437 MDXXVI, AGOSTO. 438 4000. Al che hanno terminalo fuorli in contadi a Lion et remelterli a Roma, et si manda uno a Lion a stafeta per questo. Item, li disse di le 300 lanze manderà de più oltra le 500 Soa Maestà in Italia, et è contento di tuor la impresa dii regno, come cosa necessarissima a l’impresa. Et zerea al soflfoilar di presidii, disse erano ledere di Lion del signor Theodoro, che le zente deputade col marchese di Saluzo per Italia haveano fallo la monstra, et pagate erano poste a camino. Et dicendo lui secretarlo nostro ad alcuni del Gonseio di la gran spesa .ne la qual è la Signoria noslra, disseno bisogna al presenle la fazi de l’impossibile possibile, perchè li va il lutto, dicendo la Signoria domandi al Papa do decime al clero che ge le concederà. Scrive, questa matina che vien il Sanga se partirà per Ingillerra, havendo fornito de qui la sua commissione. In questa mattina è partito de qui per Alemagna il Conte palatino venuto di Spagna apre-sentiito da questa Maestà, et va mal contento di Cesare. Etiam è partito il signor conle Ugo di Pepoli deputalo a venir in Italia con la compagnia, et è stato da lui secretano a tuor combiato; al qual il Re li ha dato l’ordine di san Michiel et di pension a l’anno scudi 3000. Si aspecta hozi di qui il signor duca di Lorena, qual zonlo lo visiterà in nome di la Sign >-ria nostra. Scrive, de li clarissimi Oratori destinati a questa Maestà non se intende dove i siano. 289 ' A di 21. La matina per tempo fono lettere di Roma. Di Roma, di l’ Orator nostro, di 16. Come il Pontefice havia hauto lettere di Pranza, di 6, del Sanga, date in Ambosa. Fo dal Papa, qual li disse la continentia di quelle, et che quella Maestà è disposlis-sima a la impresa, dicendo queste son cose di Pranza et pur troppo tarde. Poi disse che’l Langes nun-lio di quella Maestà era zonlo di qui et parlato hozi con Soa Santità et diluii in conformità di quanto P ha di Pranza, et zerca il duca di Ferrara nulla li havia dillo. Ma che P ha avisodi Pranza che l’orator del Duca havia ditto non voier Ravenna per conlracambio per non esser equivalente a Pintrala che conveniva lassar, et era il signor Alberto di Carpi et reverendo Datario presenti. Qual signor Alberto disse: «Questa non è la causa, Pater scinde, ma voi star cusi iresoluto el veder chi vincerà, per potersi poi a quella parte acostarsi. Et stando in questi ra-sonamenli, li fo dato un pacheto di lettere del Pro-veditor da mar noslro zonlo a Teracina, di 15, qual «perle, lexè pubi ice il suo zonzer de lì con l’armala; di la qual cosa il Pontefice ave grandissimo a pia- cer. Et scrive, come a dì ultimo partì da Corfù con 13 galie in (ulto, overo di Caxopo, et del zonzer suo lì a Teracina, et vegniria volentieri a basar il piede a Soa Santità. El il Papa disse : « Semo contenti, ma vengi solo con 5 over 6 zentilhomini per causa del morbo, aziò menando brigata con lui l’armata non si apeslasse ». Item, scrive si mandi li biscoti, et cusì li farà haver et bisogna li danari per paga; li si provedi eie. Il qual Proveditor scrive si dagi ordine dal Papa di quanto l’habi a far. Poi il" Papa disse saria bon si vedesse di haver li 25 milia scudi remessi per il re Christianissimo a Venetia per poter pagar li sguizari sono in campo, el siben 290 quelui non ha hauto 1’ ordine di darli, la Signoria prometli lei el il Papa farà etiam ogni caution. Poi li lexè sumarii hauti di Spagna dal reverendissimo legato Sai viali, bauli per via di Ruberto Azaioli orator in Franza. Etiam erano lettere di Anglia,come si aspectava li mandati. Scrive, il morbo di qui era miorato, è rinovato in 8 caxe morii 10 el amalati 8. Di Granata, del reverendissimo legato Sai-viati, date a dì 12 Luio. Come heri arrivò lì il Viceré, vien di Franza, ben visto da questa Cesarea Maestà. Questi fanno consegli per trovar danari, nei qual è stà parlato de P intrar in la liga di questa Maestà, et nulla concluso. Item, per lettere di 17 ditto. Scrive aver tolto licenlia di Cesare di partirse, et 1’ ha hauta et fin 4 zorni partirà. Il qual monstra desiderar acordo con Soa Beatitudine. Il Viceré li à offerto, liberando li fioli del re Christianissimo, darli do miliona d’oro contadi. Scrive, si prepara 3000 fanti spagnoli et 3000 lanzinech di quelli sono a Perpignano per mandarli in Italia col Viceré, ma non saranno ad ordine per tulio Avoslo ; qual si dice voleno mandarli per custodia del regno, overo per far levar P asedio di questa Santità di Siena. Et è stà fatto restar lutti li navilii sono a queste marine per far tal effetto. Et danno danari a fanti 7000 per Italia. Et questa Maestà va a Malicha per solicitar l’armata; sichè non si fazando presto sarà mal, et Cesare voi al Papa et a la Signoria, ancora che cum Soa Beatitudine simuli; sichè non bisogna aspellar ma far presto et mandar verso Navara et Barzelona per far divertir. Questi grandi di Spagna, di malcontenti che erano prima, è stà di loro posti nel Coiiseio i quali non voleno la grandezza di Cesare nè etiam la ruina et exterminio di quello. Del ditto, di 17. Come fo hozi dal Papa, qual 290* li disse el Sanga di Franza scriver haversi molto doleslo con il Re di la tardità di quanto Soa Mae-