601 MDXXVI, SETTEMBRE. 602 con li scudi 9000, ha ordinalo a Farfarello et Zorzi Santa Croce sono a Cassano con li soi cavalli li-zieri li vadino a tuor et li conduchino in campo, et con li ducali 5000 zonti si anderà pagando, di quali bisognerà dar la mila di scudi 9000 al Vi-zardini. Item, ave aviso da li diti di la presa di la fameglia di l’orator Venier va in Anglia. Item, ha recevuto li conti del Sabadin di danari pagali a li svizari: di qual scrive assà mal; et avisa 5 bandiere di loro numero 1300 quali a dì 24 Avosto forono pagati sono parliti. Etiam uno capitario di valesani, quali a li 26 Avo-sto ave la paga con 800 fanli è parlilo; tamen ili questo numero par siano tornali da 500, ma li altri sono partili, et resterà da 5000 quali pagandoli si voi far promeler resteranno fino la 4 paga. Ha serilto al marchese di Saluzo soliciti la sua venuta, nè se intertengi a Tortona ma vengi di longo, et diman vi manda uno homo a solici-tarlo. Le cose di Cremona vanno di longo, et se in zorni 8 quella impresa non si expedisse, scrive saria bon non perder tempo a quella per discon-zar questa. Quanto al conte Hugo di Pepoli, che sia in Milano non si sa nulla. Ha comesso al messo va in Salucia inquerissi di la soa compagnia qual era con ditte zente francese. Scrive haver haulo lettere di Franza dal secrelario Kosso di 24, di Ambosa: scrive la bona disposition del He a la impresa; et li ha dispiaciuto di danari fo manda per pagar li fanti del marchexe di Saluzo, et che si dovesse......... Di Bergamo, di reofori, dì 9 hore 12. Come hanno haulo lettere da Coyra del Grangis con uno pachelo di lettere va a monsignor di Baius orator del Re è qui ; et scrive di certa mossa di lanzinech che si fa per venir al soccorso di Mi-lan eie. Del Grangis, di 8, hore 3, a li reofori di Bergamo. Li manda uno pacheto di lettere va a Baius; avisa di la mossa di lanzinech che si fa a Olmo; per tanto si provedi a li passi perchè de li lui ha provisto non passeranno; et scrive a Baius. De li ditti reofori, di 10, hore 24. Come beri serisseno di la fameia di l’oralor Venier et ca-riazi presi, come per quel stafier del ditto il podestà di Lover intese. Al presente ha lettere del dillo podestà di 10, hore 13; come, ha vendo mandato soi messi per saper la verità a Pesadello in Vallolina, el ritornali dicono che a Pesadello di sopra Po-schiavo, essendo la faineia del dillo Orator con li ca-riazi zonta, li perù che esso Orator con 4 altri per | una zornata avanti era passato, questi di la fameglia veneno a le man con certi villani de lì per cosa di poco momento, el li villani cominzorno a sonar campane martello et si reduseno tutta la villa in arme; et visto li servitori di l’orator esser superchiati, rclictis rebus seamporono chi in qua chi in là, nè fu altro. Quelli primarii di la villa aquietorono le cose et mandorono per ditti servitori, 7 di quali forno trovati, et fo posto li cariazi in ordine, el andati al suo viazo, sichè niente li manca ; ma Ire altri di ditti servitori se miseno a scampar qui in zoso, uno de li qual è il stallerò che venne a Lover et andò a la volta di Brexa. Li doi altri non appa-reno anchora ; ma certo per ditto de ognuno sono sani, et non hanno haulo mal. Nolo. La ditta lettera gionse la matina a di 12, tamen l’ho notala qui ; ma voi esser posta al zorno di doman. Di Oratori nostri Justinian et Bragadin, date in castel di Mus a dì 8. Come, per le suo mandono la lettera del duca di Barbon scritta a questo caslelan. Dapoi esso castellari ne ha parlalo dicendo haver aviso che la Signoria ha fallo far proclame di darli (aia ducali 8000 morto et 10 mi-lia vivo, dicendo di questo fazo poco conio; al che loro Oratori li disseno non creder tal cosse. Poi li .398* disse haver haulo lellere da Melz di 4, del..... et capitario Niella come il Proveditor li havia dillo di darli 2 in 3000 ducati dicendo vedo esser deluso, el lui voi prender partilo et non star cussi per esser pregalo a risolversi. Pertanto li dava termine zorni 8 a darli scudi 6000 per la taia 0 del suo odi altri, videlicet ducati 3000 per uno, altramente li daria in man di Barbo» 0 di I’ Archiduca, el rorn-ppria diman li forzieri, et li toria li soi arzenli; con altre parole mollo crudel. Per tanto essi Oratori zercono aquietarlo; ma non li valse, et suplicano^er viscera misericordiae si alendi a la sua liberalion aziò non siano dati in man di nostri inimici con loro gran danno el vergogna del Stado nostro. A dì 12. La malina fo gran pioza, ma non 399 mollo fredo. Di Roma, di l’ Orator di 6. Come fu dal Papa, qual li disse haver hauto lettere di campo dal Vizardini di primo, et li avisava li abocamenli del signor Vitello fali col duca di Barbon, marchese del Vasto et Antonio Da Leva, dicendo la causa fu per Phomo suo mandava di qui con la inslruzion di riconzarse o haver licentia, qual fu preso et mandato a Milan, unde dillo Vitello scrisse in Milan al capitario Zucaro li facesse liberar l’homo suo. Qual