595 MDXXVIj SETTEMBRE. 596 li schiopi contra esso harisello et lo meseno in fuga, et poco mancò che ditto Guizar lino non fusse morto; il qual se reduse in caxa del signor Guido Ran-gon. El clarissimo Pisani, con honesto et prudente modo parlò al prefato Vizardino cum dirli che hora 393' non è tempo di meler li soldati in disperalione nè in disordino perchè si ha bisogno di loro, et bisogna tolerarli, adeo che la cosa rimase in assà boni termini. Il qual Pisani procede cum gran satisfation di tutti, et da lutti è amato et porla bon nome. Da Cremona non è altro. Il signor Capitanio zeneral la far certi repari de parange grossissimi per portar sotto le mure aziò li nostri non siano offesi, el stiano sotto dilli repari a li muri a romperli et non possino esser oflesi da essi inimici, et deliberano far lo arsalto ad ogni modo a Cremona, ggj Da poi disnar, fo Pregarli, per far Conscio di X con la Zonta; et leclo asaissime letlere, lulle scriple di sopra, et sopravene : Di campo, di Lambrà, dui procurator Pi-xani, di 8. Scrive in materia di sguizari, in risposta di quanto li è sta scripto per Collegio, che avisi il numero sono: scrive sono numero 12 inilia, ma de vivi et in esser lì in campo numero 7893 da chi li ha contadi; ma sono tanti fastidiosi el inganano, et voleno page morte non solum 40 per 100, ma 100 per 100. Et su questo scrive assai ; vi spende ducali 64 milia per paga. Del ditto, di 8, hore 5. Come havia hauto lettere del marchese di Saluzo, di Aste, di 4, qual manda la copia. Avisa il suo zonzer lì con tutte le zenle d’arme el fanlarie, el marchiavano avanti per venir in campo. Hanno terminato mandarli contra stralioli el altri; et etiam manda una lederà di domino Battista Marlinengo, et una del conte Filippo Torniello, da Casal, di 6. Et parlalo zerca dille zen-te per mandarle a la impresa di Zenoa, è bon farle venir a Torlona el de lì se deliberare, et forsi meglio saria farle venir in campo, perchè si poria far forsi qualche operalion conira Milan, perchè hanno in Milan esser da 2 milia amalati et non esser ho-mini da guerra da 4 milia o poco più, et che stavan in ordine cum carri inteso la nova del perder di Cremona, che molto dubitano di levarsi et andar via o in Pavia o altrove. Scrive si mandi danari eie. Del marchese di Salmo, date in Aste, a dì 4, al Provedilor di la illustrissima Signoria in campo. Avisa il suo zonzer lì con le zente d’arme et fanti, et marchiavano avanti. Di domino Batista Martinengo, data in , Aste, a dì 3. Scrive il zonzer di ditte zenle, et haver ricevuto le lettere di primo non desse danari a li fanti, qual havia principialo a dar, el ha convenuto seguir a pagarli perchè il Marchese disse che haveano ben hauto una paga dal re Chrislianissimo, non l’haveano livrata, et altre particularità. Del conte Filippo Torniello, data a Caxal, a dì 6, al ditto Provedilor. Come le zente a piedi erano in Alexandria sono levate el andate a Zenoa ; et che Zuan Lodovico da Cerelo non sarà tre zorni melerà ad ordine Morlara per la liga. Et scrive, di Lomelina ne va assà victuarie a Biugrassa, el 394* poi in Milano. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 8, hore .... Per uno monaco partilo beri da Milano a hore 21, qual è di San Benedetto, dice che li cesarei Zuoba passala, fo a li 6, feceno chiamar a se da 25 citadini de li boni, dicendo che volevano si solloscrivesseno a una lettera de cambio. El quelli presentati feceno menar in corte el poi in castello; et cussi feceno chiamar alcuni mercadanti in modo che al suo partire ne havevano relenuli da zerca 40 et mandati in castello, el datoli uno taglione. Dice etiam che molti di 11 terra se sono parliti da Milano per le male compagnie che hanno da essi cesarei. In la terra dice esser ubertosa di vicluaria, el che de le tre parie le do di quelle zenle spagnole sono amalate, et quando lì sia da 3 in 4*milia persone da fati, che li è lutto il mondo. Di Bergamo, di sier Polo Valaresso podestà, et sier Vicenzo Trun capitanio, di 8, hore 24. Come erano zonli lì do corieri vien di Pranza con do basiini adosso con scudi 9 milia in quelli, quali danari dieno esser dali dove ordinari la Signoria nostra, et li ha posli in camera. Item, portano lettere di Pranza del secretano nostro, qual mandano; et avisa in quella bora haver haulo lettere del podestà di Lover, quale manda incluse. Avisa esser slà preso li cariazi di domino Marco Antonio Venier dolor oralor va in Auglia, el lui par andasse incognito per la montagna con do zenlilho-meni sier Benedeto Zane et sier Ilironimo Pixani dal Banco, et il suo maestro di caxa ; nè altro si sà di loro. Da Lover, di Avosto, del Podestà, di 8, scritta a li rectori di Bergamo. Come era zonlo de lì uno stafìer di 1’ oralor Venier, andava in lugillerra dicendo come in Valtolina a una villa dilla Posta-delia di sora . . . . , erano sta asallà dilli cariazi del prefato suo palron el tolti con occision di molli di la ditta fameia; et che lui visto questo si messe a fuzer, el è venuto di qui. Dice come avanti se-