227 MDXXVI, LUGLIO. 228 et bolin che era stato fitto. Et dubitando che li nemici de Cremona non venissero fuora come el dover della ragion voleva, io steli lì aflìrmalo tanto che putì comprendere che tulle predille genie fos-seno arrivale a Pescarolo, et io poi in battalia venni a quella volta. Dove gioliti tulli insieme in dillo loco, parse al predillo signor Marco Antonio de retirarse de qua da Olio per esser ferito, et così ordinatamente veuissemo insieme; et ha fallo alogiare qui a Seniga tutte le fantarie con l’artellaria, et le genie d’arme con li cavalli legieri al Tranello, aspectando commissione de li signori nostri de campo ; sichè la cosa è passata a questo modo. Potrà esser che fosse sta referto in allro modo a vostra signoria ; ma non è altramente slato se non quanto si contien in questa mia, che è la pura et mera verità, et cussi certifico a vostra signoria esser el vangelio; ala qual bona gratia per sempre me ricomando. De Seniga a dì 25 Luio 1526. Soltoscrilla : De V. S. bon servitore Jacomo de Vicovaro. 146 Fo lecle dapoi le tre lettere intercepte, per le qual se vede el cuor et il voler di questi signori cesarei. Sono longe et ben scrilte, traite de zifra per Zuan Soro, la copia di le qual, polendo haverle, noterò qui avanti. Ma non fo leda l’altra di l’orator Sanzes scritta pur a 1’ Imperador. Introe Conseio di X con la Zonla in Quarantia civil vechia per aprir certa lettera di Pranza del secretario Rosso, et steteno assà in consulto, forsi hore 1 lU, et non fu preso di aprir nulla. Fu posto, per li Savii del Conseio et terra ferma, una lettera al Proveditor zeneral in campo. Come ne ha dolesto intender il render del castello, et lau-damo F opinion del signor Capilanio zeneral et quelli altri signori in voler star fermi con li exer-citi et veder de inlerlenir le vitluarie non vadino in Milan, dove è carestia, et cussi li aricordamo fa-zino. Et havemo di Pranza, il re Christianissimo ha mandà a solicitar il marchese di Saluzo vengi presto etc. Ave 211, 6, 2. Fu posto per li ditti una lettera a 1’ Orator nostro in corte in risposta di soe, et le nove avemo del render il castello di Milan, come appar per li summarii dì le lettere, pertanto non è da moversi li exerciti imo far più guiardamenle, et se li par di scriver in Franza si fazi venir zoso il ducha Maxi- milian; et altre parlicularità. Et ave lutto il Conseio, el comandà grandissima credenza. Noto. Hozi lo mandato uno a Lazarelo, morlo da peste a San Moisè dove morite li altri. ltern la farina vai in Fontego, la mior, lire 7, soldi 14. Item, al loto di quel da Pergo che si cava, quelli di le Panatarie di San Marco hanno hauto le caxe di S.....ltern 30 campi di terra et una caxa Ira Margera et Mestre tocò a sier Zuan Alvise Salamoi] di sier Filippo. A dì 27. La malina vene in Collegio lo episcopo di Baius orator del re Christianissimo, dicendo . . Et venuto zoso, sopravene lettere di le poste qual fo mandate a rechiamar suso, et letoli le lettere con le nove si ha. Vene etiam il Legato qual inlroe in Collegio, et li fu etiam comunicato il tutto et quello havemo scritto in campo. Del Proveditor zeneral, date in campo, a dì 25, hore 20. Come, per sue di beri sera scrisse la conclusion del render il castello a li cesarei, et poi inimici treteno al campo due colpi di carinon da 60, et questa malina ne hanno tratti do altri a la ventura, però che apena zonse in campo ; da da poi sbarono tutta la schiopetaria in segno di alegreza. Demiim vene da Milan in campo domino Scipion da la Tela a rechieder uno salvocon-duto per il signor Ducha, li soi et la sua roba con li spagnoli lo dieno acompagnar in Como, et per quelli sono in Como che tornerano in Milan ; al qual per il signor Capilanio zeneral li fo risposto non bisognava al signor Ducha farli salvocon-duto per esser di principali di la liga et per benefìcio suo si feva questa impresa; ma ben era contento farlo per li spagnoli. Et dimandatoli di capitoli, rispose el Ducha haver dato il castello al signor ducha di Barbon come locotenenle della Cesarea Maestà, qual lo tien in deposito fino che Sua Maestà haverà iudicato se esso Ducha ha fallito, perchè non havendo fallito ge lo restituirà con il ducalo, et il ducha de Milan resta in libertà di andar dove el voi. Et li danno Como con il territorio, et de intrada in tutto per ducati 30 milia a F anno per il suo viver. Et che lutti quelli erano in castello possino insir liberi et galder tulli li soi beni, et ancora alcuni altri, tra li qual domino Carlo di la Tela è qui. Dicendo esso Ducha potea ¡47 haver Vegevene et Novara, et ha tolto Como per