417 MDXXVI, LUGLIO. 118 che sapeti che sempre si dice più et manco di quello è. Di Bergamo, al dì 11 Julio 1526. Da poi disnar fo Conseio di X semplice, et nulla se intese. Et li Savii si reduseno a consultar. A dì li. La matina fo lettere di campo, di 13 Bergamo, 12 Crema et di Verona di beri, et di Austria da Spira, di 26. Il sumano dirò. Vene in Collegio lo episcopo di Baius, dicendo si doveria.............. Di Crema, vidi lettere del Podestà et capitanio, di 12, liore 12. Come hora per diversi venuti da Castel LionetKomenengo me ¿referto che li spagnoli conduseno in Cremona tutti li pregioni haveano facto, et drieto facevano venir tutti li bulini, et da li stralioti nostri che erano in bressana forono assaltali ditti inimici et recuperano tutto il botino fatto, et svalisono li spagnoli che conducevano dillo butin. Item, per alcuni rnei amicissimi che sono in Rumenengo soliti darmi avis, me hanno fatto intender che li ditti di Romenengo haveano intelligentia curn li cesarei che sono ussiti fuora di Cremona a far el bulino, et curri loro erano de quelli de Rumenengo che li condusevano. Et significa etiam, che quando il campo nostro se retirò da Milano et thè li se diceva che era rotto, feceno grandissima ale-greza et demonstrazione, dicendo che non desiderano altro che ’1 signor Lodovico Afaytà per suo signor: « et non volemo nè ducha de Milan, nè venetiani per nostro signor ». El campo nostro è pur a Marigna-no et vanno dagando danari, nè inimici escono da Milan, nè se ha facto scaramuza alcuna, lo ho inteso da uno che dice haver habuto da uno galinaro veniva da Milan suo amico, che se ’i campo nostro quando che scaramuzono in li borgi havesseno sca-ramuzato do hore più, che li spagnoli preparavano 70» le bagalie per levarse. Aspecto di hora in hora uno mio da Milano, et de quanto haverò subito aviserò la Signoria nostra. Ancora eh’ io habbi messo a li passi custodia per ordine de la illustrissima Signoria, circa il passar il ducha di Barbone, io ho trovato uno mio, qual ha molto sua famigliarità, qual è andato a Milan di ordine mio et lo ha a seguitar al partir suo, et andando per il bergamasco, over brexan, over veronese, lo habbi a far saper a li rec-tori; al qual li ho fatto gran promission et mi ha promesso far bon offitio. Di campo, da Marignan, del Proveditor ve- nerai Pexaro, dì 11, hore 2. Come è ritornato uno suo qual mandoe per avanti a Milano, et si ritrovò lì il zorno di lo arsalto. Dice che le fantarie erano radule a porta Romana in ordinanza et lassò poca guardia al castello, et che le zente d’arme et cavalli lizieri erano etiam loro ad ordine. Et $ice sono da fanti 8 in 9000, et voleano combatter in-trando nostri denlro Milan, et haveano 5 pezzi de artellaria poste sopra alcune caxe alte per trazer in le noslre battaglie et a le zente de la Chiesia, qual stimavano poco. Dice hanno brusà il Paradiso et sacomanà caxe, et Santo Anzolo a porla Ver-zellina hanno sachizà. Et che dicono voler far 5000 fanti italiani, et il ducha di Barbon ha spazà li ca-petani et mandati a farli. Esso Proveditor scrive che potria esser vero, perchè 40 napolitani di quelli che erano in Lodi si aconzono nel nostra campo, et inteso questo dar di danari per spagnoli, questa malina si sono partiti et è fuziti di campo no-slro. Item scrive ha haulo aviso di Bergamo, quelli inimici è passà di qua di Ada per le zente li mandoe, et di più hanno mandato Marco Antonio da Marlinengo con 50 lanze et 300 cavalli lizieri et fanti, computà quelli fo mandati in bergamasca da numero 2000, quali anderano per la Geratlada, et esser conira a li cavalli de inimici escono da Cremona. Scrive, il Capitanio zeneral voria haver una bona banda di sguizari che zonzesse presto, et ha-vemo da 1000 cavalli lizieri in campo, et il Capitanio ha bon animo a la impresa, et ha spazato uno contra il marchese di Saluzo a solicitarlo vengi ; et a domino Gasparo Sulmano in sguizari et al secretarlo Sabadin et al Grangis solicitati sono con lettere fazino presto calar sguizari, et cussi al ca-stellan di Mus. Del ditto Proveditor zeneral, di 12, hore 2. Come havia ricevute 2 lettere di la Signoria nostra con Senato, una di 10 per la qual vede il discontento hauto de esser retrati col campo di Milan et venir a Marignan, et qui scusa la cosa, et è sla solum presi 8 nostri guastadori da inimici, ai qual fo dato taia ducati 2 per uno et lassati. Scrive, manderà uno contra le zente francese, come in le lettere si contien ; ma far venir li sguizari del re Christianissimo per il bergamasco, il Capitanio ze-ueral è di ferma oppinion vengano et calino da Ivrea via. Et zerca a far più fanti per agumentar li exerciti, vede il Vizardino esser stretto di danari. Et parlando, il conte Guido Rangon li ha ditto che il Vizardino si havia doleslo di la leva del campo da Milan senza haver il parer suo, tamen