79 MDXXVI, LUGLIO. 80 studia a Padoa, venuto qui a casa di 1’ orator anglico a veder questo triomplio, eli’ è sta bellissimo. Et questa matina sier Marco da Molin procurator fé un banchetto a zerca.....donne parente et altre bellissime et altri, et la sera cenorono da sier Marco Grimani procurator, dove intraveneno procuratori zoveni che tra loro feno la spexa, et fo tutto hozi ballato fin la sera tardi. Era etiam il patriarca Grimani di Aquileia lì, con il fratello episcopo di Ceneda. Da poi disnar, si slava in aspectation di lettere di campo, el li Savii si reduseno a consultar, et li Consieri etiam si reduseno a palazo in tinello del Serenissimo. Et non vene alcuna cosa fin tardi che mi partii di piaza; ma a hore 23 Vs vene uno ca-valaro corando. Tulli lecorse drio adeo la corte era piena, et fo lettere di Vicenza, nulla da conto. Di Austria, di sier Carlo Contarmi orator, date a Spira, a dì 22 Zugno. Come questo serenissimo Principe ha manda Zuan da Castro di novo a Milan per via di sguizari, con dir a quelli signori cesarei li manderà soccorso di zente inter-tenendosi alcuni zorni, et haver mandà da grisoni per richieder il passo per li lanzichinech mandarà in Italia per quella via, et voi i passi non potendo haver tal passo per il veronese via, a la Corvara dove passò il ducha de Milan, overo far uno ponte su l’Adexe di sora di la Chiusa. Item, ha spazà il post maislro al capitanio Zorzi Fransperg, che ’1 vadi a Milan et sia sora li lanzchinech ; etiam uno suo a l’imperator a dirli voi passar in Italia et ve-rano con lui el marchexe Caximuro et il ducha de Struser, li quali non voleno venir senza sua licentia; etiam per saper volendo far questi electori Re di romani se '1 se dia. far elezer, overo devedar non si fazi tal eleclione. Item, ha mandalo uno zenti-Ihomo nel contà di Timo!, a far quelli contentino darli il sesto di la promessa féno di raynes 400 mi-lia in anni 6. Scrive, molti capitani è venuti qui per far fanti lanzchinechi, li qual ancora non è stà expe-diti, se non far scrivi le zente. Non ézonto a la dieia alcun altro principe, nè è stà principiata. Questi hanno tolto uno novo maistro di le poste, unde stenta poter mandar lettere, et li hanno ditto la Signoria prende le sue lettere, etiam loro aprirano le sue. Li ha risposto, le sue è cose particular eie. La sera fu fatto fuogi in piaza et preparato 50 cara di legne brusar. Era assà persone a veder, et si ballava a son da chà Grimani in molti lochi di la piaza ; lumiere erano sul palazo, et in campaniel se-zendelli di carta. Fo fato alcuui fuogi artilìciadi in corle del Serenissimo per dimostrar la sorte, che fo belli, come inlesi, ma non li vidi. Il Legato fece ban-chelo el festa con trombe et pifari et bufoni et gran cesendelli a la caxa del Marchexe, dove l’abita, con gran luminarie, adeo il Canal grande qui per mezo la caxa era pieno di barche. Etiam fece brusar una barca in canal. Da l’orator di Franza, qual sta in chà Zustignan in le chà nuove, fu fatto etiam luminarie con certe carte davanti assai, che era bel veder. Cussi fece l’orator anglico che sta a San Zorzi Mazor, luminarie di cesendeli et brusar una barca in canal. L’ orator di Milan, qual stà a Santa Justina, fece etiam lui festa. A dì 9. La matina a San Marco vene assà brigata per saper di nove, et non erano zonle lettere di campo, adeo tutti steteno in pensier. Chi diceva una cosa, chi l’altra, chi diceva è stà preso le lettere da quelli di Pizigaton che si tien per inimici, chi diceva è perito il cavallaro le portava, chi diceva sono occupati nel combatter. Et cussi si stava su pensier. Fo ditto esser lettere di Brexa, di heri, hore 19, che si sentiva bombardar. Veneno in Collegio l’orator di Milan, et poi lo orator di Franza per saper di novo, et in Collegio a un tempo. Visto non era nulla veneno zoso, maravigliandosi assai. Vene l’orator di l’Archiduca, dicendo voleva licentia di poter mandar un homo in Milan di l’Ar-chiduca, rechiedendo un salvoconduto. Il Serenissimo li disse questo non volevamo far, hessendo li exerciti su le porte de Milan. Poi disse che ’1 mandava alcuni danari in Alemagna, et erano stà retenuli in veronese. Il Serenissimo disse che si havia ditto a F orator di Spagna, i se ha et si tien cussi. Vene l’oralor di Ferrara et have audientia con li Cai di X, in materia del suo signor, per acordar- lo col Papa, qual voria far accordo, etiam lui inlrar in liga per ben de Italia- Noto. L’ orator di Milan disse haver lettere di campo, che erano stà interceple certe leltcre di don Hugo di Moncada andavano a Milan. Il Serenissimo li disse era vero, fo traile di zifra, et subito mandate in campo. Da TJdene, del Locotenente, di 7 Luio. Man- ^ da do lettere haute da Osopo di domino Julio Sa-vorgnan Gol del magnifico missier Hironimo, qual le ha haute da Tolmezo, la copia di le qual è questa: Magnifico signor mio. Aviso vostra signoria, come è zonto uno de Muda, lo qual disse che heri se sonava campane et