267 MDXXVI, LUGLIO. 268 Lettera del Grangis al Capitanio di Brexa. Magnifico et clarissimo signor mio. Questo è quanto io ho di novo. El capitanio Ga-spar Gualdi è qua. Sono passali delli fanti soi circa 1000 cum cinque bandiere. Subito li ho falli partir; li altri vengono tutlavia. Nec alia, a vostra signoria mi ricomando. Da Coyra, a li 25 di Lido 1526. Soltoscritla. Monsignor di Grangis. El nota. Una simil lettera fu mandata in campo al Proveditor zeneral. 172i ) Dì ree tori di Bergamo, di 27 Luio, hore 23. Mandano queste relation : Relation di Jacomo di Cedri da Vegno di Val-sasna, il qual dice se partite el zorno de santo Jacomo da Cusan suo loco vicino a Bellano milia 3 vel zirca, conduce animali per vendere, et dice volerli condur al campo. Dice haver inteso che a Bellano la vizilia di santo Jacomo era sialo fatto pane in quantità perchè »spedavano bon numero de sguizari et grisoni, che se diceva venir al campo per la via che hanno fatto li altri, et che se credea ne dovesse cominciare ad giongere una parte el detto zorno de santo Jacomo li a Bellano, tamen non li è alcuno che li babbi visti. 11 reverendo domino don Andrea frate et canonico regular, partito beri dal monaslerio di Car-senzaga da Milano, dice che nel giorno di santo Jacomo ad hore 11 spagnoli introrno nel castello de Milano, et fu fatto per questa causa grande tirare de artellerie, et per quello che ha inteso todeschi non sono intrati ma spagnoli soli, nè scia dir che capi di loro cesarei li sia intralo. Dice etiam che nel condur fuora di Milano la excellentia del Duca, non lo ferono passare per la città, ma per di fuori driedo via li refossi aproximandosi a la via del campo nostro, pur sempre driedo via i refossi, fino ad uno loco di Santo Gregorio al Lazareto, et che fu accompagnato da li signori Leva, Guasto et Carazolo. Et che non ha sentilo dire che habbino facto grande provisione de victualie in Milano; ma . che è carestia per il doppio di quello che valevano (1) La carta 171* è bianca. avanti, et che la farina al mozo milanese, che è manco de dui stari de noslri, valeva lire 16 imperiali, che sono lire ‘21 soldi 7 di le nostre. Et che il carnazo et altre simil sorte de victuarie sono mollo più care grandemente. Et dice che in tutto è voce che siano da zerca 9000 persone de cesarei, et de questi è opinion che non siano 7000 boni. Di Verona, di rectori, di 28. Come da le 172* parte superior fo dillo era gionto sette bandiere a Trento, le qual par che siano siate di quelle che ritornavano de P impresa de li villani. El che in Trento non li esser più di zerca 200 fanti. Et che li in Trento era gionto il reverende episcopo di quel loco, et hanno posto ordine di haver, chi dice da 15 mila fanti per mandarli a soccorrer Milano et li cesarei che sono in dilla città; ma ancora non si vede che dagino danari, senza i qual alcun non si leverà. Scrive, zercano ogni mezzo possibile di intender li andamenti di sopra per diversi exploralori. Scrive esso Podestà da mattina andarà con il signor Junus et il Capilanio del Iago a veder quelli passi, li qual già molti giorni forono fatti lavorar et fortificar in caso di bisogno. Scrivo è scampà tre presoni di presoli, i quali andò a romper una presoli el cavar uno presonier zà 10 mexi suspeso per li Avoga-dori di comun, chiamato Silvestro Stopazola. Et di questo scrive a la Signoria. Di Bergamo, di sier Sebastian lustinian el eavalier et sier Lorenzo Bragadin oratori vanno al re Christianissimo, di 27. Come da matina se partano da lì per andar al suo viazo facendo la via per Val Brembana, poi a Morbegno, et hanno scritto al castellati di Mus zerca la via dieno far etc., tamen non hanno ancor hauto il salvocondutto di sguizari. A dì 30. La mattina per tempo, l’orator di 173 Milan mandò dal Serenissimo a monslrar una lettera longa scrive questo oralor del duca di Milan a esso suo signor. Come ha inteso voi andar a Como et aderirli a li cesarei ; il che facendo il Papa et la Illustrissima Signoria farà altra provision et farano venir Maximian Sforza suo fratello, che è in Franza, zoso et lo tarano duca di Milan, però advertisi eie., et meglio saria che’l restasse in campo ; con altre parole. Di campo, da Lambrà del Proveditor zeneral Pexaro, dì 28, hore 20. Come era stato in consulto con il Capitanio et quelli signori pontifìcii el Malatesta Baion zerca Tar l’impresa di Cremona, et terminato che esso Malatesta vadi con fanti 5000,