317 MDXXVI, AGOSTO. 318 questi haveria bisognato che lusseron stali de li migliori, non si potea anco ciò fare senza grandissimo periculo di minare et perdere ancor il resto. Et non di meno, con lutto che conoscesimo el periculo qual portava in se questo soccorso, et.che perciò stessimo in gran dubbio di temptarlo, caziati dal grandissimo desiderio che ne conoscevamo in quelli Signori nostri Illustrissimi, et da tanli altri stimuli, senza perdervi tempo ne deliberassimo di provare di soc-corerlo come se fussimo sempre siali di animo ben 2G61) deliberato che se dovesse fare: sichè habbiamo fatto ciò che a noi è stato possibile. Et benché ne paia de bavere intieramente satisfatto ad ogni parte del debito et de 1’ honor nostro, quando però la Signoria Illustrissima desiderasse risolversi in alcun dubbio parliculare sopraciò, ne offeriamo prontissimi a risolverla parlicularmente de ogni cosa. Et però tutto questo gli farete intendere per parte nostra, raccomandandone infinitamente in sua bona gratia. Voi stale sano. Dal campo della santissima liga sotto Milano, alli 30 di Luto 1526. Dux TJrbini urbis praefactus, Serenissimi Venetiarum Domimi capitaneus generalìs. A tergo : Nobili dilectissimo oratori nostro Venetiis, domino Baldantonio Falcutio. Ve-netiis. Fu posto, per sier Andrea da Molin et sier Marchiò Nadal cai di XL uua parte, che quelli di Pre-gadi et del Consiglio di X che si ha ad elezer questo Avosto et Septembrio, possino esser balotadi etiam quelli vorano prestar, come in la parte si contien, la copia è qui avanti, con la restitution ut in ea. Et a l’inconlro, sier Hironimo Querini qu. sier Smerio messe che lutti quelli romagnivano di Pregadi et dii Conseio di X siano ubligati prestar a la Signoria nostra, poi rimasti : quelli del Conseio di X vorano intrar, ducati 300, et quelli di Pregadi 200, da esser fatti creditori ut supra. Et io Marin Sanudo, per debito di conscientia andai un’ altra volta in renga, dicendo el principio di la Lementalion di Jeremia: « Veh civitas ! » Poi conlradisi a 1’ una et a l’altra parie, che non è da prender. Et prima quella del Cao di XL Querini era sforzar uno padre rimaneva del Conseio di X a dar (1) La carta 205' è bianca. ducali 300 et di Pregadi 200, che mai per guerra ardua si babbi hauto è slà fatto tal cosse. Mo’ quelli non bavera da darli sarà fuora del governo del Sta-do : parte cativa et non di darli ballota, perchè non è tempo di mover il presente governo del Stado et metter zente nova. Poi, che non parlava contro l’altra parte di do Cai di XL per mi, perchè non ro-magnii di Pregadi, ma ben di Zonta 3 volte ordinario per gratia di quell’excellenlissimo Mazor Conseio, ma per vui allri padri zà tanti anni posti al governo, et adesso volervi privar per 12 milia ducati. Dissi il principio di Pregadi non haver initio in li libri di la Canzeleria, ma come si era su qualche guerra si mandava per liSavii di la terra et li pratici pregandoli venisseno a conseiar. Poi fo posto l’ordine di elezerli, nel Mazor Conseio ; poi datoli la Zonta. Adesso volemo che un Savio pratico in cose di Stado, forsi per non haver il modo del danaro sia privo del governo ? non è da prender queste parte. Dissi che veniva a Conseio poche persone, non vi ha il numero di 1000, ne vegnirà manco, vien 600, che vuol quelli dar danari per non pagar tanse nè i loro debiti.Si fa li rezimenli etoffizii. Seguimo que- ^Qg. sta via, femo do Procuratori per evalizar le prucu-ratie, perchè adesso sono in quella di San Marco 9 et in le altre do 8 per una; si bavera 16 in 20 milia ducati. Non mudemo il governo. Li nostri padri non feva guerra con vender li ofizi et rezimenli, e mò venderemo il governo del Stado. Si convenirà far li XL, li Consieri apresso la Vostra Sublimità. Si doveria atender a trovar danari per altra via. Fono elecli 3 Procuratori su li danari, missier Alvise di Prioli procuralor, missier Gasparo Malipiero, missier Daitiel Renier. Vegnì con le vostre opinion. Fosti fatti per uno anno signori di Collegio ; perchè non volè vu scuoder li debitori di le Raxon nuove per ducali 20 milia, di primi di la terra el ricchi et assà populari richi ; perchè non quelli di X officii li primi di la terra; perché non si mette qualche lansa a restituir, overo con prò’ di 5 per 100 al Monte novissimo, azio tutta la terra senta la guerra, perchè li forastieri et il populo, digo il ricco, non li par sia guerra non pagando nulla. Questo mi par è necessario a chi governa le republiche,spogliarse de ogni passion et del proprio comodo. Biasemai mollo et l’una et l’altra parte, la qual è messa per Cai di XL, li quali loro non poleno metter parie si non la metono prima in Qnaranlia et mostrata a li Cai di X dovendo esser balotà in Gran Conseio, et cussi voi le leze vostre, con altre parole che ’1 nostro signor Iddio mi subministrò che dissi. Adeo satisfisi molto ¡1