709 MDXXVI, SETTEMBRE. 710 possi andar via con tutte sue robe et bagaie, et andar in Alemagna over a Napoli, et lassar tulle ar-tellarie et munilion et non luor alcuna cosa di la città, et se i bavcsseno debito in Cremona siano ubligati a pagar et star al iudicio del signor duca di Urbin et del magnifico Proveditor zeneral. Itevi, dilli signori capelanei el zente di guerra sia ubligali, et prometeno dar 12 obslagi di tulle le natione al ditto signor Duca et magnifico Prove-dilor a loro electione per observantia di questa ca-pilulatione, con iuramenlo di essi signori capitani el zelile che si Irovano in dilla cillà. Iter», che subito dato et consigliato li ostaxii se debbi levar tulle le ofexe da una parti*, el l’altra, el sia in facultà del dillo signor Duca et magnifico Proveditor de mandar in la lerra do zen-tilhomeni a star prescidenli in Cremona fin che dilli capilanei starano (lenirò, i quali hanno a proveder che non se lavori di sorte alcuna per de-fender et oflender, et con i maeslri de campo prò vedi non. si fazi violenlia alcuna in dilla cillà, nè in li beni nè in le persone. Item, el dillo signor Duca el magnifico Pro-vedilor li promette dar ampio el franco salvocon-dulto i poseno andar in Alemagjia et darge compagnia et scoria suficienle ai lor bisogni, et volendo la gente d’arme et cavalli lizieri et pedoni andar in reame de Napoli, el signor Duca et magnifico Provedilor prometeno che’l Locotenenle de nostro signor li larà salvocondulto per quelli vorà andar in dillo reame et per el sialo de Soa Santità. Item, ditto signor Duca promelle el è contento vadano ditti capelanei, zenle di guerra con tulle sue arme, cavalli et altre robe proprie in groppa con le bandiere serale senza son de lamburli, né trombete, salvo nel levar di alozamenli di loco in loco. 467* Item, tulli quelli sono nella cillà di Cremona di qual grado et condizion se sia, li quali fosse siali a li servizi di la Maestà Cesarea, posano star liberamente senza impedimento, et siano asegurati, el remessoli ogni cosa pasata, et se per caxo i non volesse star in Cremona possi andar a star in ogni altro luogo purché non stiano a i servizi de nemici di la predilla liga, et ne le sue possession et beni non li sia dato molestia nè alcun impedimento, purché non si trovino per altri tempi banditi da lo illustrissimo signor duca di Milano. Et questo se intende particularinenle per Nicolò Varola. Item, se conciede licenlia a li prefati signori capitani e gente da guerra de poter mandar 4 de li soi in compagnia de uno delti dilli signor duca di Urbino et magnifico Provedilor zeneral a Milano, quali hanno a (ornar per tulio il mexe presente, et el zorno seguente poi parlirano essi capelanei et gente da Cremona, salvo se non havesseno exercilo in compagnia bastante a levare lo exercito veneto de la impresa de dilla città. Item, li preditti signor Duca et clarissimo Proveditor conciede licenlia a li ditti signori capelanei el zenle di guerra, possino mandar loro agente a Milano a solicitar di haver le loro page. Da poi mandali fuora lutti chi non era di Pre-gadi, se inlrò a lezer le lettere scritte di sopra, et questa di campo che vene hozi. Di campo sotto Cremona, del proveditor generai Pexaro, di 24, hore 14. Come, col nome de Dio è stalo concluso el sigillilo li capitoli con li capitani è in Cremona, li quali il signor Capitanio li manda per domino Orazio Florido suo zentilhomo partito per qui con il nome di 12obstasi. Iteri scrive fo ditto et protesta al signor Capitanio da parte del magnifico Vizardini, che’l marchese di Saluzo con le zenle lasase venir sotto Milan; la qual cosa esso Ca-pilanio l’ave molto a mal, et li disse come era parlilo del campo di Milan et venuto qui per non star con loro eie. dicendo: « Poi son stato qui mi par esser sialo in paradiso » dicendo non voler più passar Adda se non per comandamento expresso di la Signoria « da la qual vorò in scrittura come mi babbi a governar, et voi morir mille volle prima che andarvi, et che’l voleva venir a Venecia, haulo la cità di Cremona. Esso Proveditor li disse in questi lem-pi non bisogneria el si partisse per non perlongar la vitoria, et poteva Soa Excdlentia mandar a dir a la Signoria quello voleva per domino Oratio. Scrive ha ricevuto nostre di 22, zerca il marchese di Saluzo vadi in campo a Milan. Li ha scritto vadi perché non bisogna più la sua venuta, et il Capitanio li manda uno homo a posta fino a Piasenza, qual hozi va. Quanto a exortar il signor Capitanio a la expedilion de l’impresa di Cremona, non acade più per esser expedila. Questo è il summario di capitoli, che domino Oratio, zonto qui hozi, mandoe al Serenissimo. La copia scriverò qui avanti. Fatti a dì 24. Primo, il signor duca di Urbin capitanio zeneral di la Illustrissima Signoria, et domino Piero da Pc-