il fiol dell’illustrissimo duca di Ferrara di qui con grandissima pompa. Questa Maestà li ha fallo grandissimo ho-nor. Dimane si farà le gran noze in madama Zene-vre cugnata del Re, et dormirà con quella bella madama. Da poi zonto, ogni zorno hanno fatto gran festa. Quesla Maestà ha danzato; ma la giostra ancora non è comenzata di far. De qui zonse domino Andrea Rosso secretarlo, venuto a sollicilar li pre-sidii per Italia; ma di tulio hera sia zà posto ad ordine. Vien monsignor di San Polo con animo di far gran facendo, credo vorà la Gata con questi lanzi-neeh. La massa si fa a Lion, haverà da persone 12 milia, et ozi si parte dillo domino Andrea Rosso per azonzer monsignor di San Polo, za parlilo. Da Orvieto, di 27, fo lettere di domino Alvise Lippornano canonico di Bergamo. Come il Papa partiva per Vilerbo, et de lì non si sapeva dove fusse l’Oralor nostro; et che il Papa feva far 2000 fanti. In questo Conseio di X con la Zonta fu proposto 35, per li Cai di X, che la parte voleva metter il Collegio di vender li boschi sodo la Molla et suspesa per loro Cai, però sia preso che dilli boschi non si possi vendi r ut in parte. Et parlò sier Alvise Gra-denigo Cao di X, el il Serenissimo a l’incontro, che per il bisogno del danaro è bon venderli, si averà da 10 e più milia ducali. Andò la parte el fu presa di una ballota, sicché il Collegio potrà metter di venderli. Item, messeno che se al Procurator di S. Marco fu preso in Pregadi di far con ducali 12 milia, et poiria andar più in su, el non resta de li ducali 100 milia del dazio del viti se non ducati 13 milia