661 MDXXVI, SETTEMBRE. 662 bino, il qual poi soa excellenlia andò in castello ; et che in campo Ira sguizari et lanzineeh era venuto rumor per causa dh una femena. Del ditto, di 14, hore 24. Uno riporlo di uno venulo di Milan, copioso ; la copia sarà qui avanti scripta. Di rectori di Bergamo, dì 17, hore 20. Come mandano ledere di Oratori nostri, da Mus, qual stafier di dilli Oratori ha portalo ledere, et li ha ditto a boca di ordine di essi Oratori perchè non poleno scriver perchè il castellati leze le ledere loro, cornea di 15 zonse uno ca| ilanio di sguizari con il qual esso castellar» parloe assai ; da poi vene lì in castello uno Feliciano fo secretarlo del duca di Milan, bora è con Barbon, qual vien di Milan al caslellan «ferendoli parlilo, volendo esser con la Cesarea Maestà etc. Di Oratori predilli, date in castel di Mus, a dì 15, hore 17. Come scrisse per le altre sue, questo castellai) haverlidalo termine 8 zorni a darli 6 milia ducali per parte et li libeririano. Scrive del venir lì Feliciano secretano di Barbon da Milan, rechiedendo prima esso Duca uno homo del castellari al qual mandava il salvoconduto, et visto non lo mandar, mando? esso Feliciano qual beri sera zonse offrendoli darli ducati 30 milia dia haver dal duca di Milan, zoo 15 milia de praesenti, il resto col tempo. Et ha inteso dal dillo castellai) beri sera, come li cesarei hanno mandalo a Como 12 milia 438 ducali per far lanzineeh; e che ne erano molti ama-lati et l’hospedal pieno; da numero 5 milia non erano li sani. Il qual castellai) li hanno diio inlerte-nirà es-;o secretano per tre zorni aspeetando risposta, altramente vedendo esser fato poco eonto di lui, qual è bon italian, si aeorderà con li cesarei etc. Scriveno, heri sera cenando con dido Feliciano li solraseno do cose; come li lanzineeh è mal coutenti di spagnoli, el cussi li italiani sono in Milan; el questo inslesso il duca di Barbon ; el che de facili taieriano a pezi ditti spagnoli. Di TJdene, del Locolenente, di 16 et 17.11 sumario dirò poi. Di Feìtre, di sier Bernardo Balbi podestà et capitanio, di 18, hore 12. Come era rilornato uno suo stato a Bolzan; dice la fiera esser slà fata, et che al presente si fa mior ciera a italiani che non fevano prima, el non era movesla di zente; et che a Trento erano 500 fanti mal pagati ; dicono voler far 8 milia fanli per soccorrer Milan, capilanio Zor-zi Fransperg. Da Cividal, di sier Zuan Francesco Pixa- ni podestà et capitanio, di 16. Come era zonto uno suo exploralor; dice come haveano fatto zente solo uno capilanio, el questo perchè hanno paura del capilanio Michiel Gosmaier; et tamen dicono voler far 20 milia fanti per venir a soccorrer Cremona et Milan, et hanno fallo comandamento nel contà di Tiruol stagino ad ordine etc. Da Bassan, di sier Marco da cha da Pe-xaro podestà et capitanio, di 12, 13 et 14 con alcuni avisi dì le cose superior, ut in eis. Da Udene, del Locotcncnte, di 16. Manda questo aviso zoè : Magnifico et durissimo etc. Havendo hozi il presente lalor apresentadone lettere di quella, havemo inteso quanto la ne richiede, et però li dinotemo come pur heri zonse a Tul-mezo uno noslro citadino qual è slado in questi zorni proximi passali a Villacho, dove inlese che lo Archidura era li zorni passati in Yspruch, ma che Mercore proximo passato dovea ritornar a Vienna; et che lo conte Salamanca era andato a slafeda drio fino a Vienna, et che andavano per la venula del Turco et non per all a causa; el intese che in lo Ca-rantan, videHcd a Clamfurl, che a li 4 del presente in Clamfurt fo fala una dieta, et Luni proximo che vien se dise far l’altra; et se dice che se fano lai diete per soldar zente, tamen non se sa clare a che efii'cto, o per andar conira lo Turco o per altra causa ; et inlese da alguni quali forono a la dieia fatta a dì 4 di l’instante, che lo Archiduca chiese a dilli signori se lor voleano adimpire la promessa P anno passalo a loro falla, videlicet desiar uniti in li paesi et di star a la spexa. Et che se dovea con-dur tulle le arzentarie di le chiexie in certo luogo che ad ogni bisogno le se potesse haver per disfarle el farle batter in moneda, el che essi signori vide-licet da 5 in 6 paesi, zoè 1’ Austria, il Caranlan, la Cragna et lo Tirol che loro haveano risposto di voler alender a la promessa fatta ; ma intese che era slà comandali tutti de la Cragna che era sodo Lubiana chi polea portar arme dovesse andar zoso contra li turchi, ma che in altri luoghi non intese che se facesse zenle alguna a piè nè a cavallo. Item, da uno altro noslro citadino qual è sialo in Pinzcha a visitar uno suo fratello, non ha inteso che se fassa in alguno luogo condanation di zente, et non se dice più niente de pontieri. Item, lo primo citadino nostro dice etiam haver inteso clare che Io conte Chrisloforo de Frangepanis et Io signor Zorzi Fron-sperch tulli do sono andati a la volta de la Honga-