siamo, sia pur per un attimo, pensare diversamente. — A proposito di Skanderbeg — interruppi — di quel magnanimo eroe albanese che per la causa cattolica tanto si adoperò fra gl’islamiti del suo tempo, in quali condizioni si trovano ora i cattolici albanesi sotto il nuovo regime? — Eh, caro signore! se i cattolici albanesi non hanno tutte quelle molestie che potrebbero avere dal turco, bisogna pur convenire che il merito di ciò è in particolar modo dell’Austria, che fin qui ha saputo e sa tuttora con energia mantenere vivo il suo secolare privilegio di protettorato sui cattolici della Turchia europea, e quindi sui cattolici della nostra nazione, che la prematura morte dello Skanderbeg lasciò ancora sotto la potenza islamitica. E creda pure che il saper far rispettare la propria religione vuol dire sapersi far rispettare in tutto e per tutto; specialmente da noi, dove tanto il musulmano quanto l’ortodosso, che indubbiamente formano la gran maggioranza della popolazione, non hanno alcuna stima verso chiunque faccia professione di ateismo, o, peggio ancóra, mostri disprezzo per quella religione nella quale si è nati. A questo punto, il mio cortese interlocutore, con un senso di profondo rammarico, esclama: — Peccato ! peccato che l’Italia, non possa farsi una dea esatta del danno che le deriva dal trascurare del tutto il fattore religioso. E non esprimerei questo rammarico, se non sentissi le tradizioni e le affinità che da □ 6 □