139 MDXXVI, LUOUO. 140 Serive-, havendo fallo lo eileclo di scompagnar dillo galie, non acade scriver altro. Di Berna, di Capin, di 7 Luio, scritta al signor marchese di Mantoa et per dillo Marchese mandala di qui al suo oralor con ordine kt monstri al Serenissimo. Scrive, a dì 28 Zugna parti di Angulemi di ordine del Re con venir da sguizari, et a di primo zonse a Lion dove intese la presa fatta per il nostro exercilo de la cillà’di iodi, et dovendo haver 40 mila scudi per portarli dft sguizari per farli levar, non liessendo quelli ad 0fd*Wj tolse solim 15 milia, et in posta se ne vene 85 qt bori zonse qui a Berna, et*parlò a questi per haver il numero di 10 milia, quali disseno di far una dieba et li dorano risposta. Et parlò etiam a li capitani. Scrive vede mal il modo di baverii cussi presto. Et poi, zonse li il, Sulman,, con il qual parile; li' ha ditto se na haverà da 3000. Et uno capita-nio è veduto a parlarli con. oferirli fanli 2000, et pronjelte venirli]senza licentia di signori;,et non li tea voluto risponder de sì,, dubitando nom sia, sta mandato a posta, ma lo ha intertenuto con darli bone parole eie., Da Utlene del Locotencnte dì li. Manda, una lettera di Gorizia, di 13 dii uno, npminato Zorzi di Francescis. da Gorizia* qual sorive, in questa forma. Spieeo che queste guerre scorerano altrove, zoè in Lombardia, et, non, bareroo in questo tempo di guerra in Patria, tuttavia attendi pur a scuoder a S. Quàrin. Post scripta praefata succiede cosa che mi fa pigliar altro pensiero,, perchè in doi zorni sarà qui bono numero di cavalli et mililia cham. altra. Deus iene ver.tat. Di Cividal di Bellun, di sier Zuan Francesco Pixani podestà et ccupitaniOì dì li, liore .... Manda una lettera hauta, di Agorl di qpel Panfilo vicario di le minere, di hozi,.hore 23..Coroe' erano zontj li do nontii di villani, quali, vanno-a Ve-aecia, et dicono, vien in qua per aver soldo di la Signoria et sono canopi et,.......et voleno saper se la Signoria nostra li voi-tu or-,, et' elio non fanno alcun danno. Pertanto richiede risposta come si babbi a governar, et presto, presto si mandi ut supra. Et tesandosi ditte lettere,, vene di le poste queste lettere : Del proveditor generai Pexaro, date in campo a Marignan, a dì 15, horc 17. Come, havendo il. reverendo episcopo Yerulano havuto una lettera del castello del signor Ducha, per la qual li scrive in che estremità del viver si trovano et che non li venendo socorso si renderano. Et consultalo quella malina col signor Capilanio zeneral, li pontifici, et lui, hanno terminato che zonti siano li sguizari che vien, senza aspectar altre zente di Fran-za voleno andar sotto Milan uniti tutto il campo 85* pontificio et noslro per veder di soccorrer ditto castello, qual non poi più durar; et scrive ha di Milan avisi, ut supra, ut in litteris. Scrive, ézonto lì in campo domino Oratio homo del Capitanio zeneral, stato in Franz», venulo fin a Berna con domino Cha-pino, qunl dice non si haverà sguizari così presto come si crede, et che ti francesi saranno prestissimi, et olirà le lanze deputade, vien 50 zentilomeni del Re per vendicarsi contra spagnoli, etc. Lettera di Francesco Maria Sforga ducha di Milan, data in castel, porta Zuóbia, a dì 12, drigata al reverendo Verulano comissario pontificio in campo. Et è una longa et ben posta lettera, la copia di la qual forsi sarà qui aranti. Scrive aziò la comunichi col signof Capitanio* conte Guido, clarissimo Proveditor et altri, et la mandi a Roma a l’oralor suo, et a Venelia a l’oralor Ta-berna. Scrive in la gran extremità che ;t si trova con tutti del castello del viver, et vede non' vien soccorso, mule li fanti comenzavano a mulinarsi, unde trovò questo expediente di mandar fuora a parlar a li signori cesarei Sforzin suo cuxin, et il cavalier Pusterla, con far creder a li fanti che praticavano acordo; quali non ha potuto acquietarli, con lelettere mandatoli di campo et promissioni darli 4 page tenendosi ancora, perchè non hanno il modo del viver. Se per danari potessero tenerli li troveriano, ma non volendo morir in, la calamità si trovano, è necessario farli provisione. Pertanto supplica si veglila darli soccorso, perchè non venendo per tulio Luni a dì 10, il Marti poi sarà costretto-a pigliar partito con, ruina, sua et de tutta Italia. ! Scrive sopra questo, longo et con parole compas- ■ sionevole. Ila haulo le nostre lettere e inteso la ! causa del levar del campo; prega non sia abando-! nato; di la qual levala ha hauto mazor dolor che mai havesse in vita sua ; et li lien con questo man-| dar dentro et fuori a parlar, con dir si (ratta acordo. Et scrive si vengi per la via del zardin, et portandoli victuarie promette lenirsi per tanti giorni quanti sarano subvenuti, Del Grangis, da te a Coira a dì 13 Luio al Proveditor generai. Come si fa una dieia a dì 15 di questo de lì per li signori de li cantoni per risponder alla richiesta fattoli per li noncii et lui per il re Chriàtianissinio per aver sguizari, et sono do