559 MDXXVI, SETTEMBRE. 560 campo et cominziò a dar ordine a tutte le cose procedendo prudentemente ; fece dar principio de ha-ver una bona quantità de guasladori, gabioni et scale, et ha facto principiar uno cavalier a la banda di la porta de San Luca in una hostaria de fuora, el qual sarà tanto gagliardo che balera per fianco alle Irinzee de inimici, li quali non poteranno star ne la ditta trinzea securamente perchè saranno offesi da le nostre artcllarie. Hanno dato principio a far una mina che vada nella trinzea de li inimici per offenderli; etiam ha deliberato di far una brava et ga-liarda baiaria et tanto sia rumalo che passino mirar 100 homeni dentro, in modo che se spiera mediatile lo adiutorio divino et il suo bon governo se oble-nirà dilla impresa di Cremona; et si crede non passerà zorni 13 che Cremona si bavera. La excellenlia del ducha di Milano questa malina io lo ho acotn-pagliato da casa sua fina a Santo Agostino per terra, eh’ è più lontan che di Caxa nostra a San Luca, dando mane a uno suo servilor. Comenza da le gambe aiutarse assai bene, et de le mane, et ha cominziato a scriver; et ogni zorno el va miorando, sempre parlando cum mi cum tanta reverenti» di la Illustrissima Signoria, dicendo haverne perpetua obli* galione, né mai dal conscio et voler di quella voler-se partir, usando verso di me Immanissime parole cum dimostration di amarmi, dicendo publice in mia absenlia : « lo son tanto obliguto a questo magnifico Podestà di Crema, che io li ho preso una alìction de amor che non è cossa che ’I mi dimanda che non sia per farli. » Unde è venuto a trovarmi alcuni subditi cremaschi che confina con una villa del castello de Uumenengo teritorio del Duca, el qual castello alias tu compralo per domino Ludovico da la Faylà da spagnoli, el qual Faylà lolerò che alcuni suoi subdili feceno alcune violentie a li soprascritti cremaschi, et ne scrissi a la Signoria, la qual mi rispose scrivessi al Faylà dovesse far ab-stenir li sui subditi non facesseno alcuna inovalion contro ditti cremaschi. El qual Faylà poco exlimò ditte lettere; el di novo havendo quelli fallo violenta ad uno de nostri subditi, andai dal signor Duca dolendomi di questo. Soa Excellenlia fece venir a se el podestà del loco et li coniesse facesse » ritrattar tutto quello havevano facto ; et che ’I voleva intender la cosa, volendo si cussi era farli punir. Ulterius, l’è una controversia tra la comunità di Roman el una villa subdila a esso Duca, et di quello fo per la Signoria scrillo a l’oralor Venier era a Milan, ricomandasse la causa predilla. Soa Excellentia la comisse al Senato aldisse et fesse iu- stili», et fu facla la senlentia per quelli di Roman in possessorio; et inteso spagnoli la liga fata, subito connesse a quelli del Senato tagliasse la dieta sen-terilia, in modo che do dì avanti la publicalion di la liga feceno laiar la senlentia el terminar in favor de lì adversarii di Roman, i quali dimandava per spese el usufruiti assà danari. Andai dal signor Duca. Na-ratoli il tutto, Soa Excellenlia contesse a dui sui auditori dovesseno aldir le parte principali et referirli, el aiutato et referilo, Soa Excellenlia fece sospender la senlentia facla per spagnoli et la execuliou revocar el (ulte le intrade del loco che li soi subditi haveano tolto, et le presente si melesseno apresso una terza persona usque ad ius cognitum ; sichè el procede cum iuslitia. Atidoe a rmgraliarlo; qual mi rispose : « Magnifico Podestà, io ho facto iustilia, nè'mai s >n per inanellar di farla a tulli, et maxime a li subditi di la Illustrissima Signoria mia, a la qual io ho perpetuo obligo. » Del ditto, date a dì 3, hore .... Come ha mandalo in campo a Cremona pezi 5 di artellarie richieste da loro, et balote 300. Del campo di Milano si ha che ogni zorno fanno qualche scaramuza. Scrive haver mandà in campo a Cremona sacri dui el falconeti 3, balote 180 di falcimelo, 120 da sacro. Paris cremasco parlilo heri da Cremona, qual fino hora è sialo presone, riporla che iu Cremona sono 1500 persone da factiou tra fanlarie, cavalli lizieri et homeni d’arme; et che quelli de la terra non fanno dimostration alcuna; et che quelli cape- 371 tanii cesarei hanno facto far uno bando che quando se dà a l’arma, quelli di la terra non debano ussir di le case et se saranno trovati saranno amazati, et cussi ne amazano trovandoli. Dice etiam, che fin a hora hanno bevutoaselo civili guasto,et che non se ne trova, etcheel (grano?) se vende fin a lire 25 de imperiali el staro, ch’é qualche cosa più de do quarte. De artellarie dice in Cremona esser solum uno pezo di grossa el (re, over 4 falconeli picoli, ma che de polvere non ha polulo ben intendere, ma se iu-dica ne habbiano poca perché non tirano. Dice etiam, che la mazor parte di quelle fanlarie sono archibusieri et sebiopetierì. Dimandatoli come sta quelli capitanei, dice che’l Baieza gubernalor, qual è todesco, fu ferito alla prima bataria et è rimasto strupiato de una gamba et va cum la crozola ; el maistro de campo, qual è spagnolo, è stà ancora lui ferito el è sta molti dì in casti, et comenza insir de casa el va a cavallo su una muleta. El capitanio Coradin bave ancora lui una sassata, el è varilo et va atomo. Jtem, dice che di et notte fanno lavorar