639 MDXXVI, SETTEMBRE. 640 ho che dire, si non che a vostra signoria mi ricomando. Pisonii 5 Scptembris 1526. V. S. mi perdoni se ho lardalo 6 giorni per scrivere, perchè non ho avulo comodila per il camino. Al servizio di V. S. Baron. Missicr Zuan di Focher ha, per ledere dale in Buda a di ultimo Avosto, per le qual li è significalo esser sia rode le genie del re di Ilongaria per numero da 25 milia tra a piedi et a cavallo; et ditto conflitto esser stato lonlan miglia 22 da Buda, et non disse che giorno, nè altro. Praetereu ha lei-lere di Vienna, di 5 di l’instante, et intendo lo instesso, el che se diceva che la persona del de era anegala in uno lago, et altro non ha. El per altre ledere di 29 del passato, pur da Buda, ha adviso, come era grandissima discordia tra li clerici et laici lie P exercilo del de, et che li preli volevano ritornar a caxa loro, #1 la maestà del de'non volse lassar partir alcun di loro, ma volse che sleseno insieme cum li altri; et questo è quanto ha per tulle soe ditte lettere. 423') Da Poma, di 13. Come hozi, ricevute nostre ili 10 fo dal Papa ; el prima zerca scriverà Marseia et solicitar la seconda armala del de, Soa Santità disse la sarà tarda come è il consuelo di francesi, el si vede a le zelile del Re; et disse haver aviso a Zenoa si ha liauto 40 milia ducati di Spagna et armano 6 gaiioni et 6 galie; poi l’armata di 1’ Imperador vegnirà, et oltra le 4 nave con fomenti intrò in Zenoa, è intrate do altre nave con merze. Per tanlo disse, zonle le zenle francese in campo saria hon mandar a dilla impresa sguizari 4 milia et far fatili 4 milia, et con 300 lunze ultimarla sichè si habbi Zenoa. Disse POrator, di l’impresa di Cremona fin pochi di si expediría. Soa Santità disse : se ’1 Capilaniozencral voi in 10 zorni finirla sia con Dio, altramente è bon levarsi et andar a ditta impresa di Zenoa o dove parerà el bisogno, dicendo : Domine orator, havemo ledere di Ingslterra, di 23 del passato, quel Re non voi far nulla se prima non si acordi con il re di Pranza, et poi non è da sperar altro che danari da lui ad imprestedo da Ottobre in là. Sichè, scrive lui Orator, vete Soa Beatitudine mol- (i) La carta 422* è bianca.# lo tribulata. Poi disse, il re di Franza non fa nulla. Scrive voi far monstre a h confini. Saremo soli questa invernata a la guerra de Italia, et semo a non boni termini. Esso Orator confortò Soa Santità ut in litteris. Poi disse il Papa si mandi li danari per far li 4 milia fanti et li lanzinech 6 milia di Geldria che voi far il Re et tuorli per conio di la liga. Scrive è buon luorli, achaderà a bisogno. Solicila la nostra armada vengi in Golfo, et quanto a 1’ armar la sua galia a Zenoa, disse non la poter armar in Ancona, el vorà meler uno suo sopra le nostre galie con le insegne soe. Scrive, hozi è zonto qui domino Chapin slato in Franza, qual vien dal campo per basar li piedi al Pontilice, poi voi tornar in campo. Scrive, ha mandalo ducali 300 d’oro, tolti li do gropi l’ha, al capita ilio zeneral conte Piero Navaro, et di altri pagerà li biscoli, zoè ducali 60U darà a quelli li fanno ; in li qual groppi ha trovati ducali mantoani et bolognesi, de li qual si perde do per cento. Scrive, iusta le ledere scrittoli, ha richiesto al Papa la indulgenza per la chiesia di San Francesco di frari. Soa Santità è slà contento; ma si duol darla dando elemosina, più volentiera la daria gratis, pregando esso Orator non li richiedesse più tal in- 423* dulgenlie perchè lo concedeva mal volentieri a questo modo. Di Crema, fo lettere del Podestà et capitario, di 15. Come, per uno suo venuto da Milano, qual partite beri a le 13 bore, dice cheli cesarei hanno rabide tulle le arlcllarie erano in la lerra nel castello, et polvere, el che ludi stanno alti basiioni cum le sue feniine per non haver causa de partirsi et andare per la lerra; et che il Duca di Barbon ha facto far una crida in pena di la forca a chi se partiranno de li basiioni di la* lerra. Dice etiam, che Sabato proximo passato il signor Zanino fece una granda scaramu^a cum cesarei de modo che li penseno lino a Salilo Anzolo, el scorseno lino a San Dioniso che sono ne li borgi, et morti et feriti alcuni di loro; et che uno suo amico li ha ditto che se seguitavano, soriano entrati ne la terra. Dice etiam che in Milano sono assai amalati de ditti yspani, chi dicedi mal franzoso, chi dice altro mal molto periculoso; et che Ira amalati et sani non sono più di 7000 persone, et che ne sono andati assai a Binasco, Biagrassa, Garlascho el Vige-vene, luochi a la via de Pavia. Dice etiam de farina et vino ne hanno penuria; ma di grassa et altre vicluarie or bon mercato or carestia, secondo che ne vieneno portate a la giornata in la terra : de feni carri vai lire 4 el lasso. Dice etiam che hanno for-