L’impresa che sorge in riva alla Moratcha, sull’orlo della storica pianura della Zeta, era di tutt’altro che facile attuazione. In questo paese, come del resto in tutti i paesi balcanici, dove tutti fumano da mane a sera; in questo paese che giudica malato e debole chi non fuma, e che annovera compiacentemente fra i suoi anche quel foresto (forestiero) che intreccia e fa addensare più nuvole sul suo capo, il fatto di sostituire al regime della libera produzione del tabacco quello del monopolio, non poteva invero risparmiare una sequela di ostilità. Ed infatti, qui in Antivari, vi è ancora una piccola corrente affatto contraria al passaggio dei tabacchi al monopolio, che qualifica passaggio al fiscalismo. Quello che è certo, è che qualsiasi tipo di sigari e di sigarette è quasi addirittura salito al doppio del suo prezzo di costo. Si deve forse però notare che la coltivazione dei tabacchi era generalmente esercitata in modo tutt’altro che razionale, che impediva assolutamente al consumatore di ottenere quella stabilità di tipi che ora ha. In ogni modo, non sono io il solo fra gl’italiani a trovare un po’ troppo brusco questo salto nel costo dei singoli tipi di sigari e sigarette, in un paese che ne fa un consumo enorme, in un paese dove il tabacco è quasi condizione di vita. * & Ma la lodevole e coraggiosa iniziativa italiana non si è fermata alla manifattura dei tabacchi. Di ben più □ 88 □